lunedì 3 ottobre 2011

Sotto le stelle del Jazz

Tra i grandi padri del jazz c'è un emigrante, il trapanese Nick La Rocca, che agli albori del conquisto' New Orleans

di Renzo Balmelli  

 

JAZZ. Dalle arti alla scienza, dalla ricerca alla medicina, non c'è campo dello scibile umano dove non emerga il genio italiano. Forse non sono in molti a ricordarlo, ma persino tra i grandi padri del jazz c'è un emigrante, Nick La Rocca, che partito dalla natia Trapani agli albori del novecento conquisto' New Orleans con la sua tromba. Sta alla pari di Tommy Dorson, Bix Beiderbeck e altre figure leggendarie del Dixieland. A Catania gli è stato dedicato un festival, pero' non ditelo al ministro Mariastella Gelmini che, già in vistoso disagio coi neutrini, chissà quali altri tunnel sarebbe capace di inventarsi inseguendo un blues .

 

RISORSE. Sotto i morsi dolorosi della crisi, da molte parti ormai si rimpiange l'assenza di grandi leader dotati della bacchetta magica. Per fortuna, viene da dire. La storia insegna quanto sia sottile la linea di demarcazione tra il taumaturgo di giornata e la svolta autoritaria. Certo, i balbettii di chi governa, i tremori dell'Europa, la debolezza della moneta unica sono chiari sintomi della carenza di idee che non aiuta a promuovere la ricerca di soluzioni condivise. A maggior ragione spetta alla politica la responsabilità di riprendere il controllo della navigazione onde evitare che una finanza senza regole spinga la democrazia ai margini della società.

 

AMBIZIONI. Il motore franco-tedesco rivendica il ruolo di nocchiero dell'UE, ma al netto del bunga-bunga gli capita di andare fuori giri come succede a Roma. Sarà la maledizione dei sondaggi, ma da quando ha scalato la classifica mondiale della popolarità, Angela Merkel non ha piu' vinto un' elezione. A fatica la Bundeskanzlerin è riuscita a ricompattare la coalizione sul decreto salva-stati. Quanto a Sarkozy, la conquista del Senato da parte della sinistra è stata un colpo durissimo alle sue ambizioni. Davanti all'Eliseo, lambito dagli scandali, i francesi avvertono il clima cupo di fine impero e si sfogano imprecando come Cambronne.

 

OLIGARCHI. A oltre vent'anni dal crollo dell'Unione sovietica, Russia e democrazia sono sempre separati in casa. Dietro le sue mura impenetrabili, teatro di feroci regolamenti di conti, il Cremlino è rimasto il feudo dei vecchi e nuovi zar che è sempre stato nei secoli, refrattario, oggi come ieri, a qualsiasi riforma dei privilegi accordati alla nomenklatura. Con un reset muscolare in linea con i precedenti regimi, Putin ha prenotato la presidenza vita natural durante, alla faccia del parlamento . "E' come l'ultima follia di Ivan il Terribile" - dicono gli oppositori sbalorditi, mentre sul lettone di Vladimir l'amico Silvio si rode dall'invidia.

 

ASSE. Se non fosse irriverente, si potrebbe dire che il monito del cardinal Bagnasco mette la parola fine alla cronaca di un divorzio annunciato. Soltanto la maggioranza si è arroccata su posizioni indifendibili rivendicando la paternità di valori spirituali che la deriva di Arcore ha invece annichilito. Chiedere di purificare l'aria viziata nelle stanze del potere significa sollevare la questione morale in termini che non ammettono equivoci. Di fronte ai cattolici sgomenti per il Rubygate, non era piu' possibile sdoganare l'asse con Berlusconi che la Chiesa, già provata dallo scandalo della pedofilia, per ragioni di opportunità aveva finora tollerato oltre il consentito.

 

SFIDUCIA. Berlusconi ripete che si dimetterà soltanto se ci sarà la sfiducia. Allora che aspetta? E' impossibile che il premier non sappia di essere già stato sfiduciato anche dai suoi. Ma se questo fosse il caso, allora è opportuno che qualcuno glielo dica. Gli dica che i suoi peones a telecamere spente fanno gli scongiuri affinché lasci l'incarico. Gli dica che a tenerlo in piedi è la doppiezza che deputati e ministri della maggioranza stanno mettendo in scena sul teatrino della politica per ingannare il paese. Col risultato di scompaginare le basi stesse della democrazia.

 

GOGNA. Sono vent' anni che l'Organizzazione mondiale della sanità ha cancellato l'omosessualità dall'elenco delle malattie mentali. Nella destra l'anniversario è passato inosservato. Le sgangherate reazioni seguite alla gogna omofoba sul web (Emilio Fede a proposito di Vendola dice che va capito... davanti e di dietro) ci riportano alle atmosfere evocate da Una giornata particolare , il film-capolavoro di Ettore Scola, ambientato durante il fascismo, quando avere orientamenti sessuali diversi significava il confino se non addirittura la deportazione ad Auschwitz. A quando la prossima battuta del premier sui gay?

 
SATIRA. Se per Enrico IV Parigi "val bene una messa", per la Lega un ministero val bene "Roma ladrona". Con una disinvoltura che sta mettendo a disagio molti simpatizzanti, il Carroccio avvalora col suo voto la deriva politico-scandalistica di queste settimane. E' un atteggiamento difficile da capire se non per motivi di bassa corte che pero' stride con i comandamenti politici della Padania. La satira, puntuale, sferzante e cattiva come dev'essere, non si è lasciata sfuggire la ghiotta occasione e dalla matita di Vauro è nata una parodia del Quarto Stato di Pelizza de Volpedo che si commenta da sola: porno-Stato.