martedì 30 marzo 2010

Una nuova primavera

di Renzo Balmelli 
 
RISVEGLIO. Ormai è chiaro che il prossimo passaggio alle urne costituirà una scelta di campo di gran lunga superiore a una normale consultazione amministrativa. Ne è prova evidente l’assordante nervosismo che affligge la maggioranza, spaventata dal contagio della sindrome francese. Abbandonato ogni pudore, il premier prova di nuovo a gabellare gli elettori mettendo sul piatto il disco rotto del partito dell’amore, un logoro copione già visto molte volte. Da vero sultano insofferente alle regole invade le tv, se ne fa un baffo della par condicio, e un giorno si, l'altro pure inventa assurdi teoremi sul pericolo rosso ed i magistrati complottisti. A furia di sparare balle anche la piazza diventa tarocca e l’indecente battaglia delle cifre con la Questura è la spia della deriva verso cui scivola il Pdl. Da una settimana pero’ è primavera. Dopo il tracollo della destra a Parigi e Washington c’è in giro un’aria nuova che molti sperano di incrociare anche in Italia. Al di la degli imbrogli mediatici, il berlusconismo coincide con un periodo nel quale non è accaduto nulla di buono e nessuna promessa ha finito col concretizzarsi. Vedremo a giorni se anche a Roma suonerà l’ora del risveglio.

INGERENZA. Alla CEI non si puo’ negare la facoltà di difendere valori da essa considerati irrinunciabili. Ma con le elezioni alle porte, la discesa in campo della Conferenza episcopale ha finito col sollevare piu' di un dubbio sul suo carattere eminentemente pastorale. Data l'enfasi posta nell'appello elettorale contro l'aborto poi sfociato nell'invito ai cattolici di esprimere preferenze solo in favore dei candidati di provata fede, era fatale che si insinuasse il tarlo del sospetto. Del resto non è un mistero che in Vaticano abbiano vissuto malissimo il pasticcio delle liste che puo’ far vincere Emma Bonino nel cuore della Cristianità. Al netto delle intenzioni pareva di rivivere il clima delle indebite ingerenze nelle cose italiane di stampo pre-conciliare. Per certi versi l'intervento di Angelo Bagnasco ha riportato alla memoria la scena memorabile del film in cui il parroco, fingendo di non dare consigli, in realtà esortava i fedeli a fare in modo che il loro voto fosse democratico e cristiano.

RILANCIO. La svolta non fa una grinza. Con l’approvazione della riforma sanitaria, il presidente americano riafferma la centralità del governo a tutela delle fasce piu’ deboli, spesso tartassate dai soprusi burocratici. Dopo la traumatica sconfitta in Massachusetts, l’inquilino della Casa Bianca ha raddrizzato la barra ed ha trovato la maggioranza per mandare in soffitta la medicina a due velocità. Un progetto che nessuno prima di lui era mai riuscito a portare in porto. Chi ne parlava veniva subito etichettato come comunista. Grazie a questo successo, senz’altro il piu’ prestigioso del suo ancor breve mandato, Obama sfida a viso aperto il populismo repubblicano che si radicalizza sempre piu’, fa leva sugli istinti piu’ riposti e sa dire soltanto no. Ora lo aspettano occupazione, finanze, nonché la crisi grave e profonda con Israele. Tutti temi caldi per rilanciare la presidenza e fugare lo spettro di una sconfitta annunciata a novembre

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AMBIZIONI. Alle illusioni ci crede solo chi vuol crederci e Sarkozy l'ha imparato a sue spese. Monsieur le Président è stato messo sotto scacco dal ritrovato orgoglio della gauche, ma anche dal naufragio del suo programma neoliberale, infarcito di slogan e inadempienze. I francesi stufi di tante promesse e di pochi fatti hanno bocciato la politica di “rottura” sarkozysta che ha perso per strada i pezzi di un ambizioso progetto di riforme. Nel mezzo del cammin della presidenza, l’inquilino dell’Eliseo si trova dunque a ricominciare da capo, dopo avere dilapidato il grande consenso popolare che lo aveva portato al trionfo. Gli elettori hanno fatto una scelta a favore della sinistra per una politica che li protegga, li difenda nella vita quotidiana. Una scelta ragionata, tanto piu’ che nell’ombra è in agguato l’estrema destra di Le Pen, sempre pronta a rimestare nel calderone del malcontento per guadagnare consensi alle sua bacata ideologia.

