Diceva Maurice Barrès che "il senso dell’ironia è
una grande garanzia di libertä”. Meno male che c’è.
di Renzo Balmelli
IRONIA - “Silvio è un grande. Oltre alle leggi, le nevicate ad personam”. Bravi i blogger che con due colpi di mouse, battendo sul tempo le redazioni, hanno sventato il bluff di Berlusconi su una presunta bufera che avrebbe ritardato la sua partenza da San Pietroburgo. Come in un vaudeville, l’ultima stranezza del premier, per niente ansioso di rientrare Roma dove lo attendevano brutte gatte da pelare, è finita sepolta sotto un mare di risate online. Diceva Maurice Barrès che "il senso dell’ironia è una grande garanzia di libertä”. Meno male che c’è.
ACRONIMO - Non è soltanto quella che è stata ribattezzata la guerra dell’acronimo a gelare la maggioranza. Dietro l'imposta regionale sulle attività produttive ( l'acronimo IRAP appunto), ultimo oggetto del contendere tra Berlusconi e Tremonti, in realtà ribolle una sorda lotta di potere in previsione di eventuali cambi al vertice. Tra i due galli del PdL stavolta il dissenso è cosa seria in quanto ruota attorno alla carica di vicepremier, da affidare al ministro dell’economia sponsorizzato dalla Lega , e che in sostanza suona come un commissariamento del Cavaliere. Forse la dirigenza “padana” comincia a dubitare delle capacità di Silvio di riprendere saldamente il timone della litigiosa compagnia al cui interno ormai non è piu' possibile camuffare i dissapori, gli elementi di crisi tra i suoi componenti, e il consistente raffreddamento dei consensi. Bossi, che nella coalizione tiene il pallino in mano, ha posto l’altolà a qualsiasi tentativo di ridimensionare il ruolo di Tremonti e anzi rialza la posta, forte dei voti che puo' portare in dote . Il precipitoso vertice di Arcore ha evitato la rottura, ma non ha fugato i dubbi sull'affidabilità del governo , per taluni un monocolore leghista, in cui il premier chiacchiera e il Senatur comanda.
RICAMBIO - La politica dei veleni sta raggiungendo livelli intollerabili di barbarie. Ormai nel clima “ weimariano” della Seconda Repubblica, il giuoco al massacro è lanciato alla grande Se lo scandalo Mastella apre nel centrodestra una grande questione morale, poco dopo arriva il caso Marrazzo a mandare in tilt il Pd nel giorno delle primarie. Strane coincidenze , che avrebbero insospettito Agatha Christie. A Roma non si governa piu’, si vive di soli gossip, l’unico tema che all’estero tiene nel mirino il Bel Paese. Bisogna costruire un’alternativa e la degradante fiducia nell’esecutivo, calata di dieci punti dall’inizio dell’anno, dimostra che un’altra Italia è possibile.
RITORSIONI - Roma e Berna sono ai ferri corti per lo scudo fiscale di Tremonti (l'ambasciatore italiano a Berna Giuseppe Deodato sarà convocato dalle autorità svizzere che hanno così reagito alle perquisizioni condotte in Italia da agenti della Guardia di Finanza e dell'Agenzia delle Entrate in 76 filiali di istituti finanziari svizzeri., ndr). Ma dietro i toni risentiti, non si capisce con esattezza cosa concretamente si chieda. Nella concitazione andrà a finire che gli evasori milionari se la rideranno sotto i baffi, incuranti delle leggi . Il mondo è pieno di forzieri compiacenti e di società di comodo per eludere le norme. Chi invece come i frontalieri non ha trovato rifugio nei paradisi fiscali e le tasse le paga sull’unghia, potrebbe diventare paradossalmente il bersaglio di ritorsioni e angherie di cui non ha colpa alcuna. Con i soldi al posto del cuore tutto puo’ accadere.
TEMPOREGGIATORE - Nell’ Afghanistan, i margini concessi alla Casa Bianca per ridefinire la sua strategia sono sempre piu’ stretti. Il ballottaggio del 7 novembre accorda ancora una tregua al presidente , ma in pari tempo lo priva di un interlocutore affidabile dopo i brogli elettorali che hanno minato il prestigio di Karzai. Obama come Quinto Fabio il Temporeggiatore “ ( rubiamo la definizione a Paolo Valentino del Corsera) spera ancora di vincere al tavolo della diplomazia per non impantanarsi nelle paludi di un minaccioso Vientam afgano. Nel frangente puo’ tornargli utile la massima di Talleyrand, il quale ammoniva che “la guerra è una cosa troppo seria per lasciarla ai generali”. E la pace pure.
TRAVERSATA - Con la formazione del nuovo governo tedesco di centrodestra si è chiuso il cerchio. Dopo le controprestazioni in Italia, Francia e Gran Bretagna, anche la SPD, gloriosa culla della sinistra europea, si trova ad affrontare una crisi da cui non si sa come e quando ce la farà a uscire. Il partito ha davanti a se una sorta di traversata del deserto, senza che si riesca a immaginare dove questa traversata potrà portare. Nella memoria collettiva rimane la potente icona di Willy Brandt che si inginocchia nel ghetto di Varsavia. Un simbolo da cui attingere la forza morale oltre che politica per ripensare la sinistra andando dove porta il cuore e non inseguendo la mera ripartizione delle poltrone in coalizioni di corto respiro che l'elettore non gradisce.