martedì 28 settembre 2010

Memoria e impostura

SPIGOLATURE 

di Renzo Balmelli 

MEMORIA - A 65 anni dalla fine della guerra la carta dell’Europa torna a ripopolarsi con i simboli dell’estrema destra. E’ un rigurgito di ideologie bacate che ha contagiato anche la Svezia, per ottantanni patria del welfare e della tolleranza . La fragorosa avanzata dei “Democratici di Svezia”, movimento dalle inequivocabili connotazioni fascistoidi e xenofobe ma capace di conquistare il parlamento, fa correre rivoli di sudore freddo .A rendere il fenomeno vieppiu’ inquietante è la giovanissima età del leader populista che fa incetta di consensi scaricando le frustrazioni sugli immigrati. Ora si ridesta l’indignazione della politica, ma forse è già tardi: i troppi, colpevoli, silenzi hanno fatto da esca a un elettorato che ha perso la memoria storica o forse non l’ha neppure mai avuta.


IMPOSTURA - Che i negozionisti dell'Olocausto non si fermino davanti a nulla per rivestire di falsi teoremi le loro bacate ideologie, è purtroppo una triste realtà. A maggior ragione adesso. Coi tempi che corrono  ci  vanno a nozze nel diffondere tesi menzognere su dolorose e tragiche verità  che nulla e nessuno potra mai smentire o cancellare. E poichè al peggio non v'è mai fine, sotto la spinta di David Irving, capociurma dei negazionisti, Auschwitz potrebbe diventare la meta di un macabro turismo dell'orrore. Alla guida di un manipolo di seguaci neonazisti, lo scrittore ha in programma un tour all inclusiv sui luoghi del male assoluto, non per un pellegrinaggio della redenzione, ma per consumare una beffa estrema al dramma della Shoah laddove è ancora scritto, a memoria dello scempio, "Arbeit macht frei". Sarà un orrendo spettacolo dell'impostura di cui ripugna parlare, ma che va condannato senza esitazione affinchè non cada nella stessa indifferenza in cui in passato trovarono un insidioso brodo di  coltura le peggiori nefandezze contro l'umanità. Negare la verità è come uccidere una seconda volta le vittime di una strage mostruosa.


CALCOLI - Danno da pensare le condiscendenze per la durezza mostrata verso i Rom. Il sentimento che predomina è quello della paura. Trova invece sempre minori consensi la politica dell’UE fondata sul rispetto dei diritti umani. E’ difatti opinione diffusa che le decisioni europee, prese contro il presunto e cosidetto sentire comune dei cittadini, abbiano favorito la nascita dei partiti xenofobi. In altre parole: cacciamo gli zingari , rinchiudiamoli nei lager e avremo risolto il problema. Che sbaglio madornale. La deriva populista in Francia e anche in Italia è incontestabile, infarcita com’è da bassi calcoli elettorali che poggiano sugli slogan di facile suggestione. A forza di puntare a riguadagnare l’elettorato di estrema destra si finisce per non distinguere piu’ le posizioni dell’uno e dell’altro, ma solo a comporre un indigesto minestrone in cui prevalgono le peggiori pulsioni.


PECCATO - Forse nemmeno sul lettino di Freud la sinistra italiana riuscirà a guarire dei suoi mali. Se è vero che un po’ ovunque il socialismo democratico non ride, a Roma piange calde lacrime. Mentre la maggioranza è a rischio e sull’orlo dell’implosione, il maggiore partito delll’opposizione, invece di mettere in campo le forze e le risorse migliori, si macera in un atteggiamento autolesionista che ne evidenzia la fragilità e l’incoerenza. Eppure era proprio questa la stagione propizia per mettere da parte la litigiosità e le animosità personali al fine di riconquistare la propria identità e presentarsi al paese quale valida alternativa al berlusconismo boccheggiante. Invece no. E’ un vero peccato avere mancato l’occasione di fare un salto di qualità, per di piu’ regalando al premier, con la dispersione dei franchi tiratori nella vicenda Cosentino, un vantaggio insperato contro l'utilizzo delle intercettazioni nella vergognosa difesa a oltranza di un accusato di camorra.    

