Se permettiamo che lungo un'autostrada della civile Europa dei lumi…
di Renzo Balmelli
ORRORE. Se permettiamo che lungo un'autostrada della civile Europa, l'Europa dei lumi che nella circostanza è apparsa in tutta la sua impotenza, si consumi l'orrore del TIR della morte, siamo a un passo dallo sgretolamento dei valori, conquistati negli anni con tanta fatica, attorno ai quali fa perno la storia del nostro continente. Se uomini, donne e bambini muoiono come si moriva nelle camere a gas, asfissiati, il volto sfigurato dal terrore, sulle lapidi senza nome e senza pace di questa Spoon River della disperazione, scriveremo soltanto epitaffi privi di senso. In un sussulto di compassione, possiamo solo sperare che lo sgomento serva almeno ad aprirci gli occhi, troppo spesso distratti dall'indifferenza. Sempre che non sia troppo tardi.
MIGRANTI. Litigiosa e disorganizzata, l'UE non ha una strategia ne soluzioni per affrontare la peggiore tragedia umanitaria del secolo. Ad approfittarne sono i mercanti di uomini, schiavisti senza cuore dell'era moderna, e gli spacciatori della demagogia e della paura che ovunque lucrano consensi elettorali speculando sugli istinti più riposti. Sull'autotreno abbandonato in Austria la scritta campale offriva " carne genuina", ultimo oltraggio ai migranti, alle vittime della follia umana, finanche costretti a pagare per un esodo che non di rado conduce a una fine atroce. Questa non è l'Europa pensata dai padri fondatori, ma che potrebbe diventarlo se l'egoismo sarà più forte della solidarietà, se al posto del multiculturalismo imboccheremo la deriva del multi razzismo.
FUGA. Che la Siria, l'Irak, l 'Afghanistan e la Libia, col concorso di sciagurate politiche locali e internazionali, sia il crogiolo di mille prevaricazioni è un fatto incontrovertibile. Credere però che il radicalismo dell'ISIS offra la risposta al bisogno di riscatto delle popolazioni colpite dai soprusi è una interpretazione priva di senso. L'affronto fatto alla " sposa del deserto" come viene soprannominata Palmira non ha nulla di minimamente paragonabile al mirabile affresco di Pellizza da Volpedo sul Quarto Stato e il progresso della condizione umana. Come evolverà il Califfato è tutto da verificare, ma quel che è certo è che finora dal suo teatro operativo si è messa in marcia una fuga di proporzioni bibliche.
ETICHETTE. Fa sorridere l'ossimoro del "capitalismo comunista" ripescato dagli ammuffiti sepolcri della guerra fredda quasi a volere farci credere che la crisi cinese e il terremoto borsistico di Shanghai abbiano una specifica matrice ideologica e non siano invece, come è già accaduto in occidente, il frutto di speculazioni azzardate. Indifferente alle etichette il capitalismo d'assalto sotto ogni latitudine ha un solo scopo: accumulare ricchezze senza guardare in faccia a nessuno, neanche a Mao. Alcuni, pochi, hanno tutto, gli altri nulla. Questa è la semplice morale di una disavventura finanziaria come ce ne saranno altre sotto il segno dell'avidità.
SCANDALO. Nella Roma di Cinecittà, tanto amata dai registi, è diventato un copione maledettamente reale lo sfregio inferto dal funerale mafioso all'orgoglio della millenaria caput mundi e all'immagine, di cui andare meno fieri, dello stato e delle sue leggi, usciti vistosamente ammaccati dalla plateale provocazione. Sebbene il clamore mediatico, forse per non dilatare l'imbarazzo, sia andato scemando, resta la gravità di un episodio che al di la della pacchiana esibizione, mostra fino a che punto gli intrecci criminosi possano infiltrarsi nei gangli della società dando vita a un potere parallelo che soffoca la vita quotidiana e deturpa questi luoghi di incomparabile bellezza.
IDEALISTA. Con lui in Italia il patto del Nazareno non sarebbe mai nato. A 66 anni l'inglese James Corbyn, astro nascente dei laburisti, " idealista puro e duro" come ama definirsi, si dichiara nemico giurato dei compromessi che guastano l'anima del socialismo. Con l'entusiasmo di un neofita, Corbyn, amatissimo dai giovani che ne apprezzano il rigore e l'onestà, si accinge a scalare i vertici del partito da troppo tempo a secco di vittorie. L'ondata di sostegno a favore di Corbyn ha però messo in crisi "l'establishment" del Labour Party che considera l'eventuale svolta a sinistra dell'arzillo rivoluzionario un regalo insperato per i conservatori. Boh!
LEGGENDA. In questi giorni non c'era televisione che per celebrare i 100 anni della nascita di Ingrid Bergman non avesse in palinsesto la diffusione di Casablanca, il film di Michael Curtiz girato nel 1942 che ha resistito al passare delle mode senza mai invecchiare. Il fascino della pellicola, che oltre alla Bergam si avvale anche di altri grandi attori tra cui Humphrey Bogart, risiede nelle capacità di mescolare il melodramma, la resistenza e l'amicizia al clima di un'epoca in cui l'identificazione del male, impersonato dai nazisti, non si prestava a equivoci. Al di la dei cliché esotici, è la commozione del "Suonala ancora Sam" che ha consegnato Casablanca alla leggenda