mercoledì 20 aprile 2016

Prima dell'ipocrisia mascherata da ragion di stato

di Renzo Balmelli 

 

BUIO. Alzare muri non fermerà l'esodo dei profughi, ma il rifiuto dell'accoglienza che sotto la spinta delle bacate ideologie xenofobe sta ormai raggiungendo livelli parossistici ci fa compiere un viaggio all'indietro nel buio della notte. Nel solco dell'ignobile deriva si arriva così al punto di strumentalizzare in modo indegno le parole di Mattarella quando esorta ad aprire le frontiere per valorizzare il vino italiano nel mondo. Speculare sulla sorte dei profughi usando a mo' di grimaldello, come ha fatto Salvini, un italico prodotto di eccellenza è una operazione di bassissima "lega" al limite del vilipendio che concorre però ad aizzare gli istinti più riposti anziché contribuire ad affrontare le grandi difficoltà legate all'emergenza dei migranti ascoltando la voce del cuore prima dell'ipocrisia mascherata da ragion di stato.

 

DEBOLEZZA. Andare a Lesbo tra i profughi è costato al Papa l'avversione della destra reazionaria che ormai lo considera "venduto al nemico" (chissà quale?) e al servizio del comunismo. Al di là della ridicola insinuazione, l'offensiva contro Francesco rappresenta però la spia di un atteggiamento che non arretra di fronte a nulla pur di rimestare nel torbido. E' un'altra risposta sbagliata al drammatico problema dei richiedenti l'asilo, altrettanto riprovevole della barriera anti-migranti voluta dall'Austria sul Brennero. Con questa iniziativa - afferma la senatrice del Pd Laura Puppato – l'Europa muore. Quel reticolato è una grave ferita alla solidarietà europea che mette in discussione l'essenza stessa della Comunità pensata dai padri fondatori. Dividere denota una fatale debolezza politica.

 

POTENZA. Per uscire dalla crisi dei valori che ne turba l'esistenza, all'Unione Europea serve un altro e alto progetto capace di riconquistare la fiducia dei cittadini. A tale proposito è illuminante il contributo col quale la pagina culturale del Corriere della Sera presenta il libro “Da fuori. Una filosofia per l'Europa” (Einaudi) di Roberto Esposito, docente di filosofia alla Normale di Pisa. L'autore, consapevole che il Vecchio Continente vive una fase di smarrimento, suggerisce di dare vita a un diverso pensiero all'interno di una nuova prospettiva filosofica nel solco della tradizione italiana che va da Machiavelli a Gramsci, passando per Gian Battista Vico. Ciò che il volume propone è un percorso affascinante per fare dell'Europa dei popoli – citiamo – una “grande potenza civile”. Ne vale la pena!

 

RUOLO. Mentre l'America si prepara a scegliere un nuovo Presidente, sul tavolo di colui che è ancora in carica senza essere, come si ostinano a dire i suoi detrattori, una "anatra zoppa" è arrivato l'incartamento forse più drammatico del suo mandato. Nell'ultimo scorcio dei suoi otto anni alla Casa Bianca, Obama si trova proiettato, a causa delle insidie che pesano sulla sicurezza, alla vigilia della scelta più difficile di politica internazionale. Nei mesi che gli rimangono dovrà affrontare la terribile minaccia che incombe sull'Occidente in seguito all'esplosiva miscela dell'Isis, della tragedia siriana e delle ondate migratorie. Calendario alla mano il tempo stringe e dallo statista dello "yes we can" si attende un colpo d'ala che gli consenta di ritagliarsi un ruolo da protagonista sull'onda della storia di oggi e domani.

 

TORNELLI. D'accordo i massimi sistemi. Ma poi fa sorridere l'idea che Hillary Clinton e Bernie Sanders non perdano occasione di punzecchiarsi a vicenda sulla loro capacità di muoversi coi mezzi pubblici. Quella che è già stata definita la "disfida della metropolitana" non poteva che svolgersi a New York dove la conoscenza della chilometrica rete della ferrovia sotterranea da parte dei due contendenti è apparsa piuttosto lacunosa. Di fronte alla contro-prestazione viaria si è divertita tutta la metropoli, cuore pulsante di uno Stato, quello di New York appunto, prevalentemente democratico che quest'anno avrà un peso rilevante per la scelta del candidato alla volata finale delle presidenziali. L'ex first lady guida i sondaggi, ma l'imbarazzo davanti ai tornelli può costarle qualche simpatia poiché anche questa, come si usa dire, "è la democrazia bellezza!".