mercoledì 22 settembre 2010

O pluralismo o conformismo

SPIGOLATURE

di Renzo Balmelli 

CONFORMISMO - Per l’informazione e il cinema sono tempi difficili. Alla lunga neanche all’estero poteva passare insosservata l’anomalia del TG1, “megafono di Berlusconi”, come sottolinea il titolo inequivocabile del Tages Anzeiger di Zurigo. Colpisce i corrispondenti stranieri la triste, plumbea cappa di conformismo che mortifica il diritto al pluralismo. Non va tanto meglio nel mondo della celluloide. Al Festival di Venezia il cinema italiano ha raccolto poche consolazioni. Sorridono i post-andreottiani, eredi dell’ambigua lezione sui panni sporchi da lavare in casa, che paventano la rinascita del neorealismo. E sul tricolore ammainato in Laguna non si strappa le vesti nemmeno il governo, nemico dei cineasti “rossi” e dei soggetti scomodi.

Picture (Metafile)

FAME - Sono cifre da capogiro, quelle rese note dalla FAO. La fame nel mondo è un flagello che colpisce circa un miliardo di persone. E’ come se l’Europa e l’America si mettessero a tavola senza trovare nel piatto nemmeno un tozzo di pane raffermo. Da un punto di vista statistico era previsto che per la prima volta in 15 anni il numero degli affamati calasse lievemente, e cosi’ è stato. Ma non basta: il livello di indigenza totale nei paesi in via di sviluppo resta inaccettabile. E si che cibo ce ne sarebbe per tutti; il problema è come spartire la torta in un mercato senza regole in cui i prezzi degli alimentari purtroppo stanno ancora salendo. Ne consegue un problema strutturale che è all’origine di enormi squilibri e dolorose ingiustizie.

Picture (Metafile)

PAURA - Fatti recenti hanno riproposto la questione della coabitazione tra culture e fedi diverse in termini che destano serie proccupazioni. Dal reverendo Terry Jones al banchiere Theo Sarrazin le crociate dei profeti di sventura hanno risvegliato paure e sentimenti ancestrali. Di colpo siamo stati sommersi da massicce dosi di ideologie apocalittiche come usava quando si bruciavano le streghe. Complici le elezioni di metà mandato, l’America ne è uscita spaccata, sospinta dal furore iconoclasta di chi non si rassegna all’idea di avere un nero alla Casa Bianca che parla di diritti e tolleranza. La ricerca del dialogo al di sopra degli steccati non potrà che risentirne, accentuando il rischio di radicalizzare l’estremismo delle opposte fazioni.

Picture (Metafile)

PREDELLINO - Nel mare magnum della propaganda, a destra fanno a chi le spara piu’ grosse per rischiarare il crepuscolo degli dei di Arcore. Ormai il predellino e le battute stantie sulle donne non riescono piu’ a incantare le folle. Bisogna batttere altre strade. Hanno provato a demonizzare i finiani, ma il mercato dei voti per renderli inoffensivi è diventata una farsa indegna di una democrazia rispettabile. Fallito il putsch contro i magistrati, si cambia bersaglio: ora i reprobi sono gli “ arbitri di sinistra” rei di complottare contro il Milan. Ma anche qui è andata buca. E' rimasta un’ultima risorsa: inondare il paese con le immagini di Re Silvio, sovrano illuminato, “espressione diretta e verace del suo popolo”. E non è uno scherzo goliardico: sul giornale di famiglia lo scrivono a caratteri cubitali , e ci credono.      

sabato 11 settembre 2010

Un'altra illusione è svanita

di Renzo Balmelli 


ILLUSIONE - Per la cultura non è stata una bella estate.  Nell'indifferenza pressoché totale si è consumata la chiusura dell'ultimo "Remainders", la catena che offriva gli invenduti fuori catalogo al costo di un caffè . Con la fine della libreria è calato il sipario su un sogno cominciato mezzo secolo fa: dare a tutti la possibilità di comperare un libro vero, di consumare buona letteratura.  Dalla politica non una parola, quando si è presentata l'occasione di salvare una "pazza idea". In compenso si è fatta indigestione di gossip sulle vacanze della real casa di Arcore con tanto di topless. Tra le violenze mediatiche della stampa di famiglia, ci rendiamo conto che un'altra illusione è svanita.


