mercoledì 3 giugno 2009

Sobrietà e paradosso

       
A volte si fa fatica a rendersene conto, ma all'estero l’interpretazione di certi eventi avviene con minor  indulgenza di quanto non accada sotto il cielo di Roma.

di Renzo Balmelli

SOBRIETA’ - In luglio, dall’8 al 10, i grandi della terra si daranno convegno in Italia per decidere le sorti del mondo. Sarà un incontro  cruciale. In effetti, malgrado le parole rassicuranti, ancora non si riesce a vedere la luce in fondo al tunnel della crisi. Divisi sulle strategie, i potenti saranno d’accordo soltanto su un punto: é il momento di dare una svolta. Giusto. Ma come? Il premier Berlusconi, fedele al suo personaggio, ha un modo tutto suo e piuttosto curioso per prepararsi all’evento. Nella pubblicità collegata al vertice che é stata ideata da alcune famose griffes di orologi, il premier ostenta un cronometro di quasi 14 mila euro. Sarà un fortuito concorso di circostanze, ma il suo segnatempo al titanio é il piu’ caro e lussuoso dell’intera collezione. Nessun moralismo, per carità. Ognuno i suoi soldi se li spende come vuole, tutt’ al piu’ é una questione di stile , di bon ton. Trovandosi pero’ in Abruzzo, regione duramente segnata e provata dal terremoto, l’ostentazione senza ritegno del potere e della ricchezza fa a pugni con il decoro e la sobrietà che in politica chi vi si dedica é assolutamente tenuto a conservare. In quest’ottica l’Italia si prepara a ospitare il G8 con il capo del governo nel mirino di uno scandalo personale in cui il gossip ha scalzato la politica dall'agenda delle cose da fare. Il summit dovrebbe tutelare e difendere l’immagine internazionale del Bel Paese, ma purtroppo l’uso improprio che il Cavaliere fa del consenso, scambiato volutamente con l’esercizio arrogante del potere, rischia di provocare molti piu’ disastri che benefici.

PARADOSSO - Che i tedeschi non volessero vendere Opel agli "Italiener" era parso ovvio. Non si é mai vista una trattativa tanto complicata, infarcita di pregiudizi e di ingerenze politiche. Ne ci sarebbe da stupirsi se alla fine si scoprisse che anche le guasconate del premier hanno a loro volta reso difficile la via della FIAT. Dal "cucu’" che lascio’ di stucco la povera Merkel, all’Obama "abbronzato", è ancora vivo il ricordo delle gaffes che hanno reso un pessimo servizio all’imagine dell’Italia. A volte si fatica a rendersene conto, ma all'estero l’interpretazione di certi eventi avviene con minor indulgenza di quanto non accada sotto il cielo di Roma. Dai iudizi impietosi delle maggiori testate internazionali abbiamo avuto la riprova che nelle capitali del mondo il presidente del consiglio é visto come un politico inaffidabile, che non ha le qualità morali per guidare il paese. Il paradosso é che ai suoi elettori non gliene importa nulla. Quando il Cavalier Silvio occupa l’apertura dei Telegiornali per giurare sui figli di non avere avuto relazioni "piccanti" con le minorenni, la volgarità sfiora il parossismo. Si capisce che il premier recita a soggetto per dettare al paese l’unica verità autorizzata: la sua. Mentre Berlusconi si sbraccia per proclamarsi onesto, la gran parte non gli crede eppure continua a votarlo. I sondaggi dicono che il divorzio, il sospetto di organizzare spettacolini nelle sue residenze private , l’accusa di avere corrotto il teste Mills e l'aggressione a chiunque, magistrati e giornalisti, si sia permesso di criticare la corte di Arcore, non hanno scalfito di una virgola il gradimento bulgaro di cui gode il presidente del consiglio. Logica vorrebbe che un leader costretto a salvarsi in angolo pronunciasse la sola parola che invece non sentiremo mai: dimissioni. All’opposto continua invece a prosperare il mito del premier sciupafemmine, invidiabile anche per questo , e certo di godere della complicità maschile degli eterni e inguaribili Vitelloni. Vi sono pero’ inadempienze e imbrogli che neppure l’onnipotenza seduttiva riesce a mascherare. Ogni tanto gli elettori scoprono un barlume di verità sfuggito al ferreo controllo dei portavoce del potere, appassionati nell’obbedire - come scrive Giorgio Bocca - " al duce vero o presunto del momento". Se a Napoli e Palermo ricompaiono i rifiuti per strada e si rincorrono indiscrezioni su possibili avvisi di garanzia riguardanti esponenti di governo, se ne deduce che come minimo vi siano grosse discrepanze tra l'annuncio di successi roboanti e l'operato effettivo della maggioranza. Gli slogan della destra , in apparenza cosi suadenti, alla prova dei fatti stridono crudelmente con il paese reale dove si muore per 900 euro al mese in un cunicolo carico di veleni. Novecento euro? Un decimo del valore dei collier che il premier regala alle vallette nella sua Italia di cartapesta.