SPIGOLATURE - di Renzo Balmelli
SIMBOLO. Nel bene, come ci auguriamo, o nel male, come temiamo, l'Europa sarà l'indubbia protagonista dei maggiori snodi politici del 2017. Senza scomodare la sfera di cristallo, basta la cabala, con quel 17 che i superstiziosi doc temono peggio del 13, a fare presagire un anno burrascoso per le sorti della Comunità. Sullo sfondo si stagliano i molto poco romantici amorosi sensi tra Putin, Trump, Le Pen e Salvini, in gara per l'Oscar dei cinguettii più deflagranti. E non c'è motivo per essere tranquilli. Anzi. Difatti, sebbene possa sembrare un paradosso, dalla fine della guerra il Vecchio Continente non ha mai avuto così tanti nemici interni come ora, in un periodo di pace. Solo la memoria corta impedisce di valutare pienamente l'assurdità di una situazione a così alto livello di criticità che tende a riportarci al passato. Nei prossimi mesi capiremo quanto il sogno dei Padri fondatori riuscirà a tenere a bada il livore demagogico di chi vorrebbe ammainare il blu stellato dell'UE, un simbolo dorato che a sessant'anni dai Trattati di Roma resta la migliore garanzia per risparmiare alla popolazione europea le immani tragedie del secolo breve.
CEROTTO. Per l'Italia uscita frastornata dall'infelice battaglia referendaria e alla ricerca di un futuro dai contorni meno incerti, la solidarietà dell'Unione Europea sarà un sostegno prezioso per riprendere la navigazione in un clima più sereno. Ma sono in tanti a remare contro. Dal suo quasi e indecoroso Aventino, l'opposizione non perde una sola occasione per piantare solo bandierine negative sulla carta del continente con lo scopo deliberato di delegittimare l'esecutivo di Gentiloni, mentre Roma prova a riannodare la sintonia con Bruxelles incrinata durante la campagna per il voto del 4 dicembre. Tra l'altro, durante le consultazioni post-renziane è parso di avvertire l'eco lontana della Dc in cui era pratica corrente la formula del governo fotocopia inteso come un mantra rituale per non perdere privilegi e vitalizi. Nel segno della discontinuità imitare quei metodi sarebbe un passo falso che probabilmente non verrebbe capito dagli alleati europei. Dal Paese che ha tenuto a battesimo la Costituzione dell'Europa nel l957 e si prepara a presiedere il solenne anniversario, è lecito attendersi qualcosa di più di un incarico inteso come un banale cerotto, dando l'impressione, così facendo, che lo Scudo crociato, in un modo o nell'altro, sia sempre presente, nell'ombra, ma non troppo.
AMNESIA. Forse ci siamo distratti nell'ammirare la giacca rosso-shocking della ministra. Oppure riflettevamo sulle battute di pessimo gusto rivolte alla signora Agnese Landini, moglie di Matteo Renzi, a proposito del suo pullover bianco. Ma, come si diceva, presi nel vortice della battaglia per un SI o per un NO abbondantemente infarcita di pettegolezzi e gossip, siamo stati colti da un improvviso attacco di amnesia. E ci siamo dimenticati che là fuori, a non poi così tanti chilometri da casa nostra, è in corso, senza un attimo di tregua, il genocidio di Aleppo. Durante la sbornia referendaria abbiamo perso di vista quanto accade ogni giorno, ogni ora in una regione che da anni non conosce un solo istante di pace. Dove la vita non ha più valore e dove l'Isis, lungi dall'essere sconfitta, è la pedina fuori controllo di un gioco al massacro da mettere sul conto della follia umana e della smania di potere. Come ha osservato il Corriere della Sera la storia con i suoi risvolti più crudeli non si è fermata e mentre l'Italia palpitava per il referendum, altrove, in una dimensione spettrale, il calvario dei profughi continuava a mietere vittime innocenti. Riflettiamoci.
VERGOGNA. Nella lotta all'evasione fiscale, che origina scompensi e madornali ingiustizie sociali, sono state fatte promesse a iosa. Ma erano tutte da marinaio. Le strategie di contrasto che sulla carta sembravano dare risultati incoraggianti in realtà nella stragrande maggioranza dei casi sono rimaste lettera morta. Senza il contributo di organizzazioni come Oxfam che si battono per l'aiuto umanitario ed i progetti di sviluppo, le notizie provenienti dal mondo sommerso e impenetrabile della fuga di capitali finirebbero in ultima pagina, vittime dell'assuefazione. Si constata invece che lo scandalo dei peggiori paradisi fiscali ( 15 sono quelli recensiti, tra cui quattro europei, Paesi Bassi, Svizzera, Lussemburgo, Irlanda) prosegue indisturbato. Con esiti spaventosi: le truffe ai danni del fisco privano ogni anno i paesi più poveri di oltre 100 miliardi di dollari. Mille e passa miliardi dal 2012 a oggi. Lungo è l'elenco delle multinazionali che sottraggono risorse agli Stati generando disuguaglianze incolmabili e negando a centinaia di milioni di bimbi il diritto all'istruzione e all'assistenza sanitaria. Nella loro aridità queste cifre sono un durissimo, implacabile "j'accuse" per le rapine a scopo di lucro commesse ai danni degli anelli più deboli della società senza che gli autori di quello che si configura come un crimine contro l'umanità abbiano almeno la decenza di arrossire dalla vergogna.