OLTRAGGIO – Contrariamente all'opinione corrente la lapidazione non è un rimasuglio del passato, ma una pena in espansione diffusa dagli integralisti. Di tale supplizio, che incute orrore al solo nominarlo, si torna a parlare mentre il caso Sakineh, la donna iraniana di 43 anni, madre di due figli, è ormai divenuto una questione di stato in vari paesi europei. La pena capitale è un crimine legalizzato, seviziare e uccidere qualcuno con tanta crudeltà significa sprofondare nel buio della ragione. Agli occhi del mondo civile nessun motivo ne religioso, ne politico, ne legale potrà mai giustificare una simile barbarie. Prima della sentenza la donna simbolo di migliaia di oppositori e centinaia di condannati alla forca aveva ammesso di essere adultera e omicida, ma poi si era saputo che la confessione era stata estorta dopo due giorni di torture. Grazie alle pressioni internazionali l'esecuzione non ha ancora avuto luogo , a conferma di quanto sia indispensabile restare vigili per dare al forte impegno in favore di Sakineh il senso ancora piu' vasto di in una campagna contro la pena di morte ovunque viene ancora praticata in oltraggio alla sacralità della vita. Non sarà tuttavia col mandare al rogo copie del Corano come minaccia di fare il pastore evangelista americano Terry Jones per l'anniversario dell'11 settembre che il senno riuscirà a prevalere sull'oscurantismo. Oltre che innescare il rischio di assurde guerre di religione, bruciare libri come usava nella Germania nazista è mettersi sullo stesso piano della giustizia vendicativa.


RESISTENZA - Ha colto nel segno il Capo dello Stato quando ha messo in bella evidenza il messaggio storico e politico della Resistenza che conserva il suo valore universale e resta sempre attuale. Rispetto all'8 settembre è cambiato il contesto, certo, ma non lo spirito della mobilitazione: la resistenza civica e morale è piu' necessaria che mai per non perdersi nel tragico labirinto in cui la destra ha manovrato l'Italia. Il paese è in una situazione di vuoto, di incertezza e di instabilità che puo' portare a esiti imprevedibili. Negli ambienti vicini al premier si racconta che Berlusconi è stanco della picconate del Colle e i suoi giornali lo assecondano quasi a voler spacciare l'immagine del Quirinale non piu' "super partes". Si creano insomma le condizioni per usare anche contro Napolitano il cosidetto "metodo Boffo" che ha già avuto effetti devastanti?


AIDA - Molti italiani per nulla prevenuti ancora non han capito dove voglia andare a parare Gianfranco Fini. Chi si aspettava un clamoroso "show down" oppure pensava di vederlo saltare piè pari dal carro del vincitore è rimaso deluso. Qualcuno in vena di battute ha paragonato il tanto atteso discorso di Mirabello al coro dell'Aida che sul palco intona il celebre "Partiam, partiam", ma non si muove di un passo.  Ironia a parte , in giro c'è davvero la sensazione di un grande occasione mancata . Per inaugurare una fase nuova nel panorama politico serviva qualcosa di meno scontato della costatazione che il Popolo della libertà non c'è piu', non esiste. Che il Pdl fosse alla frutta si era intuito da un pezzo, mentre ancora non è chiaro invece come dovrebbe essere l'altra destra finiana, moderata, democratica , liberale, affrancata dalla retorica del predellino. In attesa di segnali convincenti , il berluscon-leghismo forgiato nel fuoco del populismo puo' contiuare a vivacchiare a scapito della legislatura.


SCONFITTO - Seduto su una poltrona che traballa, il premier esclude di consegnare il paese al governo degli sconfitti. Allora, di grazia, cosa ci fa ancora a Palazzo Chigi? Con la tattica delle cortine fumogene il Cav ha fatto credere al paese di essere l'uomo della Provvidenza, ma i risultati sono stati di una modestia sconfortante tanto da svuotare di ogni significato il contratto con gli elettori. Il primo sconfitto è dunque proprio lui: con la maggioranza che aveva poteva fare molte cose, molte riforme che invece sono rimaste nel cassetto. Ora si sbraccia nell'affermare che tornerà al lavoro per fare quello che ha promesso e non ha fatto. Ma è troppo tardi ormai : il suo esecutivo è come una squadra che vince in trasferta e poi si fa rimontare dieci reti alla fine di una prestazione inguardabile.