venerdì 18 luglio 2008

E che Leopardi perdoni l'abuso dei sublimi versi...

di Renzo Balmelli

CONCORRENZA - I costruttori del nuovo consenso berlusconiano non sanno più che cosa inventare per fare le pulci a Zapatero. Il governo socialista di Madrid è riuscito a promuovere un progetto di modernizzazione civile e sociale della Spagna che è oggetto di generale ammirazione e che fa concorrenza al Bel Paese nella graduatoria europea. Le riforme hanno portato una ventata di dinamismo nella società spagnola di cui avrebbe tanto bisogno anche l'Italia.

MANI PULITE - Lascia di stucco la caduta di un militante di lunga lena. Tra i compagni si indovina un senso di silenzioso stupore e di frustrazione per l'offensiva giudiziaria nei confronti di Ottaviano Del Turco, uno di casa, alto esponente del PD di tradizione socialista.

L'arresto del governatore democratico dell'Abruzzo per tangenti nella sanità , riapre a distanza di molti anni da Mani Pulite il dibattito su corruzione e politica in Italia. Cio’ avviene - ironia della sorte - mentre la sinistra sta cercando di riportare al centro dell'attenzione la questione morale e il senso della legalità per contrastare l'offensiva berlusconiana in materia di giustizia.

La mazzata è stata doppia. La casta, sotto qualsiasi bandiera, continua a spadroneggiare, a fare sempre la stessa cosa, a rubare, a sperperare denaro pubblico, a gestire appalti, spartizioni e gare truccate. La riscoperta del malcostume che regna incontrastato ha poi creato ulteriori motivi di sconcerto nel Paese, già reso insicuro e vulnerabile dalla crisi e dell'inflazione galoppante.

In queste condizioni non desta meraviglia se la stragrande maggioranza dei cittadini onesti, sempre più lontani dai vertici del potere, cade in preda allo sconforto. Va bene sognare. Ma se tornano i fantasmi di Tangentopoli, va a finire che i sogni muoiono all'alba.

OPPORTUNISMO - Il Pdl difende Ottaviano Del Turco per puro opportunismo, per dimostrare che Berlusconi aveva ragione quando si lagnava di essere la vittima designata dei teoremi giudiziari orditi contro di lui da avversari forcaioli. Grazie al parlamento radunato ai suoi piedi, nell'Italia che ancora si illude di avere la legge uguale per tutti, Silvio IV, si avvia a diventare più uguale dei suoi concittadini. La sua ossessione si rifà al concetto della 'giustizia sono io'.

Dalla strategia berlusconiana emerge un mutamento profondo del modo di intendere il mandato di Presidente del Consiglio. Lo schema trasforma di fatto le Camere in anticamere del governo, grazie alla maggioranza che è pronta a esaudire senza batter ciglio i desideri speciali del premier. Il Cavaliere da quando è tornato prova ad ogni costo e con tutti i mezzi a delegittimare la magistratura per sottrarsi ai processi in cui è imputato. E da quanto s'è visto finora, sembra esserci riuscito alla grande.

DERIVA - Ezio Mauro riflette sull'imbarazzo della democrazia italiana, in questa concatenazione abusiva e imparziale tra l'interesse privato e la legislazione pubblica. Il direttore di Repubblica, piuttosto allarmato per la piega che sta prendendo la politica berlusconiana, si chiede che cosa puo accadere quando il medesimo uomo fa le leggi e fa in modo che nessuno possa giudicare le sue infrazioni. Già: che accade?

Nessuno insinua che stiamo assistendo al ritorno del fascismo, ma la deriva di onnipotenza c'è e fa paura. Proprio per questo è stato importante che a Piazza Navona migliaia di cittadini abbiano provato a uscire dall'isolamento repubblicano in cui sta scivolando il Paese. Un sistema impegnato a costruire un muro di salvaguardia per un leader a cui non basta la dignità della funzione , è semplicemente inaccettabile.

Con Silvio IV prevale la concezione dell'immunità intesa come strumento per immobilizzare, ammutolire, vincolare e dominare. Sotto il cielo di Roma, tra soubrettes e leggi ad personam, la politica sprofonda in acque torbide e annega in un mare in cui "il naufragar" non è affatto dolce. E che Leopardi ci perdoni l'abuso dei sublimi versi.

venerdì 11 luglio 2008

E PERSE LA TESTA... PER COLPA DI SANJUST

di Renzo Balmelli

GOSSIP - Louis Saint-Just, inflessibile giustiziere del Terrore, finì egli stesso ghigliottinato assieme a Robespierre e altri ventuno giacobini il 28 luglio del 1794. Duecento anni dopo, una quasi omonima del capo rivoluzionario, tale Virginia Santjust, è la new entry nel vorticoso giro di gossip fiorito attorno al Cavaliere. Pare che il premier tempo fa abbia "perso la testa" per l’affascinante signora. Al posto suo, con quel precedente, inizieremmo a far gli scongiuri.

