mercoledì 6 luglio 2016

Meno banche, più valori

di Renzo Balmelli 

 

PROMESSA. Meno banche, più valori. Con questa premessa che vale come promessa di un futuro più equo, nella cabina di regia italo-fran­co-tedesca si preme sull'acceleratore per stabilire se dopo la Brexit la lingua franca dell'Unione continuerà a essere l'inglese. Sempre un pochino snob, i sudditi di Sua Maestà invece prendono tempo, ritar­dano le pratiche del divorzio, studiano clausole speciali, fingendo di non capire che non si può stare dentro restandone fuori pur di non perdere i vantaggi acquisiti. Lo slogan preferito da Margaret Thatcher che reclamava la restituzione dei suoi soldi (give me my money back) grazie al quale negoziò condizioni di favore che gli altri Paesi non hanno avuto, aleggia sempre nell'aria con la speranza che la storia si ripeta. Insomma ne vedremo ancora delle belle (o brutte, dipende) tra Londra e Bruxelles prima che l'ADL riprenda le pubblicazioni a conclusione della pausa estiva. Come minimo sarà un'estate torrida anche se nella City come al solito pioverà. 

 

RIVOLUZIONE. Dire dove ci condurrà la Brexit col suo basto di in­si­diose incognite nel Regno ormai disunito e avvelenato dal clima del “tutti contro tutti”, è un pronostico che nemmeno i bookmakers più av­veduti si azzardano a fare. Sarà però un processo molto lungo che ri­schia di lacerare del tutto un tessuto già abbondantemente rovinato. Le spinte secessioniste della Scozia e in un certo qual senso anche della ca­pitale che teme l'isolamento non concorrono certo a rasserenare il cli­ma. Poi si tratta di capire bene come si è arrivati a questo punto. Eco­nomia e finanza, chiamate in causa da varie parti, non hanno solo demeritato, ma il loro linguaggio molto spesso si è rivelato troppo ari­do per arrivare al cuore dell'uomo. Ora serve una rivoluzione culturale capace di recuperare la fiducia, le visioni e le speranze che sono andate perse, sacrificate alla logica della chiusura contro quella dell'apertura. Ma la politica ne sarà capace?

 

TRAPPOLA. Nella patria di Winston Churchill che auspicava l'Europa federalista in antitesi alla cortina di ferro, qualcosa è andato storto. Chi vede il bicchiere ancora mezzo pieno e invita a non cedere alla rassegnazione, sostiene che il progresso non si può fermare. Non ha torto. Ma al di là della nebbia che di colpo ha reso difficile la traversata della Manica, l'orizzonte appare fosco, mentre guadagnano la scena personaggi poco affidabili. Personaggi politici sparsi in vari Paesi, che Lee Masters, celebrato autore della vicenda di Spoon River, non esiterebbe a definire "bugiardi e padri della menzogna" per la perfidia con la quale hanno manipolato la paura del domani, dei migranti e dell'identità a repentaglio. Sono attori scadenti che ci stanno infilando in una "Trappola per topi", però molto meno avvincente del capolavoro di Lady Clarissa Miller, meglio nota come Agatha Christie. 

 

MANIFESTO. Sembrano scritte in questi giorni tanto suonano attuali, e invece risalgono al 1944, quando la guerra e l'Olocausto facevano sfracelli, le considerazioni apparse sull'Avvenire dei Lavoratori di quei tempi a sostegno degli Stati Uniti d'Europa. Sotto lo sguardo torvo degli sgherri di regime, cresceva tra le popolazioni oppresse dalla dittatura nazi-fascista l'aspirazione molto diffusa per un ordine tra le Nazioni europee che servisse veramente a garantire la pace, la libertà e la giustizia. In condizioni difficilissime, la testata della Resistenza si faceva interprete di un ideale ispirato al sogno del Manifesto di Ventotene che ebbe un ruolo pionieristico nel definire in chiave moderna il concetto di Europa. Quella lezione di tolleranza è una preziosa eredità da consegnare alla generazione di Erasmus, agli orfani di Jo Cox e a tutti gli europei che non vogliono più guerre, né muri. 

