ESILIO. Come il suo amatissimo Pessoa, per il quale il poeta è un fingitore, anche Antonio Tabucchi, scomparso a 68 anni, era attratto fatalmente dai personaggi tormentati e pieni di contraddizioni. Il più portoghese degli scrittori italiani, o viceversa, ce ne offre una dimostrazione eloquente in "Sostiene Pereira", il romanzo che l'ha fatto conoscere nel mondo intero, in cui la sua onestà di fondo e la sua dirittura morale fanno il paio con la sua amarezza di uomo in esilio, in preda allo sconforto per la pericolosa anomalia democratica rappresentata da Berlusconi". Con lui tace una voce scomoda nel momento in cui l'Italia ne ha più bisogno.
VENERAZIONE. L'uscita di scena di Emilio Fede ha tutta l'aria di segnare la fine di una epoca e del binomio politico-mediatico con Berlusconi. Per anni il TG4 è stato l'altare consacrato dal giornalista alla gloria e alla venerazione sconfinata di Silvio. Tanti servigi per colui che è pur sempre il padrone di casa non sono valsi tuttavia a bloccare l'avvicendamento. Il silenzio del Cavaliere può essere letto in vari mondi, ma si mormora che anche tra i suoi l'ex premier sia visto ormai come una figura avviata sul viale del tramonto a braccetto del fedele scudiero. Via le escort, il sultanato d Arcore perde i pezzi, come la Pompei di Bondi.
ETICA. Quest'anno non ci saranno grandi sorprese nell'uovo di Pasqua. Il fatto è che stiamo attraversando un periodo difficile, mortificato dalla sfiducia, provato dalla crisi e dalla fine delle illusioni. Come non bastasse, In politica si allarga il contrasto tra ciò che dovrebbe essere e ciò che è, tra l 'opportunismo e il dovere di dedicarsi al bene comune. La gente pare muoversi guidata dalla rassegnazione a tutto vantaggio di chi sguazza nelle paure per ricavarne rendite di posizione. Detto così può sembrare scialbo, invece sono questioni cruciali che vanno affrontate senza indugi per non crollare sotto la soglia minima dell'etica.
DIGNITA'. A proposito di Afghanistan e di come è cambiata la mappa del potere nel " paese dei leoni* coglie nel segno il Financial Times il quale ricorda che cinque anni fa gli americani si rifiutavano di parlare con i talebani e ora i talebani si rifiutano di parlare con gli americani. Se le cose stanno così dopo una guerra che dura da 4000 giorni , davvero non ha più nessun senso morire per Kabul, ormai dilaniata dalla corruzione , soffocata dal fondamentalismo, incapace di tutelare i diritti umani e la dignità delle donne. I 50 morti del contingente italiano sono un prezzo troppo alto per una missione "umanitaria" che non è mai decollata.
INCUBO. Già fa paura in quanto tale, ma in mano ai terroristi la bomba atomica sarebbe un incubo per l'umanità. La questione ha tenuto banco al vertice di Seul sulla sicurezza senza tuttavia individuare con precisione quali siano gli stati canaglia che ne sono in possesso. Finora gli effetti spaventosi e devastanti di tali ordigni sono stati misurati una sola volta a Hiroshima e Nagasaki e quelle immagini non si cancelleranno mai dalla nostra mente. Oggi l'impiego degli ordigni nucleari, sofisticati come sono, avrebbe conseguenze da fine del mondo. L'esortazione di Obama per ridurre gli arsenali è quindi non solo opportuna, ma imprescindibile.
BARBARIE. Nella tetra classifica delle esecuzioni fa uno strano effetto vedere gli Stati Uniti, che si dicono culla dei dritti civili e della democrazia, figurare accanto a regimi rozzi e punitivi che questi valori nemmeno sanno dove stiano di casa. Togliere la vita con il capestro di stato significa degradarsi al livello dei criminali, vuol dire aggiungere violenza alla violenza in nome dell'assurdo principio " occhio per occhio, dente per dente". La pena capitale è un modo barbaro di esercitare la giustizia e stando ad Amnesty International nelle nazioni in cui viene applicata, ancorché il loro numero sia in calo, il lavoro dei boia non conosce sosta.
GAUCHE. Alla vigilia delle elezioni presidenziali francesi, che dopo la strage di Tolosa rivestono una importanza decisiva per l'Europa, il Ps di Francois Hollande, finora in testa alle preferenze, scopre di avere un spina nel fianco alla sua sinistra. Da quella parte c'è un vuoto di consensi che Jean Luc Mélanchon, il leader del "Front de la gauche" , ormai accreditato di sondaggi in doppia cifra, prova a colmare trasformandosi in campione dei delusi e degli indignati. Attorno alla sua proposta si è coagulato un tale seguito di simpatizzanti da far dire agli osservatori che sulla corsa all'Eliseo ormai "indugia un presagio" di Fronte popolare.
SFIDA. Dopo avere sfidato l'esercito, per Aung San Suu Kyi inizia ora un'altra battaglia decisiva per le sorti della Birmania. Protagonista di una brillante elezione in parlamento, l'indomita combattente per la libertà dovrà ora guidare il suo paese verso una vera democrazia. Con queste elezioni il regime ha voluto rifarsi una verginità per ottenere dall'occidente la revoca delle sanzioni, ma ancora non è riuscito a dissipare tutti i sospetti. I colpi di coda dei generali come quella del 1990, quando le elezioni vinte appunto da Suu Kyi vennero annullate e fu imposta la legge marziale, sono sempre possibili. Servono perciò altre prove per dare credibilità alla trasparenza e alle riforme.