martedì 24 marzo 2015

Contro l’orrore occorrerà una mobilitazione molto lunga

 

di Renzo Balmelli 

 

ALTOLA'. Quando sembrava che il virus del califfato stesse per perdere efficacia, l'ombra dell'ISIS è tornata a farsi viva nel brutale e sanguinoso attacco terroristico nel complesso parlamentare di Tunisi. Ancora non è chiaro se l'azione rientri nel tentativo di portare la bandiera nera sulla Casa Bianca e il Colosseo, ma tutti quei morti sono la tragica dimostrazione che non sarà facile frenare l'avanzata jihadista. Da notizie più recenti pareva che la macchina di guerra contro gli infedeli dovesse essere rivista alla luce della manipolazione mediatica che l'ha finora accompagnata. L'orrore che ha insanguinato la capitale tunisina è invece un colpo durissimo al santuario di ricostruzione democratica avviato nel Paese e lascia intuire che l'altolà al fanatismo richiederà una mobilitazione molto lunga.

 

LACRIMA. Come prima, più di prima, nell'Italia che cerca faticosamente di lasciarsi alle spalle una lunga, debilitante stagione di stravizi, la cupola sembra avere ancora il pieno controllo delle leve segrete con cui manovrare il potere. Alla vigilia di EXPO2015, già al centro di manovre poco pulite, il Paese, percosso e attonito, si trova a dover "ballare coi lupi" nell'ennesimo scandalo di tangenti, favori sottobanco in famiglia e diffuso malaffare che investe Palazzo Chigi e più in generale la credibilità della politica. L'altra sera durante il programma RAI in omaggio ai 70 anni di Bobby Solo non sarà sfuggita ai telespettatori, impressionati dal dissesto, la quasi profetica coincidenza mentre l'Elvis Presley italiano intonava la sua famosa "Non c'è più niente da fare". E tanti saranno andati a dormire con una "lacrima sul viso".

 

SNODO. Già altre volte il sistema aveva mostrato falle preoccupanti, ma la clamorosa controprestazione registrata in Israele è l'ulteriore conferma che le elezioni non si vincono coi sondaggi, ma spesso invece si perdono come è accaduto ai laburisti di Isaac Herzog. Dalle urne é invece uscito un verdetto che premia Netanyahu oltre ogni aspettativa, consentendogli di formare da solo un governo di destra che renderà ancora più improbabile il dialogo coi palestinesi, snodo centrale per gli equilibri nel Medio oriente. Nel precedente mandato il premier uscente, poco avvezzo alla diplomazia, aveva perso l'appoggio degli USA per effetto della questione iraniana. La sua rielezione è un duro colpo per le speranze di Obama e dell'occidente di rilanciare i negoziati di pace nella regione, sola antitesi ai venti di guerra.

 

PEDINE. In puro stile Peppone e Don Camillo ai tempi del loro viaggio romanzesco in Unione Sovietica, in questi giorni l'occidente si è chiesto dove fosse finito Putin, di cui si erano perse le tracce. Anche se non siamo più all'epoca in cui il raffreddore del primo segretario del Pcus teneva in ansia le Cancellerie, la cortina di mistero che avvolge le trame del potere al Cremlino non si è mai realmente diradata. Tanto che alcune voci parlavano addirittura di un golpe. Se ai personaggi di Guareschi bastava le pesca allo storione per mettersi il cuore in pace, con il Presidente russo che regna su un imponente arsenale nucleare, la partita è un tantino più complicata proprio per la complessità degli interessi strategici, economici e geopolitici coi quali Mosca muove le sue perdine sulla scacchiera mondiale.

 

ALTOLA'. Fino a ieri sembrava che il virus del califfato stesse per contagiare il mondo intero. Sulla Casa Bianca e il Colosseo ben presto avremmo visto sventolare la bandiera nera. Dalle notizie più recenti, pare invece che l'avanzata dell'Isis non solo stia rallentando, ma vada addirittura rivista alla luce della manipolazione mediatica che l'ha accompagnata. Non che le immagini dell'orrore fossero uno sceneggiato o che la minaccia sia rientrata. Questo no. Ma la via diplomatica di Washington, dell'Onu e dell'UE, tutte e tre determinate ad aprire un vasto fronte negoziale dalla Siria alla Libia, dove guerre e fanatismo hanno provocato centinaia di migliaia di vittime e devastazioni spaventose, potrebbe dare finalmente l 'altolà alla spinta dello Stato islamico.

