mercoledì 22 settembre 2010

O pluralismo o conformismo

SPIGOLATURE

di Renzo Balmelli 

CONFORMISMO - Per l’informazione e il cinema sono tempi difficili. Alla lunga neanche all’estero poteva passare insosservata l’anomalia del TG1, “megafono di Berlusconi”, come sottolinea il titolo inequivocabile del Tages Anzeiger di Zurigo. Colpisce i corrispondenti stranieri la triste, plumbea cappa di conformismo che mortifica il diritto al pluralismo. Non va tanto meglio nel mondo della celluloide. Al Festival di Venezia il cinema italiano ha raccolto poche consolazioni. Sorridono i post-andreottiani, eredi dell’ambigua lezione sui panni sporchi da lavare in casa, che paventano la rinascita del neorealismo. E sul tricolore ammainato in Laguna non si strappa le vesti nemmeno il governo, nemico dei cineasti “rossi” e dei soggetti scomodi.

Picture (Metafile)

FAME - Sono cifre da capogiro, quelle rese note dalla FAO. La fame nel mondo è un flagello che colpisce circa un miliardo di persone. E’ come se l’Europa e l’America si mettessero a tavola senza trovare nel piatto nemmeno un tozzo di pane raffermo. Da un punto di vista statistico era previsto che per la prima volta in 15 anni il numero degli affamati calasse lievemente, e cosi’ è stato. Ma non basta: il livello di indigenza totale nei paesi in via di sviluppo resta inaccettabile. E si che cibo ce ne sarebbe per tutti; il problema è come spartire la torta in un mercato senza regole in cui i prezzi degli alimentari purtroppo stanno ancora salendo. Ne consegue un problema strutturale che è all’origine di enormi squilibri e dolorose ingiustizie.

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PAURA - Fatti recenti hanno riproposto la questione della coabitazione tra culture e fedi diverse in termini che destano serie proccupazioni. Dal reverendo Terry Jones al banchiere Theo Sarrazin le crociate dei profeti di sventura hanno risvegliato paure e sentimenti ancestrali. Di colpo siamo stati sommersi da massicce dosi di ideologie apocalittiche come usava quando si bruciavano le streghe. Complici le elezioni di metà mandato, l’America ne è uscita spaccata, sospinta dal furore iconoclasta di chi non si rassegna all’idea di avere un nero alla Casa Bianca che parla di diritti e tolleranza. La ricerca del dialogo al di sopra degli steccati non potrà che risentirne, accentuando il rischio di radicalizzare l’estremismo delle opposte fazioni.

Picture (Metafile)

PREDELLINO - Nel mare magnum della propaganda, a destra fanno a chi le spara piu’ grosse per rischiarare il crepuscolo degli dei di Arcore. Ormai il predellino e le battute stantie sulle donne non riescono piu’ a incantare le folle. Bisogna batttere altre strade. Hanno provato a demonizzare i finiani, ma il mercato dei voti per renderli inoffensivi è diventata una farsa indegna di una democrazia rispettabile. Fallito il putsch contro i magistrati, si cambia bersaglio: ora i reprobi sono gli “ arbitri di sinistra” rei di complottare contro il Milan. Ma anche qui è andata buca. E' rimasta un’ultima risorsa: inondare il paese con le immagini di Re Silvio, sovrano illuminato, “espressione diretta e verace del suo popolo”. E non è uno scherzo goliardico: sul giornale di famiglia lo scrivono a caratteri cubitali , e ci credono.