lunedì 4 luglio 2011

Sostituire le cannoniere con il negoziato



di Renzo Balmelli







PACE - In diretta tv a un giornalista del Time è sfuggito un epiteto irripetibile su Obama che gli è costato il posto. Non gli andava a genio, come ad altri detrattori del presidente, che si potesse preparare la pace col pensiero rivolto alle elezioni 2012 . Nell'Afghanistan, pur con i limiti dettati da una situazione incancrenita, l'inquilino della Casa Bianca prova a realizzare l'impegno assunto con l'America e il mondo: sostituire le cannoniere con il negoziato. La morale di Obama non è equivoca: le guerre sono una cosa molto seria, facciamone il meno possibile. Senza un secondo mandato, la nobile impresa rischia di essere vanificata dal Tea Party.







AGONE - Negli Stati Uniti i repubblicani hanno fame di rivincita. Ogni giorno si allunga l'elenco dei pretendenti che si gettano nella mischia per ottenere l'investitura e sfidare cosi' Barak Obama. L'ultima a scendere in campo è stata Michele Bachmann, la Palin del Minnesota, che pero' dovrà lavorare di gomiti per scremare l'affollato agone delle primarie. Quantità d'altronde non fa rima con qualità. La Bachmann ha voluto dare l'annuncio da Waterloo, nello Iowa, ma il nome della località forse non era il piu' appropriato per impensierire seriamente Obama.







ETICA - Refrattaria agli effetti pirotecnnici di Sarkozy, Martine Aubry è una socialista rosso antico, seria e rigorosa. In corsa per l'Eliseo, con discrete probabilità di scalzare i rivali, basa il suo credo sulla morale, la severità verso se stessa, il senso della giustizia , la cultura. Valori ricevuti in dote dal padre, Jacques Delors, artefice dell'UE, che avrebbe potuto essere un grande presidente, ma vi rinuncio' per non sottostare ai compromessi. La sua scelta viene ricordata come un esempio di coerenza etica che in altri contesti (si pensi ad Arcore) sarebbe lunare.







BEFFA - In Europa si contano sulle dita di una mano i paesi virtuosi nella gestione dei conti dello stato. Sono Finlandia, Danimarca e Lussemburgo. Altrove (Atene docet) la montagna complessiva del debito pubblico raggiunge altezze da fare impallidire l'Everest. In Italia per non finire tra i reprobi il campione dei trucchi che guida il paese si è inventato l'ennesima beffa: la manovra scaglionata che illude i cittadini, impensierisce il Colle, imbroglia i mercati, riserva al governo i pannicelli caldi, ossia la fase comoda, e scarica sui posteri i sacrifici piu' dolorosi. Una via di fuga a dir poco pilatesca per una maggioranza in liquidazione.







ADUNATA - Piu' che una cerimonia d'investitura, l'incoronazione di Alfano a segretario del Pdl pareva un'adunata oceanica d'altri tempi, con gli astanti pronti a scattare in piedi a ogni frase del conducator. Ben assecondato dallo zelo del Tg1, ormai da lunga pezza veicolo organico alla maggioranza , il gran maestro di sala è stato il premier che all'apice del florilegio autocelebrativo ha esortato gli italiani e erigergli un monumento. Per ora gli elettori gli hanno mandato un avviso di sfratto, ma viste le premesse i 18 mesi che mancano alla fine della legislatura e che potrebbero segnare la conclusione dell'infausta era berlusconiana, promettono di essere incandescenti







RESURREZIONE – Può essere di aiuto la letteratura per provare a capire l'anima profonda di Napoli, umiliata e tradita. Si scoprono analogie con la Ninfa plebea di Domenico Rea, la Miluzza del romanzo "che se l'è vista brutta, ma brutta assai da quando è nata". Oppure con la poetica, distaccata e cinica, de La pelle di Curzio Malaparte. C'è pero' anche il rovescio in positivo - ed è qui che vien fuori il vero carattere della gente - nel nuovo abisso in cui è piombata la città. Nonostante le avversità non si esaurisce la spinta verso una tolstoiana resurrezione che costituisce la cifra vitale e appassionata di questa metropoli al crocevia delle culture. Uscire dall'emergenza-rifiuti si puo', occorre isolare coloro che Beppe Severgnini chiama i pirana civili, pronti a divorare anche San Gennaro. Si puo', a dispetto del bieco ostracismo leghista.







SCHIAVE - Siamo agli antipodi dei locali alla moda nel quartiere cinese di Milano dove sembra invece di essere tornati al medioevo dei diritti sul lavoro. E nessuno ne avrebbe saputo nulla se tre operaie, costrette al telaio 17 ore al giorno, non avessero avuto il coraggio di rompere l'omertà e denunciare forme di sfruttamento spietate. La rivolta delle donne-schiave merita la massima attenzione, anche perché meraviglia la passività della precedente amministrazione mentre prosperavano i " laboratori-carcere" in violazione dei diritti umani.




ORSO - L'orso non si mangia, è in via d'estinzione e va protetto. Ma al Carroccio sembra importare ben poco, tanto da organizzare un fiero pasto con questa carne in spregio alle iniziative del Wwf per ripopolare le montagne trentine. Per rendere l'idea, bisogna immaginarli questi padani come tanti Obelix attorno al povero plantigrado che si aggira solitario tra i boschi. Nel Pdl sono sconcertati. Ma i promotori insistono e assicurano che si tratta di merce non italiana, da consumare quindi senza rimorsi. Certo, sarebbe davvero incredibile, con tutto il rispetto per la sorte del grizzly nostrano, se a staccare la spina del governo fosse un banchetto che i berlusconiani definiscono evento barbarico. Ma in un parlamento dove i fatti sono pochi, e quei pochi ad personam, tutto è possibile ormai.