giovedì 22 settembre 2016

Con altri e più nobili mezzi

di Renzo Balmelli 

 

LUMICINO. Sarebbe a dir poco favoloso se i grandi della terra riuscissero finalmente a sovvertire il famoso teorema di Bismarck e stabilire, una volta per tutte, che la diplomazia e soltanto quella è la vera, unica e umanamente accettabile prosecuzione della guerra con altri e più nobili mezzi. E non il contrario come sosteneva il cancelliere di ferro. Un lumicino in tal senso, seppur flebile, si è acceso con la nuova tregua in Siria concordata tra Stati Uniti e Russia dopo tanti, troppi ritardi. L'intesa oltre a consentire l'accesso agli aiuti umanitari dovrà creare le condizioni per arrivare un giorno alla ripresa dei negoziati di pace ed a mettere in comune gli sforzi per contrastare il terrorismo. Ma poiché ai vertici del potere le favole sono merce quasi introvabile, prima di realizzare l'obbiettivo finale bisognerà sciogliere il groviglio geo politico di sospetti e interessi contrastanti che hanno trasformato la regione in una polveriera devastante. Per ora la " chimica" tra Obama e Putin, talmente diversi da tentare al massimo modeste prove di dialogo, sembra reggere. Però, se per disavventura Washington finisse nelle mani di Trump e Mosca non dovesse mettere la sordina alle sue ambizioni, il lumicino farebbe in fretta a spegnersi.

 

SCENARI. Si vorrebbe non scriverlo mai, nel timore di alimentare giudizi affrettati e storicamente fuorvianti. Ma nell'assistere alla deriva che l'infatuazione populista propone con preoccupante regolarità a ogni scadenza elettorale non si può fare a meno di ricollegarla ai tristi scenari che pensavamo esserci gettati alle spalle. Sempre più forte è infatti la percezione di essere al cospetto di una guerra anomala, ma non meno subdola. Per capirci, quella che è già stata definita la terza  guerra mondiale non dichiarata che si combatte tra una visione etica del mondo ed i rigurgiti ormai palesi e incontrollabili del fascismo. Intendiamoci, non quello ridicolmente tronfio dal petto in fuori o quello pauroso degli scarponi chiodati. No. I suoi strateghi si sono adeguati ai nuovi network di comunicazione, usando linguaggi apparentemente rispettabili, ma non meno rovinosi. A tal punto che perfino i conservatori classici si trovano spiazzati di fronte all'ampiezza e la gravità del fenomeno.

 

COLLA. Chi ha amato Joseph Roth e Stefan Zweig, condannati all'esilio dalla crudeltà della storia matrigna, non fatica a immaginare quali sarebbero le loro pene se fossero ancora in vita. Considerato quanto propone il loro Paese in questa fase davvero concitata della sua esistenza, i due grandi autori mitteleuropei avrebbero difatti molte ragioni per essere preoccupati. Su quell'Austria che tanto amarono, quell'Austria felix forse più frutto della fantasia popolare ma non di meno ricca di fascino, si stanno addensando nuvoloni minacciosi che lasciano presagire un sostanzioso incremento delle preferenze a favore dell'ultra destra di Norbert Hofer. Se tale fosse il verdetto del ballottaggio previsto a dicembre e già preceduto da episodi piuttosto strani in merito al voto per corrispondenza e le relative buste mal incollate, l'UE si troverebbe di fronte a un verdetto che avrebbe l'effetto di un terremoto per i suoi futuri assetti. Un sisma culturale oltre che politico che farebbe tremare l'intero Continente.

 