DIMENTICATO. Mentre a Roma la destra inscenava la sua“oceanica adunata”, poco distante si celebrava la Giornata mondiale dell’acqua nel silenzio piu’ assoluto. E’ sconcertante l’indifferenza nei confronti di un problema che ha conseguenze letali per milioni di persone sulla terra. Nemmeno le guerre e le violenze che tormentano ogni angolo del pianeta, messe tutte insieme, sono tanto funeste quanto la scarsità di un bene primario che dovrebbe essere di tutti, senza vincoli e balzelli. Per il flagello della sete ogni giorno muoiono 5.000 bambini. Otto milioni di morti all’anno. Il dramma si consuma lontano da telecamere e notiziari, ma uccide quanto il più spietato dei virus. In questi giorni sul tema dell'acqua si parla dello Yemen, un luogo di rara belllezza cantato da Moravia e Pasolini, ma dimenticato dall’Occidente . Nel paese noto agli antichi romani come Arabia Felix la penuria idrica minaccia di portare al collasso definitivo una civiltà millenaria senza la quale il mondo sarebbe immensamente piu’ povero. La scarsità di aiuti per lo Yemen contrasta dolorosamente con le decine di miliardi spesi per rifare il trucco a un parco giochi per adulti e finanzieri d'assalto che è Dubai.     

mercoledì 24 marzo 2010

BRISCOLA

di Renzo Balmelli 

TORTURA.
Non esiste assolutamente nessun motivo che possa giustificare il ricorso alla tortura. Chi ha presente l’orrore dei Lager nazisti, dei gulag , della garrota franchista, delle prigioni argentine durante la dittatura , delle carceri cilene ai tempi di Pinochet, dei campi di rieducazione gestiti dai khmeri rossi non ignora fino a che punto di abiezione possa arrivare la prevaricazione dell’uomo sull’uomo. Tuttavia per quanto possa parere impossibile, sul piano morale esiste di peggio. C’è l’orrore di chi lucra e si arricchisce con gli strumenti del dolore utilizzati per estorcere confessioni. A questo proposito fa accapponare la pelle il rapporto di Amnesty che parla di congegni di tortura prodotti e venduti da varie aziende grazie alle falle legislative che permettono di farla franca a dispetto delle rigorose misure di controllo entrate in vigore tre anni fa. Diversi stati europei , fra cui anche l’Italia, non sono abbastanza determinati nell’applicazione di tali leggi e talvolta anziché intervenire preferiscono guardare dall’altra parte. Si arriva cosi’ al paradosso che un’intera gamma di prodotti che non hanno altro scopo se non quello di infliggere sofferenze sono apertamente commercializzati su Internet. Dopo un decennio di campagne la cassetta degli attrezzi del torturatore è sciaguratamente sempre ben fornita mentre in pari tempo la strada che porta al rispetto dei diritti umani resta ancora tutta in salita.

SINDROME.
Fanno finta di niente, ma a destra la batosta incassata da Sarkozy ha lasciato il segno. Nel Pdl parlare di sindrome francese è tassativamente vietato. Invece è fuor di metafora che le notizie da Parigi hanno contribuito a rendere grigio il clima in casa della maggioranza , passata dalla sensazione di una vittoria schiacciante all’incubo di un esito avaro di certezze. Anche l’inquilino dell’Eliseo, forte del consenso elettorale, era convinto di essere in una botte di ferro. Invece i risultati non proprio esaltanti delle presidenza, alla lunga hanno finito con lo scontentare fasce sempre piu’ ampie di popolazione. Chi non l’ha bocciato, si è astenuto che è una protesta non meno vistosa. Sotto il cielo di Roma, il Cavaliere senza regole , che disprezza la legalità e passa da uno scandalo all’altro, non è messo meglio. Col suo operato ha portato il Paese nel caos e ora bisogna trovare il modo di salvare cio’ che resta della democrazia repubblicana. Forse non ci sarà ancora un sorpasso del Pd, ma a questo punto l’ipotesi di una scossa salutare appare non solo verosimile, ma addirittura necessaria. Dopotutto se c’è riuscita la gauche d’oltralpe, che veniva da una lunga traversata del deserto, perché non dovrebbe farcela la sinistra italiana?

