lunedì 2 marzo 2015

Tira una brutta aria

 di Renzo Balmelli 

 

MALESSERE. Tra l'esultanza di Salvini, della Le Pen e compagnia, un po' dovunque cresce l'anti europeismo. E insieme a questa tendenza aumenta il seguito dei partiti che ne hanno fatto la loro bandiera. In verità non esiste proprio nessuna ragione per cui gioire all'idea che l'UE faticosamente costruita venga irrimediabilmente sobillata dai nazionalisti coi loro slogan di facile consumo. I sondaggi dimostrano purtroppo che nella comunità tira una brutta aria. Paesi come l'Italia e persino la Germania, un tempo fieri del loro ruolo di padri fondatori, si scoprono sempre più euroscettici, a disagio con la moneta unica, nostalgici di lira e marco e percorsi da sentimenti di paura. Sentimenti che non sono mai un buon compagno e che rivelano sfiducia reciproca e un diffuso malessere.

 

MITO. Basta mettere a confronto i titoli dei quotidiani italiani e svizzeri per notare già di primo acchito che l'intesa fiscale tra i due paesi non ha la stessa valenza di qua o di la della frontiera. Per i giornali della penisola si tratta di una svolta epocale, in buona sostanza la fine del segreto bancario. La stampa elvetica, più prudente, considera l'accordo solo come l'inizio di una nuova stagione . Due categorie hanno comunque validi motivi per essere inquieti. Da un lato i frontalieri, pagati meno dei residente e non sempre ben visti, che rischiano di trovarsi col cerino in mano nel contenzioso sulla doppia imposizione. Dall'altro tutti quei cittadini elvetici che vedono vacillare un mito ritenuto inamovibile, ma che ora pare travolto da un mondo che sta cambiando velocemente, forse troppo in fretta per loro.

 

DIGNITÀ. Nell'altra metà della Svizzera, quella che non ha approvato l'iniziativa anti stranieri, serpeggia il timore che il deprecato statuto di stagionale, soppresso tredici anni fa in virtù degli accordi sulla libera circolazione delle persone, possa rientrare dalla finestra. Chi ha vinto il referendum, ossia l'UDC del tribuno populista Blocher, preme in questa direzione, indifferente al danno che un simile provvedimento potrebbe arrecare a migliaia di lavoratori, privati della loro dignità. L'ipotesi che detto statuto possa risorgere dalle ceneri fa venire i brividi a chi ha vissuto quella realtà oltremodo precaria, fatta di abusi, e di costanti violazioni dei diritti umani, primo fra tutti il ricongiungimento delle famiglie. Nell'ottica sindacale il 2015 sarà un anno di lotta per opporsi a una simile deriva

 

SFUMATURE. Santo subito. L'irriverente provocazione viene dai "maître à penser" della destra per colpire Mattarella che della legalità si fa interprete anche nei gesti quotidiani. In democrazia è legittimo dissentire dalle scelte che non piacciono. Ma sbertucciare l'inquilino del Quirinale solo perché usa un aereo di linea al posto di un volo di stato è segno di malcelato livore. Non sarà un fatto eccezionale, ma è pur sempre meglio di quando fino a non molto tempo fa su quegli apparecchi, pagati dai contribuenti , salivano le compagne ed i compagni di merenda. Chissà che cosa si inventeranno ora alla notizia che il Presidente per una trasferta a Firenze ha utilizzato il treno e il tram. Saranno come minimo cinquanta sfumature di pessimo gusto.

 

CONGIUNTIVO. Dalle parti di Forza Italia la satira è un boccone amaro da ingoiare. Il leitmotiv è l'ormai logoro piagnisteo che nel Paese la satira è sempre stata in mano ai comunisti. Nulla di meno vero. Riviste celebri come il Candido, il Guerin Meschino, Il Borghese, nonché collaboratori di vaglia rispondenti ai nomi di Longanesi e Guareschi seppero imprimere alle pubblicazioni un carattere prevalentemente anticomunista. Oggi probabilmente su quel versante manca un po' la materia prima e a volte i risultati possono essere catastrofici. Capita così di leggerne delle belle, tipo questa: se gli autori "agirebbero" per la loro fede, la satira di destra non sarebbe ridotta ai minimi termini. Ma se già traballa la fede nei congiuntivi, è vano sperare in un miracolo.

 

FIDUCIA. Quattro donne assurte agli onori dell'attualità stanno dando dell'Italia un'immagine nuova e vincente. Quattro signore che si muovono in discipline molto diverse che vanno dall'astronautica, alla fisica nucleare, dalla diplomazia europea, alla creatività. Stiamo parlando di Samantha Cristoforetti, prima donna italiana nello spazio per una lunga missione, di Fabiola Gianotti, da poco direttrice generale del CERN, di Federica Mogherini, ministro degli esteri dell'UE, e di Milena Canonero, una delle più importanti costumiste al mondo, che ha vinto il suo quarto Oscar per il film " The Grand Budapest Hotel", collocandosi nella scia di De Sica e Fellini. In ambiti diversi, ma con uguale passione, queste quattro donne restituiscono fiducia a un Paese umiliato dal bunga bunga.

 

TAROCCO. Or dunque prepariamoci a vivere i mondiali di calcio del 2022 in compagnia di Babbo Natale. L'incredibile idea, destinata a sconvolgere le vacanze natalizie nonché il calendario dei vari campionati nazionali e della Champion's League , è maturata nei piani alti della FIFA dopo lunghi conciliaboli. Nel tempio del calcio finalmente hanno capito che in Qatar d'estate fa un caldo boia e che giocare al pallone in quelle condizioni non è come una passeggiata sotto le fresche frasche. Ma quei mondiali s'hanno da fare, ad ogni costo. Tuttavia un po' meno fariseismo non sarebbe stato fuori posto nonostante la mole degli interessi che gravitano attorno alla manifestazione assegnata all'emirato dopo una votazione turbolenta che qualcuno ha però definito la più taroccata della storia.