martedì 12 maggio 2009

Per soli milanesi ?!

A chi ipotizza una metropolitana leghista "per soli milanesi", il vignettista Vauro chiede in quale vagone potrà sedersi lui che è toscano...

di Renzo Balmelli

COLLIER - C’era un tempo, senz’altro piu’ duro ma meno artefatto, il tempo senza il Cavaliere, in cui l’Italia tifava per Bartali o Coppi, per Don Camillo o Peppone. Valori semplici, certo, ma valori genuini, posti al servizio della ripresa morale oltre che economica, dopo l’orrore del fascismo. Nel Giro del Centenario a tingersi di rosa, ovvero il colore meno appropriato, è invece la politica, ormai prigioniera della cosidetta "etica" dell’apparire. Il paese, chiuso nel bozzolo cloroformizzante della destra, in mancanza di meglio, ora si divide tra veronichisti e silvisti, mesto corollario del privato che trascolora nel pubblico, in cui tutto si confonde e si altera. Gossip ipermediatizzati, sogni di fiction, veline, mega-ville e sontuosi collier che come per incanto spuntano dalle tasche del premier, offrono un’immagine del tutto distorta della realtà. E’ come muoversi in un mondo parallelo, il mondo di Noemi, quella di "papi Silvio", che nella sua sconfinata banalità ricorda i pessimi romanzi d’appendice in cui Emma Bovary smarrì se stessa.

 
DILEMMA - Ma il Pd è di sinistra oppure no? La riflessione che ha messo in subbuglio la base è di Francesco Rutelli. “Il successo nel comune di Trento conferma che quando c’è un’interpretazione sobria e operosa del cattolicesimo politico gli elettori rispondono con fiducia. Non riesco ad accettare che il Pd sia sempre definito la sinistra”. Curioso, davvero curioso il dilemma rutelliano che sbircia al centro con l’idea di costruire un soggetto politico riformista, ma nel contempo il piu’ lontano possibile dalla tradizione. Jospeh Schumpeter, economista, tra i maggiori del XX secolo, un conservatore che non nutriva nessuna simpatia per il socialismo, era nondimeno convinto che il capitalismo sarebbe stato domato dalla socialdemocrazia. E avrebbe avuto anche ragione se la
sua profezia non fosse stata falsificata dal “riformismo new labour” che in sostanza ricalcava la dottrina thatcheriana, distante anni luce dalla giustizia sociale. Dal Tamigi al Tevere la contaminazione ha avuto effetti disastrosi. Il berlusconismo ha domato l'Italia fino a controllarne i principali gangli vitali e guadagnando voti sulle paure. Di questo passo, la sinistra che dubita delle sue gloriose origini potrebbe un giorno rimpiangere una grande stagione che forse non è destinata a ritornare. Non per ora, almeno, non con la fuga dai propri ideali.

Inquietanti disegni - Per vari motivi l’Italia non sta vivendo un grande momento. Il PIL è crollato di quattro punti e mezzo, una voragine. Significa che ogni italiano perderà nel 2009 oltre mille euro, l’equivalente di uno stipendio medio. A dispetto dei dati sconfortanti, vanno pero’ in onda i bollettini di vittoria di Berlusconi e Tremonti, convinti - anche se non dicono mai come - che l’Italia riemergerà dalla crisi prima e meglio di altri paesi. Nel clamore delle illusioni spacciate come verità la destra sforna inquietanti disegni di legge sulla sicurezza e l’immigrazione per tenersi buona la Padania. Il sospetto che il testo possa andare nella linea della xenofobia, del razzismo o della discriminazione ha messo sul chi vive l’ONU e il Vaticano (che pure è un grande estimatore del governo). L’Avvenire, il quotidiano dei vescovi, assimila la criminalizzazione dei migranti al peccato originale. C’è chi paventa il ritorno strisciante alle leggi razziali, timore evocato da Franceschini non senza qualche ragione. La vicenda dei disperati rispediti in Libia con grande esultanza di Maroni e la dissennata iniziativa del leghista Savini che propone le carrozze della metropolitana "per soli milanesi" fanno venire i brividi tanto sono indegni di un paese civile. E’ lo stesso principio di apartheid contro il quale cinquant'anni fa, negli Stati Uniti, insorse Rosa Parks, donna nera che si rifiutò di alzarsi da uno dei posti dell'autobus riservati ai bianchi. Da quell'episodio partì la lotta di Martin Luther King. E il vignettista Vauro, con una splendida intuizione, si chiede in quale vagone potrà sedersi, lui che è toscano, quando sarà a Milano!