di Renzo Balmelli
FANTASMI - Nell’assistere all’andamento titubante e deludente della conferenza di Ginevra sul razzismo, il pensiero non poteva che andare al “Patto di Monaco” che fu uno dei capitoli piu’ ingloriosi , accomodanti e tragicamente sbagliato della diplomazia europea. In pratica una resa senza condizioni alla Germania hitleriana. Il documento conclusivo, frettoloso e generico, in effetti non fa molto per placare le preoccupazioni di chi teme il ripetersi di derive incontrollabili e devastanti in altre parti del mondo. Il testo ricalca nelle grandi linee quello della conferenza di Durban che diede il via a polemiche infinite e creo' non pichi problemi nei rapporti con Israele, con la politica di Gerusalemme nei territori occupati e con il diritto inalienabile del popolo palestinese all’autodeterminazione e alla creazione di uno Stato indipendente. Sullo sfondo si agitano ancora i vecchi fantasmi dell’antisemitismo e indirettamente anche dell’islamofobia che pervade alcuni settori dell’opinione pubblica occidentale. La conferenza , occorre ammetterlo, ha risentito di molte circostanze negative ed ha patito come non mai le feroci filippiche di Ahmadinejead ,di cui é nota la posizione sull’Olocausto. Il conseguente boicotto di una decina di paesi, tra cui l’Italia, ha poi fortemente ridimensionato la portata universale della dichiarazione conclusiva che già di suo si distingue per la mancanza di novità. Per questo al fine di affrontare con maggiore incisività i molteplici aspetti del razzismo serve qualcosa di piu’ potente del nuovo testo elaborato a Ginevra. Cio’ che viene richiesto é un impegno a tutto campo, scevro da ambiguità e accomodamenti che nella peggiore delle ipotesi potrebbero fornire una sorta di legittimazione ai vari ducetti e ai loro accoliti. A tale proposito non sono certo gli esempi che mancano . La spada di Damocle dell’intolleranza continua a pendere sul capo dell’umanità ed é sempre in grado di provocare guasti insanabili nel tessuto sociale. Ne abbiamo avuto una crudele dimostrazione nella civilissima Torino dove i cori e gli insulti rivolti al calciatore Mario Balottelli per il colore della sua pelle hanno mostrato fino a che punto puo’ spingersi il livore xenofobo alimentato dalla sottocultura squadrista. Di rimando la lezione del 25 aprile é valsa a ricordare proprio questo concetto, a rammentare agli smemorati della storia che una scelta non vale l’altra , che quando si vuole parificare Resistenza e Salo’ si travisa la verità e si rende un pessimo servizio alla causa dei diritti umani. Nella visione d’assieme del problema, la debolezza intrinseca del negoziato che si é riscontrata a Ginevra deriva appunto non tanto dalla buona volontà , che nessuno mette in dubbio, ma dalla mancanza di scelte piu’ radicali e coraggiose da mettere in campo contro il razzismo in nome dell’umanità intera.
IMMAGINI - Se non ne potete piu’ del protagonismo torrenziale di Berlusconi e vi occorre un antidoto efficace non perdetevi “Il Corpo del Capo”, l’ultimo libro di Marco Belpoliti , edito da Guanda. Farete un viaggio divertente , sobrio e raffinato tra le pieghe del potere e la cura maniacale con cui il premier rincorre il mito della migliore inquadratura. Il volume di Belpoliti evita con intelligenza la trappola della demonizzazione del premier che di questo passo, come dice D’Alema, farà vincere il patron di Mediaset per altri mille anni. L'occhio curioso dell'autore é rivolto altrove. Grazie al ricco e selezionato materiale iconografico, la ricerca entra nel vivo dei comportamenti che innervano le pose del signore di Arcore indicando in che modo i messaggi vengono veicolati attraverso l’uso sapiente del corpo, dello sguardo e la posizione delle mani. Una ricerca che Berlusconi, proprio come Mussolini, affida ai suoi fotografi ufficiali, coloro attraverso cui il Cavaliere può trasmettere al mondo l’immagine ideale di se stesso. Nella raccolta mancano soltanto le ultime esibizioni autocelebrative in Abruzzo che sono valse a mercificare il terremoto per incrementare i consensi. I fans adoranti pero' stiano tranquilli. Nemmeno un solo istante della passerella berlusconiana é andato perso. Un giorno si e l’altro pure la sequenza dei baci e degli abbracci elargiti da Berlusconi in copiosa messe ha occupato i teleschermi dalla mattina fino all’ultimissima replica della notte. Solo quando sono andate in onda le sequenze delle tendopoli zuppe d’acqua e dei superstiti infreddolititi, c'é stato un attimo di compiacente amnesia nella fiumana di immagini. Nel piovoso dopo-terremoto non si é vista nemmeno l'ombra di un ministro. Forse a Palazzo Chigi avevano smarrito gli ombrelli.