giovedì 3 marzo 2011

Destini terremotati

SPIGOLATURE 

di Renzo Balmelli 

DESTINI - Biblica la furia del terremoto, bibliche le piaghe che affliggono Haiti a un anno dal sisma. Corruzione, epidemie, la precarietà del futuro formano la tela di fondo dell’isola caraibica un tempo capace di spezzare da sola le catene del colonialismo e ora prostrata dalle calamità e dalla colpevole incuria di chi l’ha sfruttata fino al midollo. Al mondo gli haitiani chiedono di non essere lasciati soli per non cadere nel destino comune ai terremotati: l’oblio mediatico. E’ successo anche all’Aquila, trasformata fin quando è tornato comodo nel teatrino propagandistico della maggioranza. Una delle tante pagine ingloriose di questo scalcinato governo.

CONTAGIO - Ecco un altro sodale di Berlusconi che sotto la tenda guardata a vista da vistose amazzoni non dorme sonni tranquilli. Il vento della protesta che soffia da settimane nell’area mediterranea potrebbe contagiare anche la Libia di Gheddafi. Da Bengasi e Tripoli il paese soffoca nella stretta del regime e presto malumori e insofferenze, soprattutto tra gli studenti, potrebbero esplodere nelle manifestazioni di piazza. Attraverso i social network anche in Libia, come già in Egitto e Tunisia, si preparano le “giornate della collera” contro le quali la dittatura del colonnello sta già predisponendo un imponente e minaccioso apparato repressivo.

L'ALTRO LATO DELLA MEDAGLIA - Anni fa se in Svizzera si verificava un fatto di cronaca nera, i cronisti dell’epoca si stupivano che cose simili potessero accadere “anche nel nostro pacifico paese”. L’iconografia di Heidiland tra monti, valli in fiore e mucche al pascolo era salva. In questi giorni il mito ha subito pesanti incrinature. La vicenda delle gemelline scomparse col padre suicida, il caso del signore fuggito in Italia con i due figli, la mattanza in un paesino per i quattro soldi dell’eredità, hanno mostrato il rovescio della medaglia.

ORRORE - A volte si registrano situazioni in cui non basta l’intero vocabolario per esprimere lo sdegno, diciamo l’orrore che sale dal profondo del cuore. Si resta sconvolti in tutte le fibre a leggere i nazistoidi commenti sull’orribile fine di quattro bimbi rom periti nel rogo alla periferia di Roma. “Morti poco importanti” - cosi’ li hanno definiti alcuni brutti ceffi della destra. “Persino ai cagnolini si puo’ insegnare di non fare pipi’ sui muri. Ai nomadi no.” Ma poco importa da che parte stiano. A sentirli vituperare e ingiuriare un’etnia e le sue vittime innocenti viene da chiedersi, come farebbe Primo Levi, se questi siano uomini. No, decisamente no!

VELO - Erano diventate un mistero buffo le assidue frequentazioni del premier a Sofia. A spiegarle non bastavano gli editti editti bulgari. Nella stravaganza del bunga-bunga adesso si è alzato un velo: si trattava di viaggi del faraone e dei suoi cortigiani con il conforto”

spirituale” delle escort. E costui , al colmo della spudoratezza, dopo il rinvio a giudizio non solo osa parlare di “ schifo eversivo” da parte di chi lo critica, ma minaccia nientemeno di fare causa allo Stato. Il mondo alla rovescia. Cosi’ il Cavaliere vuole sfuggire ai fatti e alle sue responsabilità. Meglio sarebbe se cominciasse a fare causa a se stesso.

DIGNITA’ - E’ tempo di mobilitazione per il decoro della Repubblica ridicolizzata dai festini di Arcore e dalla balla colossale della falsa nipotina di Mubarak. Si risveglia la cifra intellettuale dell’azionismo di stampo torinese in cui si rispecchia l’Italia migliore, seria e composta. Si muovono le donne che il giorno 13 gennaio scenderanno in campo per difendersi dalla svalutazione del pensiero e della volontà femminile oltraggiata dal machismo del sultano. Quando la cultura si avvicina alla politica e la arricchisce è il segnale della fine per un regime popolato di fantasmi che ora avrà un motivo in piu’ da aggiungere alle proprie ossessioni.