mercoledì 23 novembre 2011

Monti, finché c'è crisi c'è speranza

Nel nuovo clima si rispecchia la sfida più grande: spingere

l'Italia a ripensarsi per lasciare alle spalle gli echi della

palude. Sarà difficilissimo, ma non impossibile.

di Renzo Balmelli  

 

RIGORE. Finché dura questa crisi, il destino del governo Monti, il più politico dei governi tecnici, sembra segnato: in positivo. Sia in Aula, dove i rivali si sopportano non essendovi altre vie d'uscita, sia all'estero, dove le reazioni sono di sollievo, si ammette che la metamorfosi è stata rapida e stupefacente. In pochi giorni dal Barnum della precedente situazione si è passati, con un radicale cambiamento di scenario, ai toni sobri del fare, del rigore, senza lustrini e mega-show. Nel nuovo clima si rispecchia la sfida più grande: spingere l'Italia a ripensarsi per lasciare alle spalle gli echi della palude. Sarà difficilissimo, non impossibile. Se il Paese è riuscito a superare un ventennio in cui la politica è stata sinonimo di corruzione e realtà occultata, può affrontare qualsiasi prova.

 

EX. Con poco genio e moltissima sregolatezza, l'ultima stagione di Arcore, consumata tra le lenzuola, ha nuociuto all'Italia tanto quanto il fatidico differenziale con la Germania. Mago ormai senza cilindro, l'ex premier prova a sparare le ultime cartucce, fissa i paletti, afferma che lui la spina al governo la stacca quando vuole, ma le polveri sono bagnate. Non meno astruse appaiono le teorie di un complotto ordito da una congiura mondiale per mandare a casa il Cavaliere. Le testate di famiglia, palesemente a corto di argomenti, ci sguazzano per salvare un bilancio fallimentare. Suvvia, un po' di serietà. Per gingillarsi con il Grande fratello, che tra l'altro non fa più audience, questo non è davvero il momento adatto. Per rompere il circolo vizioso serviva una personalità di grande prestigio e Roma l'ha trovata nell'inquilino del Quirinale. Per fortuna che Giorgio c'è. 

 

ATTACCO. L'Italia resta sotto osservazione, ma la crisi del debito non risparmia nessuno, neppure i paesi più virtuosi. D'altronde, senza essere esperti, basta monitorare le nevrotiche oscillazioni dei grafici finanziari per intuire che l'eurozona è sotto l' attacco concentrico di una congiuntura impazzita per la quale non sembrano esservi rimedi veramente efficaci. Da giorni ormai il campanello d'allarme della Banca europea, ora affidata a Mario Draghi, squilla senza sosta. In mancanza di contromisure aumenta il rischio del contagio che potrebbe innescare un generale indebolimento delle attività in gran parte delle economia avanzate. Poco più di secolo fa, tra i fumi della speculazione, l'Europa corse verso la sua rovina.

 

HIDALGO.  La politica non è il terreno più adatto per gli idealisti. Zapatero idealista lo era; un visionario dotato di grande coraggio, che aveva della Spagna una concezione repubblicana, laica. Nell'animo era vicino all'hidalgo di Cervantes, meno al pragmatismo prussiano di Bismarck. Purtroppo, senza lo scudo della Realpolitik, le forti premesse morali non lo hanno salvato dalla crisi . Il leader socialista deve cedere il passo al Partito popolare di Mariano Rajoy, uomo mediocre, grigio, che domenica alle elezioni anticipate si prenderà la rivincita dopo essere stato battuto due volte da Zapatero. In Spagna non esiste un partito di estrema destra perché con altri schieramenti è domiciliato nella futura maggioranza . Quanto peso avranno i nostalgici del franchismo che il Pp non ha mai condannato in modo inequivocabile, è la maggiore incognita del cambio della guardia a Madrid. 

 

GAFFES. Di questo passo e con avversari uno più imbranato dell'altro, Obama puo' guardare con maggiore serenità alla rielezione. Di sicuro non ci arriverà in carrozza; come Monti dovrà vedersela con i diffusi malumori causati dalla finanza senza freni che fa ricco chi è già ricco e mette in ginocchio gli indignati. Ma le gaffes spettacolari dei suoi rivali ne evidenziano tutti i loro limiti come potenziali " comandanti in capo" della prima potenza mondiale. Uno di loro - dite se è poco - ha confuso la Cina con l'Iran, mentre l'ex re della pizza Hermann Cain, che deve anche difendersi dalle accuse di molestie sessuali, non aveva la più pallida idea di cosa fosse accaduto in Libia . Alla tv di Milwaukee ha fatto scena muta per undici, interminabili secondi, rovinandosi con le proprie mani dopo avere fatto sognare i repubblicani 

 

PUTIFERIO. Era fatale che il gesto della studentessa del Cairo apparsa senza veli sul Web scatenasse un putiferio. Che una blogger pubblichi online i suoi autoritratti come mamma l'ha fatta, non è una novità. Ma se colei che si definisce ''laica, liberale, femminista, vegetariana, individualista'' osa sfidare le regole di un paese in cui dopo la rivoluzione sempre di più si va diffondendo una interpretazione rigida dell'Islam, la questione si complica. E' un'iniziativa senza precedenti che l'autrice definisce "un grido contro la società della violenza, del razzismo, della molestia sessuale e dell'ipocrisia". Ai parrucconi è venuta l'orticaria e la Rete si è divisa. Molti, pur lodando il coraggio della giovane, mettono in dubbio che l'iniziativa possa davvero servire a migliorare la condizione della donna in Egitto e nel mondo arabo. Può darsi. Ma restare in silenzio sarebbe peggio. 

 
ARTEMISIA. Se la giovane araba ha potuto avvalersi di internet, quattrocento anni fa la sua coetanea Artemisia Gentileschi, travagliata per il suo anticonformismo, aveva i suoi pennelli, la sua forza d'animo e straordinarie qualità pittoriche per trasferire al centro della tela il dramma della condizione femminile nella ipocrita società di allora. Femminista ante litteram, la grande artista, ora in mostra a Milano, ha saputo tradurre con mano felice la sua ribellione alla violenza e allo stupro subito in giovane età. A lungo incompresa, la Gentileschi, col suo sfarzo tutto seicentesco, si è fatta interprete della donna offesa, oltraggiata, forse anche dileggiata, con un stile in cui, accanto alle sublimi doti artistiche, prevale un senso della dignità che non solo nulla ha perso del suo significato, ma che al confronto coi nostri tempi resta un messaggio di straordinaria attualità.