lunedì 27 giugno 2011

Il ritorno del burattinaio

di Renzo Balmelli 

 

TRAME - Ogni giorno la sua pena. Come se non bastassero i rifiuti di Napoli ad ammorbare l'aria, ora ci tocca pure convivere con l'ennesima escrescenza piduista. Mentre il paese cerca faticosamente di riprendersi dai disastri del berlusconismo, la scoperta di un sistema parallelo che orientava le scelte del governo ha gettato lo sconcerto tra la popolazione. Si chiami Gelli oppure Bisignani, è sempre lo stesso burattinaio a orchestrare i rapporti tra affari e politica attraverso una rete di trame occulte che rivelano fin a che punto la corruzione si è infiltrata nei gangli vitali della nazione.

 

RIGORE - Zeus perse la testa per Europa, e l'Europa rischia di perderla per la Grecia. Avrà il suo bel da fare Mario Draghi quando si istallerà a Francoforte e proverà a rimettere ordine nella stalla di Augia dei contrastanti interessi comunitari. Per il nuovo governatore della Banca europea (un grande successo dell'Italia, non di Berlusconi) si prospettano tempi difficili in cui è in gioco l'architettura centrale dell'UE. Chiamandolo a un incarico di tale responsabilità i paesi di Eurolandia confidano nel suo rigore e nel suo pragmatismo per evitare il naufragio della moneta unica.

 

VULCANO - L' Italia è ammutolita quando si è avvicinata pericolosamente alla soglia di sicurezza. Moody's che minaccia di rivedere al ribasso il rating accordato a Roma, escludendola dal club dei paesi virtuosi, fa giustizia di giorni e giorni di chiacchiere irresponsabili messe in giro da questa maggioranza in disarmo L'allegra brigata berlusconiana danza sotto il vulcano mentre sullo sfondo della sindrome greca si staglia un'alleanza confusa e nervosa per la fine di un ciclo che i suoi protagonisti non hanno la forza di chiudere. Così il governo - e il Paese - sono destinati a navigare a vista. Finché ci riusciranno.

 

NASO - A pensarci bene ci sarebbe una soluzione per comporre il dissidio sui ministeri tra il Cavaliere e il Senatur. Anziché trasferire gli uffici al Nord, basterebbe spostare l'intero governo nella fantasia di Collodi dove 130 anni fa nasceva Pinocchio. In alternativa ci sarebbe il borgo Collodi, amena località pistoiese, che ha dedicato un Parco di Pinocchio al celebre burattino, l'unico che potrebbe gareggiare con tutti gli uomini del premier per vedere a chi si allunga di piu' il naso per le bugie. Con tutte le frottole sulle riforme non ci sarebbe da meravigliarsi se avesse la meglio l'esecutivo. Forse è preferibile che Silvio B. se ne stia dov'è, capace come sarebbe di trasformare la dolce fatina nella nipote di Mubarak.

 

ESODI - Nel mondo si contano quasi 45 milioni di profughi, ma gli esodi biblici oggi avvengono in Nord Africa, non in Italia. Certo, ci sono stati momenti critici in cui Lampedusa sembrava prossima al collasso. Ma con l'aiuto della popolazione e dei volontari è stato possibile offrire un'accoglienza dignitosa ai disperati in fuga dalla violenza barbarica che non conosce frontiere. Un tragico esempio: lontano da occhi indiscreti, nel cuore del Congo, si compie ogni giorno lo scempio di donne e bambini vittime di stupri di massa e razzie ad opera di disertori che agiscono indisturbati. La squadra di medici che per puro caso ha scoperto l'ennesima prevaricazione dell'uomo sull'uomo potrà dire, come in Blade Runner, di avere visto "cose che voi umani nemmeno immaginate".

 
RISARCIMENTO - Quando John Wayne dava la caccia ai pellerossa, gli indiani erano i cattivi per antonomasia. Nella realtà pero' i ruoli erano invertiti. D'accordo, vinsero a Little Big Horn umiliando il settimo Cavalleggeri, ma la repressione fu di una tale crudeltà da rasentare lo sterminio. Quasi 140 anni dopo la Casa Bianca salda i debiti con i pronipoti di Sioux e Comanches grazie a un accordo che, oltre a un risarcimento miliardario, consente altresì di voltare pagina in modo onorevole su un odioso capitolo di storia americana. L'intesa riparatrice ha due padri, Clinton e Obama, e un nemico dichiarato: il Tea Party ultrareazionario..