Ci sono momenti imperdibili in cui la buona politica, lungi da essere solo arte del possibile, deve fotografare, interpretare e dare voce alle dinamiche della storia.
di Renzo Balmelli
DINAMICHE - E' assolutamente necessario che la sinistra, senza farsi male per oligarchie e leadership, impari a vincere al fine di gestire con oculatezza la fase post-referendum che ha visto nascere un nuovo soggetto: il popolo trasversale dei disobbedienti. Abbia quindi abbastanza intuizione per non fare affidamento sulla Lega, che per altro non è raccomandabile, e si lasci invece gioiosamente contaminare dalla modernità, riscoprendo il valore vivificante degli ideali. Con tenacia si ingegni a elaborare un'alternativa originale, capace di raccogliere le istanze e le speranze dei milioni e milioni di cittadini che lunedì hanno festeggiato nelle strade e nelle piazze. Ci sono momenti imperdibili in cui la politica, la buona politica, lungi da essere solo arte del possibile, per avere successo deve affidarsi alla capacità di fotografare, interpretare e dare voce alle dinamiche di un delicatissimo momento storico come quello che sta vivendo ora l'Italia.
GAME OVER - Con battute spavalde che sembrerebbero ostentare disinvoltura ("Non ho paura di nessuno"), ma denunciano soltanto angoscia, il premier prova a riconquistare il paese perso al poker dei referendum. Ma il suo destino è segnato. Quando i suoi dicono che " Berlusconi pensa a un grande programma di riforme di marca liberale per rilanciare l'azione del governo", anche i principianti intuiscono che si tratta di un bluff. Presto o tardi bisognerà mostrare le carte e per la maggioranza saranno altri dolori. Per anni la politica della destra è stata come un enorme videogioco, un esercizio virtuale sorretto dalla finzione. Ora sullo schermo è apparsa una scritta dal significato inequivocabile: game over.
SPECCHIO - Spesso la sconfitta è orfana, ma non questa volta. Basta infatti scorrere il fitto elenco delle inadempienze e dei debiti contratti col paese per individuare le cause della Caporetto berlusconiana. Al momento del giudizio il governo è arrivato col paniere vuoto , tutt'al piu' colmo di scandali e festini. Quindi non regge la paura del nucleare quale movente unico della bancarotta. In realtà il timore era un altro: la nazione non ne poteva piu' di un esecutivo impotente, screditato su tutti i fronti e talmente debole da rappresentare un serio pericolo per la collettività. E' folle - osserva Gad Lerner - la diagnosi del Cavaliere che attribuisce la disfatta ad Anno zero quando invece la risposta è la sua immagine allo specchio.
CUORE - Un giorno o l'altro non si puo' escludere che pure il Papa, " reo" di essersi speso a favore degli zingari e dei rom, finisca nel mirino della stampa di regime che ha il vezzo di demolire coloro che non si adeguano al pensiero unico. In precedenza per lo stesso motivo il cardinale di Milano era stato messo sulla graticola dai " maitre ä penser" di Arcore. Chissà se come Tettamanzi, anche Benedetto XVI diventerà " Ratzinger il rosso, amico dei comunisti". Ma dopo una sconfitta che brucia sarà piu' difficile infangare gli avversari per riprendersi un elettorato che ha deciso invece il cambio di stagione ascoltando le ragioni del cuore.
INGIUSTIZIE - Quando la storia sale sul palcoscenico, si ottengono risultati " ferocemente affascinanti" come la critica ha definito lo spettacolo di Renato Sarti sui "Chicago Boys" al teatro Puccini di Milano. I "Chicago Boys" negli anni settanta furono portatori di sciagurate teorie economiche che ebbero nel sanguinario regime di Pinochet un convinto assertore. "Pubblicizzare le perdite e privatizzare i guadagni" era il credo disumano della destra iperliberista costruito sulle macerie di popoli affamati e oppressi. Ricordarsene mentre la crisi non da tregua significa riflettere sulle ingiustizie capitaliste di ieri e di oggi.
DIVORZIO - Mentre il quorum raggiungeva percentuali insperate, nelle urne si completava anche il passaggio elettorale delle amministrative che ha riservato altre cocenti delusioni alla maggioranza. Ovunque soffia forte il vento del cambiamento che investe il paese. Anche la Sicilia, l'isola del divorzio all'italiana , ne è stata toccata con esiti sorprendenti. Ai ballottaggi è risultato che otto comuni su undici sono passati al centrosinistra. In un giorno e mezzo si è consumata una rottura traumatica per il Pdl che qui la faceva da padrone. Il pifferaio che venne per suonare fu suonato dagli elettori che quando si arrabbiano sono implacabili e non fanno sconti. Una brutta aria per la coalizione che trova un'ulteriore conferma nel crollo della fiducia, mai cosi' bassa nei sondaggi. Siamo già oltre l'incognita di Pontida.
OFFESA - Con la scusa invero pietosa della programmazione estiva, la sera del 13 giugno, a Porta a Porta, nell'ora di maggior ascolto, è stata mandata in onda una puntata sui gialli irrisolti per stare alla larga da quanto è successo. Per l'ammiraglia dellla prima rete quel giorno in Italia non era accaduto nulla di importante. Inconcepibile. Già nell'occhio del ciclone per le grossolane ingerenze del governo nel palinsesto, nel TG e nelle nomine, in occasione dei referendum la RAI è riuscita a compiere un altro " capolavoro" di autolesionismo. In quest'ottica è pesante il pregiudizio arrecato ai telespettatori che in cambio del canone si sono visti privati del diritto di essere informati ; diritto-dovere che il servizio pubblico deve assicurare in qualsiasi circostanza, anche se sgradita al potere. Alla luce dei recenti capovolgimenti si fa sempre piu' urgente il riassetto dell'azienda in modo da affrancarla dalle logiche partitiche e della lottizzazione che ne intralciano l'autonomia e offendono la professionalità dei collaboratori.