mercoledì 4 aprile 2012

ESILIO

ESILIO. Come il suo amatissimo Pessoa, per il quale il poeta è un fingitore, anche Antonio Tabucchi, scomparso a 68 anni, era attratto fatalmente dai personaggi tormentati e pieni di contraddizioni. Il più portoghese degli scrittori italiani, o viceversa, ce ne offre una dimostrazione eloquente in "Sostiene Pereira", il romanzo che l'ha fatto conoscere nel mondo intero, in cui la sua onestà di fondo e la sua dirittura morale fanno il paio con la sua amarezza di uomo in esilio, in preda allo  sconforto per la  pericolosa anomalia democratica rappresentata da Berlusconi". Con lui tace una voce scomoda nel momento in cui l'Italia ne ha più bisogno.

 

VENERAZIONE. L'uscita di scena di Emilio Fede ha tutta l'aria di segnare la fine di una epoca e del  binomio politico-mediatico con Berlusconi. Per anni il TG4 è stato l'altare consacrato dal giornalista alla gloria e alla venerazione sconfinata di Silvio. Tanti servigi per colui che è pur sempre il padrone di casa non sono valsi tuttavia a bloccare l'avvicendamento.  Il silenzio del Cavaliere può essere letto in vari mondi, ma si mormora che anche tra i suoi l'ex premier sia visto ormai come una figura avviata sul viale del tramonto a braccetto del fedele scudiero. Via le escort, il sultanato d Arcore perde i pezzi, come la Pompei di Bondi.

 

ETICA. Quest'anno non ci saranno grandi sorprese nell'uovo di Pasqua. Il fatto è che stiamo attraversando un periodo difficile, mortificato dalla sfiducia, provato dalla crisi e dalla fine delle illusioni. Come non bastasse, In  politica   si allarga  il contrasto tra ciò che dovrebbe essere e ciò che è, tra l 'opportunismo e il dovere di dedicarsi al bene comune. La  gente pare muoversi guidata   dalla  rassegnazione a tutto vantaggio di  chi sguazza nelle paure per ricavarne  rendite di posizione. Detto così  può sembrare scialbo, invece sono questioni cruciali che vanno affrontate senza indugi  per non crollare sotto la soglia minima dell'etica.

 

DIGNITA'. A proposito di Afghanistan e di come è cambiata la mappa del potere nel " paese dei leoni* coglie nel segno il Financial Times il quale ricorda che cinque anni fa gli americani si rifiutavano di parlare con i talebani e ora i talebani si rifiutano di parlare con gli americani. Se le cose stanno così dopo una guerra  che dura  da 4000 giorni , davvero  non ha più nessun senso morire per Kabul, ormai dilaniata dalla corruzione , soffocata dal fondamentalismo, incapace di tutelare i diritti umani e la  dignità delle donne. I 50 morti del contingente italiano sono un prezzo  troppo alto  per una missione "umanitaria" che non è mai decollata.

 

INCUBO. Già fa paura in quanto tale,  ma in mano ai terroristi  la bomba atomica sarebbe un incubo per l'umanità.  La questione ha tenuto banco al vertice di Seul sulla sicurezza senza tuttavia individuare con precisione  quali siano gli stati canaglia  che ne sono in possesso.  Finora gli effetti spaventosi e devastanti di tali ordigni sono stati misurati una sola volta a Hiroshima e Nagasaki e quelle immagini non si cancelleranno mai dalla nostra mente. Oggi  l'impiego degli ordigni nucleari, sofisticati come sono,  avrebbe conseguenze da fine del mondo. L'esortazione  di Obama per ridurre gli arsenali è quindi non solo opportuna, ma imprescindibile. 

 

BARBARIE. Nella tetra classifica delle esecuzioni  fa uno strano effetto vedere gli Stati Uniti, che si dicono culla dei dritti civili e della democrazia, figurare accanto a regimi rozzi e punitivi che  questi valori nemmeno sanno dove stiano di casa. Togliere la vita con il capestro di stato significa degradarsi al livello dei criminali, vuol dire   aggiungere violenza  alla violenza in nome dell'assurdo principio " occhio per occhio, dente per dente". La pena capitale è un modo barbaro di esercitare la giustizia  e stando ad Amnesty International nelle nazioni in cui viene applicata, ancorché il loro numero sia in calo, il lavoro dei boia non conosce sosta.

 

GAUCHE. Alla vigilia delle elezioni presidenziali francesi, che dopo la strage di  Tolosa rivestono una importanza decisiva per l'Europa,  il Ps di Francois Hollande, finora in testa alle preferenze, scopre di avere un spina nel fianco  alla sua sinistra. Da quella parte c'è un vuoto di consensi che Jean Luc Mélanchon, il leader del "Front de la gauche" , ormai accreditato di sondaggi in doppia cifra, prova a colmare trasformandosi in campione dei delusi e degli indignati. Attorno alla sua proposta si è coagulato un tale  seguito  di simpatizzanti  da far dire agli osservatori che sulla corsa all'Eliseo  ormai "indugia un presagio" di Fronte popolare.

 

SFIDA. Dopo avere sfidato l'esercito, per Aung San Suu Kyi inizia ora un'altra battaglia decisiva per le sorti della Birmania. Protagonista di una brillante elezione in parlamento, l'indomita combattente per la libertà dovrà ora guidare il suo paese verso una vera democrazia. Con queste elezioni il regime ha voluto rifarsi una verginità per ottenere dall'occidente la revoca delle sanzioni, ma ancora non è  riuscito a dissipare tutti i sospetti. I colpi di coda dei generali come quella del 1990, quando le elezioni vinte appunto da Suu Kyi vennero annullate e fu imposta la legge marziale, sono sempre possibili. Servono perciò  altre prove per dare credibilità alla trasparenza e alle riforme.

 
UNITA'. Tra modello tedesco e articolo 18 in salsa spagnola, la sinistra italiana avrebbe l'opportunità di profilarsi con una proposta originale sulla riforma del lavoro che non sia un semplice surrogato di importazione. Si può fare a patto di non perdere la bussola.  In Andalusia  la neo destra aggressiva di Rajoy credeva di avere la vittoria in pugno, invece nella roccaforte di Psoe e Izquierda unida, schierati compatti con i lavoratori, il ribaltone è fallito. La  ricetta di Madrid e quella di Berlino sono citate a esempio, ma  finora  anziché dare buone prove hanno prodotto soltanto forti tensioni sociali,  scioperi e diffuso malcontento.