GREMBIULINO
Il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, propone il ripristino del grembiule in classe per restituire il decoro e il rispetto a un luogo tanto importante qual’é la scuola. Pure la politica ha urgente necessità di decoro e di rispetto. Perché non mettere il grembiulino al governo?

MANO MORTA
Berlusconi è il nostro Mozart. Parole di Fedele Confalonieri, direttore di Mediaset. La motivazione testuale dell'audace accostamento:

"Anche il compositore pizzicava il sedere alle cameriere. Davvero bizzarra. Qui siamo al sultanato, alla peggiore delle corti, tuona Giovanni Sartori. Delusi i fan di Silvio. Sognavano il seguito del Don Giovanni, si dovranno accontentare della mano morta."

FATTI. SÌ, MA QUALI?
Da che pulpito. In risposta a piazza Navona, Berlusconi esige fatti e non manifestazioni per ridare lustro all’immagine dell’Italia. Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. A quali fatti allude il premier? Se pensa al suo governo, il quadro è desolante. L’unica attività, seguita da asfissianti pressioni sul parlamento , è circoscritta ai suoi personalissimi interessi. Il signore di Arcore pretende l'impunità e l'otterrà. Inutile girarci intorno. Il suo operato non muta da una stagione all'altra ed ha sempre l’identico obbiettivo: fulminare i processi in cui è coinvolto.

Adesso il Cavaliere stringe i tempi. Avverte che la narcosi delle coscienze, attuata attraverso l’impero dei media infeudato al suo potere, sta perdendo la sua efficacia.

Silvio IV, scrive REPUBBLICA, lavora a trucchi da fiera per portare velocemente in porto il “ lodo Alfano” e l’emendamento “salva processi” che lo renderanno intoccabile per i cinque anni del suo mandato. Con una proroga di altri sette, se dovesse farcela a salire al Quirinale (Dio ce ne scampi!). Il Paese in declino profondo, impoverito, impaurito, incapace di pensare al futuro, deve fare i conti con le fobie e le pretese del premier. E' questa la pantomima che abbiamo sotto gli occhi. In questa fase difficile dell’ancor giovane legislatura, palese è il disorientamento di chi è onestamente convinto che gli orizzonti della politica, della buona politica, non possano fermarsi davanti ai guai giudiziari di una sola persona, fosse pure il capo del governo. L'opposizione non puo' darla vinta a questa prepotenza.

SOGNI D’ORO
Il G8 riesce sempre a passare dalla porta della storia. Ma da quella sbagliata. Leggiamo che il club dei ricchi ha una strategia condivisa per limitare i cambiamenti climatici. Benone. Ma come? Per non dare un dispiacere a Bush, che come i cinesi fa orecchie da mercante
sulle emissioni di gas serra, la svolta si farà , ma non subito. Nella migliore delle ipotesi il progetto sarà attuato all’incirca fra mezzo secolo, quando a respirare aria fetida non saranno gli attuali otto grandi, ma i loro pronipoti. A piu’ di trent'anni dal primo embrione di governo globale, il vertice in terra giapponese si è dunque ritrovato alla casella di partenza, senza visioni, se mai ne ha avute, forte a proclami, ma inconcludente nei fatti. In compenso al prossimo summit, sull’isola della Maddalena, l’arredamento di ogni suite dei capi di stato avrà la firma di uno stilista italiano di fama mondiale. L’emozionante notizia ha colmato di gioia e di consolazione gli sventurati del pianeta che moriranno piu’ felici all’idea che i 'signori' del mondo faranno sogni d’oro tra due guanciali d’autore



venerdì 4 luglio 2008

L'Italia del Caimano

Da quando la destra è arrivata al potere il Belpaese vive in un clima di esasperazione

di Renzo Balmelli

DERIVA. - L’Italia, da quando la destra è arrivata al potere, vive in un clima di perenne esasperazione. Nel vortice di vallette, gosssip e comparsate che sviliscono l’azione di governo, sembra di stare dietro le quinte di un carosello impazzito in cui nulla è mai cio’ che sembra. Con l’arte scenica di cui è maestro, Berlusconi scatena abilmente l’inferno quando saltano fuori le sue „metastasi“ con la legge. Il premier ha trasformato il suo personale problema con la giustizia in un problema del Paese, la sua ossessione in una urgenza nazionale. E già studia il prossimo affondo, l’attacco alla libertà di stampa. Il Cavaliere denuncia il regime (quale?), ma nell’ora del lamento sorge il dubbio che stia parlando a se stesso, guardandosi allo specchio. La deriva dei costumi è tale da non vederne la fine. Per questo in filigrana già si staglia un possibile conflitto con il Quirinale. Per placare le acque Napolitano invia messaggi in bottiglia sulla separazione dei poteri. Tutto inutile. Palazzo Chigi non solo ignora bellamente le esortazioni della Capo dello Stato, ma replica a suon di parole offensive. Il leader del Pdl sorretto dalla sua maggioranza non si ferma, è determinato a vincere questa battaglia, a „spezzare le reni ai perfidi magistrati“ . E per attuare il suo disegno umilia il parlamento con le leggi ad personam. La situazione è grave, da emergenza democratica. Percio’ è ora di rimettere le cose a posto, perché in questo scontro feroce con la giustizia è in gioco qualcosa di piu’ importante dei capricci di Berlusconi: le sorti del Paese! Chiaro?