BRISCOLA.
E’ davvero sconcertante l’immagine del Presidente del Consiglio che trascorre le giornate a concertare le strategie per oscurare le trasmissioni televisive a lui sgradite. Invece di svolgere le mansioni per le quali è stato eletto, perde perfino tempo a spiegare al direttore del Tg1 RAI che cosa deve dire nell'editoriale del giorno dopo. Tutto purché non passi nel servizio pubblico una mezza informazione sui processi che lo riguardano. Sono pratiche inaudite, vergognose. In un ordinamento rispettoso della divisione dei poteri, nessun esponente di partito, di qualsiasi colore, deve sentirsi legittimato a interferire nel lavoro delle redazioni. Se lo fa significa che da qualche parte il meccanismo si è spezzato. Purtroppo qualsiasi discorso sulla deontologia professionale casca come una pera marcia se chi sta al vertice delle news finisce col diventare l’asso di briscola di chi comanda. Quando si manifestano torsioni tanto gravi, si cade nel peggiore degli equivoci. Poco alla volta l’utente si trova immerso in un concentrato nauseabondo di regime spacciato come informazione. Si, è ora di tornare a fare dell’Italia un paese normale.    

lunedì 15 marzo 2010

Trovato l'inganno, ecco la legge 


No, l’Italia vera, l’Italia della gente perbene, non puo’ essere quella che vista da fuori appare in preda al furore autodistruttivo di chi le prova tutte per assecondare le smanie plebiscitarie del sultano.

di Renzo Balmelli 

INGANNO.
Non è questa l’Italia che immaginavo. In questi giorni turbolenti per la Repubblica si avverte un senso di profondo scoramento, quasi di sgomento, nelle parole di Ciampi e altri auterevoli "servitori" dello Stato per la deriva verso cui la destra, questa destra priva di scrupoli, sta portando il paese . No, l’Italia vera, l’Italia della gente perbene, non puo’ essere quella che vista da fuori appare in preda al furore autodistruttivo di chi le prova tutte per assecondare le smanie plebiscitarie del sultano . Nel penoso pasticcio delle liste tocca cosi’ assistere a un abberrante, inaccettabile torsione del sistema democratico che è causa di gravi inquietudini. Adesso , mentre il Pdl annaspa per uscire dai suoi guai, c’è da avere paura all’idea che strapazzando la civiltà politica e giuridica passi il principio in virtu’ del quale le regole possono essere impunemente manipolate in funzione del consenso. Col pretesto di tutelare il diritto di voto, diritto che non è mai stato minimamente in pericolo, Berlusconi, ormai sfiduciato dai sondaggi, tenta ancora le ultime carte per ingabbiare la società nella sua ragnatela iponotico-mediatica in cui farà strada soltanto il piu’ furbo, il piu’ cinico, il piu’ spregiudicato. E per beffare i cittadini il premier ha già pronta un’ altra formula, peggiore delle precedenti. D’ora in poi non si dirà piu’ “trovata la legge, fatto l’inganno”, ma “trovato l’inganno, fatta la legge”.

AZZURRO.
Non convince l’improvviso amore che La Padania , quotidiano della Lega, dimostra nei confronti di Mario Balotelli, geniale attaccante di colore e passaporto italiano, preso di mira da pesanti aggressioni xenofobe. Fino a qualche giorno fa Mario Borghezio, alfiere della purezza celtico-lombarda, aveva chiuso categoricamente le porte all'eventualità che i “negher” indossassero la maglia azzurra. Ma si sa, ci sono le elezioni in arrivo e rifarsi il trucco con una svolta “pallonara” dal volto umano potrebbe essere una mossa vincente per smarcarsi dalle frange meno presentabili. Il dietrofront del giornale ha dunque tutta l’aria di una trovata elettorale e meno di un’inversione di rotta sulla politica migratoria.

OSSIGENATO.
Se l’Olanda virtuosa premia il partito degli anti-islamici, ferocemente razzista, l’Europa ha ragione di spaventarsi. Per i travagli finanziari che affliggono l’UE, di riffa o di raffa una soluzione contabile si trova. Ma se la minaccia è la marea montante dell’intolleranza, ben poco puo’ la ragioneria contro la smobilitazione delle coscienze. Complice la crisi che ha cambiato la realtà, Goert Widders, l’Haider ossigenato dei Paesi Bassi, è diventato il leader di un pericoloso ritorno al passato, ad approcci egoisticamente nazionalisti, fuori dalla storia. Un virus che minaccia di contagiare piu’dell’influenza suina. A questo punto per l’Olanda ed i suoi partner europei la posta in palio è davvero altissima, è il primato dei lumi sull’oscurantismo.