 

DANNI. Quando ci sono di mezzo i processi contro l'ex Cav, i berlusconiani non perdono ne il pelo, ne il vizio. Per loro, fautori di una singolare lettura della giustizia, valgono soltanto le sentenze che mandano assolto l'imputato Silvio B., mentre tutte le altre sono il frutto della persecuzione messa in campo dall'ammucchiata rossa, ostile e prevenuta. Chi osserva , come hanno fatto i vescovi, che l'assoluzione nel caso Ruby non cancella i dubbi sulla moralità dei comportamenti , finisce nel girone dei reprobi . E si che la CEI non è neppure lontana parente delle " toghe comuniste". Ma c'è dell'altro. Non paghi del verdetto, i fedelissimi esigono addirittura che Berlusconi venga risarcito per il danno subito , guardandosi bene dal chiedere chi invece risarcirà l'Italia per i danni da lui provocati.

 

PARADOSSO. Non avrà vita facile Hillary Clinton se fra un paio di settimane romperà gli indugi e annuncerà la sua candidatura per la corsa alla presidenza. Troppo poco liberal  (cioè progressista) per i Democratici, troppo poco democratica per i Repubblicani, ai quali potrebbe erodere consensi, l'ex first lady sembra prigioniera di un paradosso che fa di lei una figura scomoda nei due campi. A complicarne il cammino concorre poi la vicenda delle famose mail private che tocca l'aspetto delicato della trasparenza alla quale è tenuto chi esercita un ruolo pubblico. Come in un film di Capra, non sorprende quindi che dietro le quinte di Washington si intreccino trame da parte di chi la considera una temibile avversaria. Comunque sia, se il marito Bill l'ha sempre fatta franca, a lei non si perdona nulla. Chissà perché?

 

PAURE. Un'eclissi di sole come quella del 20 marzo è il fenomeno naturale più spettacolare a cui si possa assistere e che fino a quando non se ne conosceva la vera natura era all'origine di paure ancestrali. Al di la della chiave di lettura che ne da la scienza, il fenomeno trasmette in chi lo osserva sensazioni ed emozioni che non sono spiegabili e talvolta sconfinano nei meandri del mistero cosmico. Dai nostri lontanissimi antenati le eclissi erano considerate segni di sventura. Nel " sole nero" le popolazioni antiche intravedevano presagi di catastrofi che cercavano di esorcizzare con i riti più svariati. Diffusa era la credenza che un drago divorasse l'astro dispensatore di luce e calore. Oltre il mito, resta comunque il fascino conturbante di quell'ombra che in pieno giorno oscura il cielo fuori orario.

 

martedì 10 marzo 2015

E sulle loro tombe cadrà il fiore dell'oblio…

di Renzo Balmelli 

 

OBLIO. Forse non basterebbe nemmeno tutta la sagacia di Petrovic Fandorin, l'investigatore uscito dalla penna di B. Akunin, per fare piena luce sui gialli politici russi. In quei meandri è facile perdersi senza mai trovare una traccia precisa di chi può essere stato il vero assassino. La storia si ripete con la morte di Boris Nemtsov per la quale è stata formulata, ripresa con enfasi dalla destra nostrana, l'ipotesi che il Cremlino non avesse interesse a zittirlo non essendo catalogato tra i potenziali nemici del sistema. Figuriamoci gli altri! Comunque sia, adesso Nemtsov, definito una persona onesta, è sepolto guarda caso accanto ad Anna Politkovskaya, la giornalista sgradita al potere e uccisa in circostanze mai chiarite. Sulle loro tombe cadrà il fiore dell'oblio e nessuno pagherà per il duplice delitto.

 

MACCHIA. Mancano ancora quasi due anni alle presidenziali americane, ma i repubblicani , che da quando Obama siede alla Casa Bianca hanno perso la testa, già affilano le armi per riconquistare il potere con qualsiasi candidato disponibile sulla piazza, purché sia conservatore a tutto tondo, militarista senza riserve e disponibile a scendere a compromessi con i più facoltosi centri di potere. Ovviamente per il bene supremo della Nazione. Orbene, come se due non fossero bastati , sulla scena sta facendo le sue prime apparizioni un terzo Bush, John Ellis, detto " Jeb", già governatore della Florida grazie ai voti degli immigrati anti-castristi. Per i repubblicani Bush III sarebbe il candidato ideale a meno di non evocare la guerra in Iraq che oscura il ritratto di famiglia.

