di Renzo Balmelli
CIRCOSTANZE. Che piccolo capolavoro quel "vengo dopo il Pd" cesellato da un arguto titolista per inquadrare con garbata ironia la conclusione delle primarie e delle loro ricadute sul governo. In esso, sulla falsariga del "vengo dopo il Tg" di Renzo Arbore, a suo tempo specchio di un Paese che cercava e tuttora cerca risposte, si condensano i patemi d'animo dei votanti. Ad ogni passaggio le primarie via via si sono trasformate nel Pd di Renzi, in quello di Orlando, di Emiliano, nel Pd delle presunte rivincite, del mal di pancia, del Nazareno bis e infine del Pd che appunto verrà dopo. Ma come? Molto dipende da come il carro del vincitore riuscirà a reggere ai non improbabili sobbalzi dell'ultima ora di chi vuole salire e chi vuole scendere a seconda delle circostanze. Auspicabile sarebbe un programma di sinistra all'altezza delle aspettative. Sinistra di fatto, non solo di parole!
ERETICO. Ha sfidato le regole del viver sano e quelle non meno impervie di comunista eretico arrivando alla bella età di 86 anni. Era quasi impossibile incontrare Valentino Parlato, scomparso l'altro ieri, senza una delle sue ottanta sigarette giornaliere. Non meno impenitente è stata la sua difficoltà' a convivere con l'ortodossia ufficiale che lo portò' a dare vita alla " rivoluzione non russa" confluita nel Manifesto e in seguito alla quale venne radiato dal Pci. Straordinaria figura di intellettuale, ha dato alla cultura un contributo di grande spessore grazie anche un "parterre de roi" comprendente Rossana Rossanda, Pintor, Natoli, Luciana Castellina. Una scuola di pensiero che fra le tante cose verrà ricordata per il titolo "Praga è sola" all' indomani dell'invasione sovietica che sancì la rottura definitiva con Mosca. Memore di tante battaglie se n'è andato con un velo di malinconia per come vanno le cose nella sinistra.
INSIDIE. Pensare che i raid dell'ultra destra come quello di Milano in occasione del 25 aprile siano soltanto un rigurgito di sentimenti nostalgici potrebbe essere fuorviante. Per valutare le insidie che si celano dietro siffatte provocazione occorre indagare sui collegamenti delle destre europee a volte ambigue in questi giorni nei confronti delle iniziative neofasciste. Basta leggere d' altronde gli insulti rivolti a Laura Boldrini dopo la sua esplicita condanna dell'adunata milanese, per vedere con quanta facilità si possono irridere e aggirare le disposizioni dello Stato e calpestare i valori della Resistenza. Sul brutto passato che ritorna ci sono forze che speculano alla grande sguazzando tra le pieghe di una politica sempre più' rissosa, incartata e disattenta.
SFIDA. In Italia "finire a tarallucci e vino" è' un modo di dire entrato nel linguaggio comune per indicare la conclusione pacifica di una vertenza. Talvolta può avere un significato negativo. In Francia alla vigilia del cruciale ballottaggio di domenica i soliti buontemponi attivi su Facebook hanno lanciato invece la sfida tra i maccheroni di Macron e le penne di Marine Le Pen. Diventato subito virale, l'italico accostamento gastronomico tra le specialità importate a corte da Caterina de Medici, ha dato una nota "gustosa" alla sfida a volte velenosa per l'Eliseo repubblicano. Sfida già decisa secondo i sondaggi, che si stanno prendendo la loro rivincita, ma da seguire con la massima attenzione per l'importanza della posta in palio che riguarda tutti noi. La partita che si apre a Parigi e in Europa ovviamente non può' finire a tarallucci e vino con chi frequenta relazioni pericolose, nella convinzione che "ieri", uno "ieri" pieno di anni bui, significhi "domani".
PRESAGI. A volte ritornano. E visti i tempi che corrono non è un male. Anzi. Mentre Trump doppia il capo dei primi cento giorni iniziati malamente e proseguiti tra confusione e nervosismi, la voce di Obama torna a farsi sentire nella desolazione politica di Washington. Più che un vero e proprio come back sulla scena pubblica, è piuttosto una boccata d'aria fresca condita da battute, tipo: "Che cosa è successo mentre ero via?". La sua riapparizione potrebbe essere l'inizio di una nuova carriera in veste di maître a penser della prossima generazione del Partito democratico, capace di opporre una alternativa credibile alla marea montante del populismo in tutte le salse. Se ne avverte l'esigenza, negli Stati Uniti come in Europa e nel mondo, dove sotto la spinta di una ideologia irridente ed estrema soffiano venti carichi di brutti presagi.