OSCAR.
Nell’era di Barack Obama, è un segnale incoraggiante l’Oscar a The Hurt Locker di Kathryn Bigelow , una piccola opera indipendente fuori dagli schemi che racconta di come l'adrenalina della guerra impedisca ai soldati reduci dall’Iraq di tornare a una vita "normale". Grazie al talento e alla sensibilità femminile, la pellicola alza i veli su un tema che durante l’amministrazione repubblicana era stato nascosto al paese per non risvegliare la sindrome del Vietnam. Per una felice combinazione, la concomitanza delle date ha fatto si che la cerimonia degli Award coincidesse con le elezioni in Iraq che hanno visto formarsi lunghe code ai seggi nonostante le bombe e le minacce di Al Qaeda. Anche il popolo irakeno, stanco di morti e di soprusi, ha un gran bisogno di normalità per non finire stritolato dal meccanismo perverso che ha guastato l’esistenza ai marines. Tra gli abitanti dello sventurato paese la voglia di cambiare il proprio destino ha avuto il sopravvento sulla paura. Che nell'ottica del film e nella storia degli Oscar la statuetta sia stata la prima vinta da una donna per la miglior regia è un valore aggiunto, è un messaggio di incoraggiamento che va al di la delle parole e della retorica.

ITALIANO.
Non è passata inosservata la vignetta del Tages Anzeiger di Zurigo sullo studio dell’italiano che nei licei e nelle università svizzere perde posizioni a favore del russo e dello spagnolo. Vi è raffigurato un professore che esorta la classe a mostrare maggiore interesse per la lingua di Dante e Petrarca. “Ma anche di Berlusconi!” - replica uno studente. Senza nulla togliere all’ironia del disegnatore, è giusto riconoscere che i motivi della disaffezione sono senz’altro piu’ complessi di quanto non indichi la battuta. E’ pero’ un vero peccato che lo scarso prestigio del governo si insinui nel tempio del sapere e agisca da freno nella scelta dell’italiano che invece resta ancora, nonostante la concorrenza, uno degli idiomi piu’ amati agli studenti stranieri. Ma a Roma l’esecutivo in carica ha altro per la testa, e si vede.       

venerdì 5 marzo 2010

Che folli propositi !

di Renzo Balmelli
NUCLEARE - Ecco di nuovo l’Obama originale, il premio Nobel per la Pace deciso a chiudere la partita del ricatto nucleare. Un giorno si spera non troppo lontano, a rimpiangere gli arsenali dell’Apocalisse resteranno forse solo gli irriducibili Stranamore con la Colt fumante, convinti che la guerra sia la prosecuzione della diplomazia con altri mezzi. Per noi abitanti della Terra, per quei quasi sette miliardi di esseri umani che continuano a ballare su migliaia di bombe atomiche generate dall’equilibrio del terrore, la messa al bando delle testate sarebbe la liberazione da un incubo. Ma già la reazione piu’ retrograda ha messo le mani avanti : è da ingenui pensare a un mondo senza ordigni atomici. Che folli propositi!

DILETTANTI - Puo’ darsi che il comando berlusconiano, corrazzato da un inaudito potere finanziario, riesca persino nell'assurdo tentativo di strappare il rinvio delle elezioni in modo da cavarsela senza pagare dazio dal disastro delle liste. Ma nessun miracolo mediatico, nessun esercizio di cosmesi retorica, potrà mai cancellare il marchio del ridicolo in cui è affogato il Pdl, ormai in piena crisi di identità. Ai cittadini è stato offerto il misero spettacolo di una sciatteria senza fine. Suppergiu’ lo stesso pressapochismo con cui questa classe dirigente, pronta a scannarsi per una poltrona, ha affrontato i piu' importanti problemi del paese lasciandoli mestamente insoluti. Sullo sfondo della doppia bocciatura lungo l'asse Lombardia-Lazio, le testate di famiglia , trovatesi in grande imbarazzo , hanno pure provato ad accreditare l’astrusa teoria del complotto “ comunista” sollevando una ridda di ironici commenti. Se complotto c’è stato, è quello del Pdl contro se stesso. A proposito delle liste Stefano Folli ha trovato una definizione che calza alle perfezione per rendere l’immagine della destra che si va sfarinando: l'azione di legalità è stata come mettere un bastone in un alveare”. E di questo dovrebbero preoccuparsi i cittadini: sapere l’Italia in mano a una banda di dilettanti allo sbaraglio.

GIUSTIZIA - E’ scorretto cercare fuori dai Palazzi i responsabili della corruzione. La parte migliore della società civile, ossia la stragrande maggioranza, non ha nulla a che vedere col malcostume e la devastante Tangentopoli che resta circoscritta ai piani alti del potere in carica. Chi cerca comode vie di fuga dallo scandalo altera la realtà e offende le persone per bene che non si riconoscono nel regime delle ruberie. Se davvero vuol fare tesoro della lezione, anziché delegittimare i magistrati, la maggioranza dovrebbe piuttosto spiegare come intende utilizzare i tre anni che mancano alla fine della legislatura per portare in aula almeno una riforma che non sia ad personam. Dopotutto sarebbe ora di contraccambiare con un gesto concreto l’ampio mandato ricevuto dagli elettori e rimasto fino a oggi tristemente disatteso. Altrimenti c’è davvero il rischio che l’Italia diventi il Far West della morale pubblica.

