Riuniti in conclave al capezzale del nostro pianeta, gli scienziati dell'ONU scuotono il capo come in presenza di un malato grave
di Renzo Balmelli
CLIMA. Non è la prima volta, né sarà l'ultima, che gli esperti lanciano messaggi angosciosi sulla sorte della Terra. A Stoccolma gli scienziati dell'ONU riuniti in conclave al capezzale del nostro pianeta, scuotono il capo come in presenza di un malato grave. Dal loro rapporto, un librone di 2200 pagine frutto di sei anni di lavoro, risulta che abbiamo davanti al massimo due lustri per evitare la totale e irreversibile catastrofe climatica. Senza misure drastiche contro il surriscaldamento e l'emissione di sostanze nocive, milioni di individui rischiano di non più avere risorse idriche e alimentari. Ora le proposte passeranno al vaglio dei governi, ma e proprio questo che inquieta. Il tempo per salvare la Terra è pochissimo, ma a volte prevale l'impressione che la voce dei ricercatori si perda nel deserto delle cancellerie, soffocata da interessi che prevalgono sul bene comune dell'umanità.
INTESE. Forse alla Germania farebbe comodo Enrico Letta, il più "tedesco" dei premier italiani. Senza dubbio i consigli di un maestro ed esperto come lui in fatto di " larghe intese" impossibili, potrebbero essere di aiuto ad Angela Merkel che per un soffio ha fallito la maggioranza assoluta. Nel trionfo la regina d'Europa è sola dopo il tracollo dei liberali che la costringono a cercare nuove alleanze per guidare il processo di crescita dell'UE . Ma l'ipotesi della Grosse Koalition, ossia le larghe intese in salsa berlinese, non sarà come quella di Roma con l'inaffidabile Pdl, bensì il risultato di trattative con un partner, l'SPD, che ,seppure con fatica e in ritardo, ha ripreso taluni postulati della sinistra dopo le sbandate liberiste che le avevano alienato il consenso di molti elettori delusi.
DIAVOLETTO. Certo, per chi da vent'anni è costretto a subirle ogni giorno condite in tutte le salse mediatiche possibili e immaginabili, non sarà facile depurarsi dalle tossine del berlusconismo. Se poi a dare manforte al Cavaliere ci si mette pure quel diavoletto di Putin, non propriamente un modello da imitare, il rattoppo, cioè la difesa d'ufficio, finisce col trascinare la vertenza verso gli abissi più profondi dello squallore. Il dire , come fa il padrone del Cremlino, che se Silvio fosse gay non lo toccherebbero , scatena sui blog reazioni che nemmeno si immaginavano. Anche se fosse stato "negro" - scrive un lettore- non lo avrebbero sfiorato con un dito. E via di questo passo. E' solo uno scampolo di una fiumana di " bravo Vladimir" che da quel pulpito lascia interdetti!
VELO. Sull'onda dell'emotività l'occidente viene a volte attraversato da turbolenze anti-burqa, in verità un problema più simbolico che reale, quasi inesistente qui da noi. Pone quindi un interrogativo di carattere universale il referendum che nella Svizzera italiana ha sancito il divieto, ancorato nella costituzione, di indossare il burqa nei luoghi pubblici. Universale, perché il voto tocca un nervo scoperto che va oltre i confini regionali senza tuttavia affrontare con la necessaria serenità di giudizio un argomento dal quale non è estranea la paura. Se da un lato può infatti avere una sua legittimità il desiderio di opporsi alla mentalità oscurantista che occulta ed emargina la donna, dall'altro nell'Europa erede della cultura illuminista il velo non può diventare il facile pretesto per scatenare un conflitto tra opposte culture.
POLPETTA. Di norma si mangia col risotto, ma chissà che non rappresenti una rivoluzione nella gastronomia del "fast-food" il menù a base di patatine e "ossburger", ossia il panino con l'ossobuco, frutto dell'intraprendenza di un imprenditore cui non difetta la fantasia per dare un tocco originale alla polpetta ideata in omaggio a Expo 2015 di Milano. Anche questa è l'altra Italia che piace al mondo, l'Italia affrancata dalle pitonesse della politica, così come piace l'insurrezione contro l'oltraggio fatto a Venezia con l'ignobile sfilata nella Laguna di pachidermiche navi da crociera. Mentre sull'altare del profitto si celebrava, come ha detto Celentano, l'eterno funerale delle bellezze del mondo, sarebbe bastato uno stupido inchino per sfregiare la Serenissima, città unica al mondo, splendida e fragile. Come l'Italia, appunto!