FRAGILE. Non immune dal lepenismo d'importazione e da altre brutte compagnie, è un'America piena di dubbi quella che si prepara a vivere gli ultimi, decisivi mesi della corsa alla Casa Bianca. Un'America in mezzo al guado, come in un classico copione da film western, in bilico tra le tesi estreme e tentatrici di Trump, che cesella con diabolica abilità gli istinti meno eleganti, la continuità rappresentata da Hillary Clinton, in testa ai sondaggi ma non amata, e i dubbi sulla salute della candidata democratica che alimentano gli scatti d'umore dell'opinione pubblica. Fortemente personalizzata e polarizzata, la sfida anche in passato ha sempre avuto toni molto accesi. Questa volta però si è andati oltre e ciò che la distingue in negativo dalle precedenti, è lo stile della campagna impostata dalla destra repubblicana, con slogan inveritieri e picchi di volgarità inaudita.  Ben presto orfani di Obama, uomo del negoziato che ha impresso alla sua presidenza un'impronta di alto profilo etico, gli Stati Uniti saranno posti, quindi, davanti a una scelta cruciale. Sotto gli occhi del mondo dovranno decidere se costruire il loro futuro proseguendo nel solco della linea progressista basata sui principi della giustizia sociale ed economica, oppure se affidarsi ai cattivi profeti, a chi predica odio, allarmismi e divisioni fra i popoli. Inutile aggiungere che la posta in palio riguarda anche tutti noi.

 

SFIDUCIA. Travolto da un impulso di omerica ira funesta, il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble si è lasciato andare a un giudizio sommario e oltre modo superficiale quando ha affermato che "dai summit socialisti raramente esce qualcosa di molto intelligente". Bontà sua, il severo guardiano dell'ortodossia finanziaria ha avuto un improvviso vuoto di memoria e si è semplicemente dimenticato di quali errori è stato a sua volta capace lo schieramento al quale appartiene. Che poi l'incontro dei leader mediterranei ad Atene sia stato un errore è tutto da dimostrare, specie dopo la Brexit che rende necessario in tempi brevi il ripristino di una Europa meno burocratica e più vicina alla gente, così come la immaginarono i padri fondatori.  In quest'ottica la rabbia del ministro per il vertice eurosocialista, che aveva appunto quello scopo, è parsa davvero una plateale dimostrazione di sfiducia, tanto più che le intenzioni erano condivisibili. Agli alleati socialdemocratici nel governo di Berlino la lezioncina ministeriale non è andata giù.

 

PROMESSE. Avvolto da una cortina di mistero non meno fitta della colonna di fumo che esce dalle Torri Gemelle dopo il terribile impatto con l'aereo impazzito, è stato ricordato il 15esimo anniversario del fatale 11 settembre 2001 che stravolse il mondo, senza tuttavia risolvere gli interrogativi di fondo. A 15 anni dall'attentato al " faro più luminosi della libertà", come lo definì G. W. Bush, non tutti i veli sono stati alzati per conoscere, al netto delle assurde teorie complottiste, la verità di quell'attacco a Manhattan e al Pentagono che fece scoprire un terrorismo mutevole, proteiforme, inafferrabile, e mai domo. Dietro la foto delle Torri in fiamme si dipana, come in una tragedia greca, il destino dell'umanità, non meno di quanto fa, seppure per motivi di segno opposto, un'altra immagine emblematica: quella scattata a Times Square a New York per la fine della Seconda guerra mondiale. Quel bacio del marinaio all'infermiera, scomparsa alcuni giorni fa, il bacio più celebre della storia contemporanea, segnava con la sua contagiosa spontaneità la cesura tra l'orrore del conflitto e  la promessa di un mondo migliore  racchiusa nell'obbiettivo che l' aveva catturato facendolo diventare una icona dei nostri tempi.

 

PROFEZIA. Quando si evocano i nomi di Sacco e Vanzetti torna alla mente il dramma dei due anarchici italiani emigrati negli Stati Uniti, ingiustamente condannati a morte per un omicidio mai commesso. Un capitolo vergognoso che continua a coinvolgere le coscienze da 89 anni nonostante i vari tentativi di rimozione. Entrambi furono vittime sacrificali di una giustizia vendicativa e fraudolenta basata esclusivamente sul pregiudizio suscitato dalla loro origine e dai loro orientamenti politici, senza mai considerare la confessione del vero assassino. A ricordarci quel triste episodio concorre una bella iniziativa del Corriere del Ticino, il maggiore quotidiano svizzero di lingua italiana, che per celebrare i 125 anni di fondazione offre ai suoi lettori un affascinante viaggio a ritroso nel tempo in cui propone una selezione di notizie e articoli del passato. In quella del 24 agosto 1927, all'indomani della barbara esecuzione dei condannati, l'editoriale dell'epoca, ripubblicato in questi giorni, parla di "tragedia sociale ed umana" che avrà tristi ripercussioni nel mondo. Mai profezia fu tanto azzeccata.