OPPOSIZIONE. - Negli Stati Uniti, capito che l’avversario da battere non è in famiglia ma tra i repubblicani, Hillary e Obama si mostrano insieme nella cittadina di Unity. E in Italia? Beh, in Italia, per la serie „facciamoci male“, si cancella la festa dell’Unità. Regalo migliore non si poteva fare a Silvio IV. In compenso sullo sfondo nasce RED che pero’ non è il ritorno al rosso antico, ma un acronimo: Riformisti E Democratici. D’accordo, Marx è sepolto a Londra, ma vuoi mettere un bel „ROSSO „ declinato in italiano anziché in inglese. Avrebbe fatto un "effettone" e sarebbe stato piu’ appropriato per una storia di cui essere orgogliosi. Non vi pare? E’ lecito supporre invece che l’altra metà del paese, quella che ha il cuore al posto giusto, esiga appunto che la sinistra smetta di balbettare e riprenda finalmente a muoversi sul terreno che le è congeniale, con interventi puntuali, decisi e capillari.

Nella lingua madre, opposizione significa incalzare il governo sui fatti e sui risultati . Fatti e risultati di cui, teatrini mondani a parte, finora non si è vista neppure l’ombra. E se la stagione del dialogo è tramontata, sappiamo dove cercarne le cause. Con la destra reazionaria che schiera tutta la sua artiglieria pesante per salvare il premier, mancano semplicemente i mezzi piu’ idonei allo scopo. D’altronde nei buoni sistemi democratici - scrive Sergio Romano – "le opposizioni non hanno l’obbligo di dialogare“. All’opposto debbono attaccare il governo, demolirne il programma, proporre ricette migliori, ovviamente nel rispetto delle regole. Ma anche le regole hanno vita breve se il premier usa il potere per assicurarsi l’impunità. Non sappiamo come andrà a finire, ma l’andazzo della maggioranza non puo’ continuare in questo modo.


IMPRONTE. - Mamma, gli zingari! Se il premier ha l’ossessione dei giudici, la Lega ha l’ossessione dei rom. Imperterrito e incurante delle critiche che gli sono state rivolte, il ministro degli interni, Roberto Maroni, sospinto da interessi elettorali di basso conio, non deflette dall’idea di schedare i bambini nomadi. Dopotutto, facendo leva sulla paura e la sicurezza, con loro si fanno voti a palate . Proprio per questo non è un caso che la memoria vada alle vessazioni che i figli del popolo itinerante hanno subito nel corso dei secoli con il chiaro intento di emarginarli, di cancellarne la storia e la cultura. La Germania nazista porterà al parossismo la prevaricazione nei confronti degli zingari. Ma sotto altre forme essa verrà attuata in tempi non sospetti anche da paesi virtuosi quali la Svizzera e la Svezia , accanitamente determinati a sradicare il male del nomadismo, fin dall'infanzia, attraverso misure educative discriminatorie e xenofobe. I risultati di quella politica, portata avanti addirittura fino al l975, sono agghiaccianti. L’idea di fondo considerava gli zingari "devianti sociali“, il loro stile di vita incompatibile con i principi morali della società borghese. Per portare a compimento la „ normalizzazione“, le autorità di Berna e di Stoccolma, nell’ambito del famigerato programma „Bambini della strada“, non esitarono a strappare i figli dalle loro famiglie ed a rinchiuderli persino in prigione. Per difendere quei piccoli ora ci vogliono far credere che bisogna prendere le loro impronte digitali. Un ritorno al passato che mette i brividi. Il provvedimento è un’odiosa forma razziale che viola i diritti primari dei minori. Se davvero si vogliono tutelare i bambini di strada, non c’é bisogno del sospetto che commettano reati, ma piuttosto di programmi umanitari, di case, istruzione, assistenza sanitaria, opportunità di integrazione e magari un pizzico di comprensione. Senza che per questo debbano rinunciare alle loro peculiarità. Ma considerate le premesse, è improbabile che cio’ avvenga.