martedì 15 settembre 2015

I mostri di ieri e di oggi

di Renzo Balmelli 

 

IMPERDONABILE. Il giorno in cui la sua breve vita finiva su una spiaggia turca dove si prende il sole, il piccolo Aylan indossava un grazioso maglioncino rosso. Rosso come il cappottino della bimba che compare in Schindler's List mentre si consuma il massacro nel ghetto di Cracovia e che ritroveremo su un carrettino destinato alle fiamme. A distanza di anni, la sconvolgente coincidenza, che non è finzione bensì l'immagine reale e ripetuta dell'innocenza violata sull'altare della follia umana, ripropone il confronto anche soltanto simbolico ma inevitabile con il Male assoluto. Per tutte le vittime dell'insensata crudeltà contro i bambini, nei nostri cuori accanto al dolore ribolle la rabbia che non perdona e mai perdonerà chi ha permesso che questo accadesse. Loro chi? I mostri di ieri e di oggi.

 

MEMORIA. Speriamo non sia così, ma il contrappasso della storia nell'affrontare il dramma dei profughi, prima guardati di sbieco e poi abbracciati come eroi, solleva qualche perplessità sul dopo, sul loro avvenire e il loro inserimento nella nuova società. Per ora la visione di disperati in fuga tra fili spinati, vagoni piombati e il macabro rito delle braccia marchiate ha provveduto a risvegliare la memoria nel timore di riscrivere il passato e di resuscitare i fantasmi degli anni in cui l'uomo perse la ragione. Durerà? Ciò che è accaduto ci dice che deve essere dato un futuro a chi scappa per riaffermare il valore supremo del rispetto dovuto a ogni essere umano. Ma lo sciacallaggio elettorale della destra xenofoba, decisa a riprendere la gestione della paura e dei muri, non lascia presagire nulla di buono per venire a capo della sorte di milioni di profughi.

 

PROGETTO. Sarebbe interessante sapere quanti sono ancora disposti a credere alle sparate di Berlusconi che alcuni giorni fa, come se non ne avesse già fatte abbastanza, se ne viene fuori, papale papale, con una dichiarazione roboante. "Ho un progetto per l'Italia" è la ricetta che ha illustrato ai giovani azzurri che forse però tanto giovani non sono se lo stanno ad ascoltare. Il Vate logorato dal potere, in piena crisi promette un programma nuovo e rivoluzionario per rilanciare il Paese sullo scacchiere mondiale sotto la sua guida saggia e illuminata. Dura poco però l'illusione quando si scopre che le proposte oltre a non avere nulla di rivoluzionario in ultima analisi puntano alla riforma della magistratura, la vera ossessione dell'ex Cavaliere che pur attempato non rinuncia a ritagliarsene una versione ad personam.

 

SMALTO. Se c'è un leader mondiale disposto ad accogliere senza riserve l'appello del ragazzo siriano che invita i grandi a fare cessare la guerra per non costringerlo a fuggire, questi è senz'altro il presidente americano. Nonostante i detrattori e ogni sorta di lobby, tra le cose fatte del mandato di Obama resterà la ricerca del dialogo e del negoziato che ha portato a risultati notevoli: la riforma sanitaria, l'accordo sul nucleare iraniano, vera mina vagante in quella parte del globo, la riconciliazione con Cuba, la svolta nella politica energetica e climatica considerata la sfida epocale del secolo. Non più assillato per la propria rielezione, il capo della Casa Bianca, che sembrava debole e sulla via del tramonto, ha invece ritrovato lo smalto dei tempi migliori, pronto a prendere iniziative e difendere con passione le cause che gli stanno a cuore con una carta in più: tenere l'America fuori dalle guerre.

 

PENNA. Non è mai troppo tardi – per imparare a leggere e scrivere. Declinata in chiave moderna, la funzione della celebre trasmissione sorta agli albori della RAI andrebbe modificata nel senso di re-imparare a leggere e scrivere secondo le regole della grammatica e della sintassi messe a dura prova dall'era del digitale. L'esistenza del fenomeno è apparsa in tutta la sua ampiezza in occasione della giornata mondiale dell'alfabetizzazione celebrata l'8 settembre. Da varie ricerche è risultato che anche nei paesi più evoluti cresce il numero degli illetterati. Persone cioè che a differenza degli analfabeti hanno una padronanza di base della lingua, ma non sono per esempio in grado di leggere un articolo, di decifrare un documento e di ordinare le lettere al posto giusto. Insomma, il passaggio dalla scrittura a mano alla tastiera del computer pare non sia stato il miglior servizio reso alla comprensione dei concetti che la cara, vecchia penna ,stimolandoci le meningi e aiutandoci a pensare, rendeva invece più accessibili , con indubbi benefici tanto per il lessico che per l'eloquio.