COINCIDENZA - Non se ne puo’ piu’. Roberto Saviano, costernato dal caso Di Girolamo, esorta a ribellarsi. Ribellarsi perché il problema non si esaurisce con le dimissioni del senatore del Pdl . Ribellarsi affinché tutto questo non passi come l’ennesimo scandalo silenzioso, ma porti a dire: “ Ora basta”. Ribellarsi con rinnovato impegno ai diktat bulgari che umiliano la democrazia dell’etere e azzerano i programmi di approfondimento con metodi che sanno di censura. Sarà un caso, fatto sta che Rai 3 ha scelto come alternativa a Ballaro’ la storia del fascismo. Chi ha visto lo straordinario documentario sul ventennio avrà notato alcune analogie col presente che inducono a riflettere.

TALEBANI - Quando è in fase calante, e adesso lo è, Berlusconi cava dal suo logoro cilindro il non meno logoro partito dell’amore. Inadatto a esprimersi sul registro dei toni sobri, il Cavaliere si autocelebra in predicozzi strappalacrime che sono la brutta copia di un romanzetto d’appendice. Senonché stride come una vite arrugginita la dicotomia tra gli amorosi sensi e l’ennesima, brutale aggressione verbale alle toghe firmata dal premier. Equiparare i magistrati ai talebani il giorno in cui uno 007 italiano muore da eroe in Afghanistan sotto i colpi dei terroristi non è stato un bell’esempio ne di amore ne di carità cristiana. Chissà che i veri talebani non siano altrove.

ONDE - Avrebbe ispirato von Kleist, autore del tenebroso romanzo “Terremoto in Cile”, il racconto di Martina, la bimba che con grande prontezza di spirito ha salvato il suo villaggio sull’isola di Crusoe da un muro d’acqua alto come un grattacielo. Nei luoghi in cui Defoe ambiento’ le avventure del suo naufrago solitario, il suono antico delle campane ha risparmiato piu’ vite dei sofisticati sistemi di allarme, usciti invero un po’ ammaccati dalla prova tsunami. E’ la favola della buona stella che regala un sorriso nel giorno della tragedia. Quella terra che trema senza preavviso, quelle onde anomale che attraversano gli oceani eccitate dalla forza del sisma , quella vocina salvifica che supera il frastuono del dramma incipiente , si fanno metafora dell’eterna sfida tra il bene e il male, tra la fatalità e le responsabilità degli uomini.      

Errata corrige "Pecore" di Renzo Balmelli
Sull'ADL del 25.2.10 è apparsa per errore redazionale una versione incompleta del pezzo di Renzo Balmelli intitolato "Pecore". Qui di seguito ne riportiamo la formulazione corretta, scusandoci della svista con l'autore e i lettori.


Non rullano ancora i tamburi di guerra, ma tra Londra e Buenos Aires si stanno risvegliando antichi e mai sopiti rancori. Col pretesto di tutelare gli interessi dei coltivatori di alghe e degli allevatori di pecore rimasti fedeli alla corona britannica, nelle isole che gli inglesi chiamano Falkland , gli argentini Malvinas, e per la cui sovranità nel l982 i due paesi se le diedero di santa ragione, la tensione è aumentata in modo preoccupante. Al di la della versione edulcorata, ad agitare gli animi sono in verità quei fondali ricchi di oro nero e gas nell'Atlantico meridionale che fanno gola al governo di Sua Maestà e per i quali sono già iniziate le trivellazioni delle compagnie britanniche; trivellazioni aspramente contestate dalla presidente Kirchner col sostegno dei laeder sudamericani. Con un salto indietro si torna dunque alla casella di partenza. In trentanni la diplomazia non ha saputo spegnere l’incendio che ancora cova sotto le ceneri, lasciando una scia di mugugni mai completamente risolti nonostante la resa dell’Argentina. E già successo che siano futili motivi a scatenare i conflitti. Ma scomodare un mazzetto di erbe marine e le mansuete produttrici di lana per mascherare lo scontro ben piu' feroce sul petrolio potrebbe innescare una miscela esplosiva che ha già messo in apprensione l'ONU.