 

INTRUGLIO. Capita anche in politica che in tavola arrivino pietanze per le quali occorre uno stomaco di ferro. Ma se il cuoco confonde la cucina con il rancio , nemmeno l' Alka-seltzer potrà servire allo scopo. Neppure presa in dosi industriali la celebre polverina potrebbe facilitare la digestione della miscela in salsa nostalgica servita da Salvini e che ha quali ingredienti di base la nuova Lega " lepenista" , il fascismo di Casa Pound, le croci celtiche, le foto di Mussolini, il linguaggio sboccato, gli slogan di facile presa e abbondanti spruzzate di " vaffa..." per "impreziosire" le varie portate. Se questo è il pantheon della destra italiana, in fuga dal berlusconismo, c'è poco da stare allegri, soprattutto pensando alle future generazioni. All'apposto del famoso slogan questo intruglio più lo mandi giù e meno ti tira su.

 

TRAPPOLA. Rimpiangere Berlusconi? Non sia mai. Troppe ne ha fatte e altre potrebbe ancora combinarne non appena riavrà la piena agibilità politica. Qualcuno però , ancora sotto choc per quanto proposto dal vociante sabato romano del Matteo lombardo, potrebbe essere indotto a credere che l'anziano sultano di Arcore sia tutto sommato il male minore. Sarebbe una trappola. Dall'ex ormai al tramonto, l'astro nascente del Carroccio ha ereditato il populismo incantatore che passa attraverso l'uso disinvolto dei social media. Considerarlo una meteora sarebbe un sbaglio che la sinistra potrebbe pagare a caro prezzo, soprattutto se dovesse continuare a sfarinarsi nella litigiosità , riesplosa alle recenti primarie, e che è tutta olio che cola per chi spinge il Paese alla deriva qualunquista.

 

FALCATE. Da quando è salito sul soglio di Pietro circa due anni fa (13 marzo 2013) Papa Francesco ha dovuto sgomitare. Fin dal primo giorno gli ossequi ingannevoli hanno fatto il paio con le critiche e gli attacchi, diventati sempre più manifesti nello svolazzare delle tonache curiali. Anticonformista anche nel rifiutare scarpette e mantelline rosse, il Vescovo di Roma attraversa a larghe falcate il rosario delle lamentele, nella consapevolezza che ai gesti simbolici e mediatici dovrà fare seguire presto atti ben più significativi per non deludere i fedeli, specie dopo le aperture in fatto di morale sessuale, familiare, matrimoniale e sociale. Ma Jorge Bergoglio potrebbe essere sotto tiro dei tradizionalisti, allo scopo di rendere se non impossibile perlomeno difficile un dibattito approfondito sulla questione.

 

lunedì 2 marzo 2015

Tira una brutta aria

 di Renzo Balmelli 

 

MALESSERE. Tra l'esultanza di Salvini, della Le Pen e compagnia, un po' dovunque cresce l'anti europeismo. E insieme a questa tendenza aumenta il seguito dei partiti che ne hanno fatto la loro bandiera. In verità non esiste proprio nessuna ragione per cui gioire all'idea che l'UE faticosamente costruita venga irrimediabilmente sobillata dai nazionalisti coi loro slogan di facile consumo. I sondaggi dimostrano purtroppo che nella comunità tira una brutta aria. Paesi come l'Italia e persino la Germania, un tempo fieri del loro ruolo di padri fondatori, si scoprono sempre più euroscettici, a disagio con la moneta unica, nostalgici di lira e marco e percorsi da sentimenti di paura. Sentimenti che non sono mai un buon compagno e che rivelano sfiducia reciproca e un diffuso malessere.

 

MITO. Basta mettere a confronto i titoli dei quotidiani italiani e svizzeri per notare già di primo acchito che l'intesa fiscale tra i due paesi non ha la stessa valenza di qua o di la della frontiera. Per i giornali della penisola si tratta di una svolta epocale, in buona sostanza la fine del segreto bancario. La stampa elvetica, più prudente, considera l'accordo solo come l'inizio di una nuova stagione . Due categorie hanno comunque validi motivi per essere inquieti. Da un lato i frontalieri, pagati meno dei residente e non sempre ben visti, che rischiano di trovarsi col cerino in mano nel contenzioso sulla doppia imposizione. Dall'altro tutti quei cittadini elvetici che vedono vacillare un mito ritenuto inamovibile, ma che ora pare travolto da un mondo che sta cambiando velocemente, forse troppo in fretta per loro.