 

MESSAGGIO. Incollati al televisore per l'abbuffata di calcio europeo, per un istante ci eravamo dimenticati, complice anche il sisma britannico, che sopra di noi continua a volteggiare minaccioso un mostro senza cuore, sempre pronto a colpire nel mucchio. Con il sanguinoso attentato all'aeroporto di Istanbul siamo stati di colpo riacciuffati dalla spaventosa realtà rappresentata dal terrorismo che non concede tregua anche se a volte può dare la fallace illusione di avere attenuato la sua strategia omicida. Quanto avvenuto nella metropoli sul Bosforo ci conferma invece che malgrado lo spiegamento di un capillare e meticoloso dispositivo di sicurezza dovremo attenderci altri attacchi micidiali. Anche se non ci sono rivendicazioni, molti analisti concordano nel ritenere che l'offensiva, oltre a seminare il panico e stroncare il turismo, abbia quale scopo finale la riconquista dell'antica Costantinopoli al quale il Califfato attribuisce un alto valore simbolico. A tale proposito il messaggio sembra esplicito.

 

COPERCHIO. Come il fantomatico idraulico polacco trasformato in capro espiatorio di tutte le magagne, anche la Brexit sembra destinata a diventare un coperchio per tutte le pentole atto a giustificare ciò che non funziona. Il primo banco di prova è stato la Spagna. Se le elezioni non hanno risolto il rebus di Madrid, se dalle urne non è uscita la ricetta magica per assicurare la governabilità, se lo scenario per il futuro non promette nulla di buono, secondo gli osservatori bisogna cercarne le ragioni nello choc del referendum britannico. Magari sarà in parte anche vero. Ma non esageriamo. La Nazione iberica ha alle spalle mesi e mesi di inutili trattative che hanno evidenziato la distanza anche storica tra un partito, il PP, nato dalle ceneri del franchismo, e la sinistra incapace di riconoscersi nel comune obiettivo del "pueblo unido". Chi più, chi meno, entrambi escono sconfitti, e come si vede la stagione dell'incertezza e dell'instabilità viene da molto lontano. 

 

GENOCIDIO. Se esiste ancora una letteratura che non considera "genocidio" lo sterminio di un milione e mezzo di armeni, francamente non si riesce a immaginare cos'altro debba accadere per farci aprire gli occhi davanti all'orrore. A maggiore ragione se il massacro di quel popolo è rimasto a lungo confinato nell'oblio e trattato alla stregua di un danno collaterale della storia. Tanto che stando a quanto si racconta pare che Hitler fosse convinto che se l'avevano fatto gli altri, se lo poteva permettere anche il Terzo Reich. Suonano dunque come una netta cesura, dopo l'assodante silenzio del Vaticano negli anni dell'ultima guerra, le parole di Papa Francesco, che ha usato il termine “genocidio” senza curarsi della ragion di stato. Lo sterminio degli armeni è stato il primo genocidio del '900 e se la comunità internazionale non avesse guardato dall'altra parte forse si sarebbero evitate tante sofferenze. 

 

MIRACOLO. Al pari del volo, che non funziona senza mezzi meccanici o con improbabili ali di cera pronte a liquefarsi al primo sole, anche camminare sull'acqua è un miracolo precluso all'uomo. Tuttavia, poiché provarci non è vietato da nessuna legge, il grande artista americano Christo, famoso per l'originalità con la quale impacchetta i palazzi, è riuscito a realizzare un'opera che in un certo qual senso ha evocato l'ebbrezza di camminare davvero sulle acque, quelle dell'incantevole lago d' Iseo. Il colpo di genio è dovuto una passerella galleggiante presa d'assalto dai turisti. Chi c'è stato ha provato la sensazione di vivere un'esperienza fuori dal comune muovendosi in totale libertà e leggerezza lungo i quattro chilometri e mezzo della pedana. Da anni Christo inseguiva il suo sogno trovando sempre porte chiuse tranne che in Italia dove il progetto è arrivato a buon fine in barba alla burocrazia con una rapidità fuori dal comune. E questo sì che è un miracolo.

 

GIGANTE. Aveva scelto di chiamarsi Bud per via della birra e Spencer in onore di Spencer Tracy, l'attore che più ammirava. Di vero nome faceva Carlo Pedersoli ed era olimpionico di nuoto. L'eroe degli "spaghetti western" con (e senza) Terence Hill, dall'alto della sua stazza imponente era il gigante buono che menava schiaffoni, ma senza realmente fare male. Aveva realizzato in questo senso una perfetta alchimia che non istigava alla violenza, non metteva paura ai bambini, faceva trascorrere un paio d'ore di divertimento e alla fine smascherava comunque i cattivoni, tuttavia senza intenti vendicativi. Un bel messaggio, non c'è che dire, che ha fatto amare Bud Spencer, scomparso a 86 anni, in tutto il mondo e in tutte le lingue in cui è stato doppiato. Visti e rivisti in televisione i suoi film si guardano sempre con piacere, senza mai annoiarsi, cosa che non succede spesso.