 

DIGNITÀ. Nell'altra metà della Svizzera, quella che non ha approvato l'iniziativa anti stranieri, serpeggia il timore che il deprecato statuto di stagionale, soppresso tredici anni fa in virtù degli accordi sulla libera circolazione delle persone, possa rientrare dalla finestra. Chi ha vinto il referendum, ossia l'UDC del tribuno populista Blocher, preme in questa direzione, indifferente al danno che un simile provvedimento potrebbe arrecare a migliaia di lavoratori, privati della loro dignità. L'ipotesi che detto statuto possa risorgere dalle ceneri fa venire i brividi a chi ha vissuto quella realtà oltremodo precaria, fatta di abusi, e di costanti violazioni dei diritti umani, primo fra tutti il ricongiungimento delle famiglie. Nell'ottica sindacale il 2015 sarà un anno di lotta per opporsi a una simile deriva

 

SFUMATURE. Santo subito. L'irriverente provocazione viene dai "maître à penser" della destra per colpire Mattarella che della legalità si fa interprete anche nei gesti quotidiani. In democrazia è legittimo dissentire dalle scelte che non piacciono. Ma sbertucciare l'inquilino del Quirinale solo perché usa un aereo di linea al posto di un volo di stato è segno di malcelato livore. Non sarà un fatto eccezionale, ma è pur sempre meglio di quando fino a non molto tempo fa su quegli apparecchi, pagati dai contribuenti , salivano le compagne ed i compagni di merenda. Chissà che cosa si inventeranno ora alla notizia che il Presidente per una trasferta a Firenze ha utilizzato il treno e il tram. Saranno come minimo cinquanta sfumature di pessimo gusto.

 

CONGIUNTIVO. Dalle parti di Forza Italia la satira è un boccone amaro da ingoiare. Il leitmotiv è l'ormai logoro piagnisteo che nel Paese la satira è sempre stata in mano ai comunisti. Nulla di meno vero. Riviste celebri come il Candido, il Guerin Meschino, Il Borghese, nonché collaboratori di vaglia rispondenti ai nomi di Longanesi e Guareschi seppero imprimere alle pubblicazioni un carattere prevalentemente anticomunista. Oggi probabilmente su quel versante manca un po' la materia prima e a volte i risultati possono essere catastrofici. Capita così di leggerne delle belle, tipo questa: se gli autori "agirebbero" per la loro fede, la satira di destra non sarebbe ridotta ai minimi termini. Ma se già traballa la fede nei congiuntivi, è vano sperare in un miracolo.

 

FIDUCIA. Quattro donne assurte agli onori dell'attualità stanno dando dell'Italia un'immagine nuova e vincente. Quattro signore che si muovono in discipline molto diverse che vanno dall'astronautica, alla fisica nucleare, dalla diplomazia europea, alla creatività. Stiamo parlando di Samantha Cristoforetti, prima donna italiana nello spazio per una lunga missione, di Fabiola Gianotti, da poco direttrice generale del CERN, di Federica Mogherini, ministro degli esteri dell'UE, e di Milena Canonero, una delle più importanti costumiste al mondo, che ha vinto il suo quarto Oscar per il film " The Grand Budapest Hotel", collocandosi nella scia di De Sica e Fellini. In ambiti diversi, ma con uguale passione, queste quattro donne restituiscono fiducia a un Paese umiliato dal bunga bunga.

 

TAROCCO. Or dunque prepariamoci a vivere i mondiali di calcio del 2022 in compagnia di Babbo Natale. L'incredibile idea, destinata a sconvolgere le vacanze natalizie nonché il calendario dei vari campionati nazionali e della Champion's League , è maturata nei piani alti della FIFA dopo lunghi conciliaboli. Nel tempio del calcio finalmente hanno capito che in Qatar d'estate fa un caldo boia e che giocare al pallone in quelle condizioni non è come una passeggiata sotto le fresche frasche. Ma quei mondiali s'hanno da fare, ad ogni costo. Tuttavia un po' meno fariseismo non sarebbe stato fuori posto nonostante la mole degli interessi che gravitano attorno alla manifestazione assegnata all'emirato dopo una votazione turbolenta che qualcuno ha però definito la più taroccata della storia.