lunedì 18 maggio 2015

Aria di fine impero in Forza Italia

di Renzo Balmelli 

 

CILINDRO. Tira un'aria di fine impero nei ranghi di Forza Italia dopo la doccia gelata alle comunali in Trentino-Alto-Adige dove la formazione di Berlusconi, con un misero 4%, è stata quasi cancellata dal panorama politico. Per uscire dalla crisi incipiente, il Cavaliere, come al suo solito, sta grattando il fondo del cilindro, ormai logoro, e per stupire l'uditorio sempre più scettico se ne viene fuori con l'idea di rifondare il centro-destra, minato dalle astensioni, sul modello di un grande partito repubblicano. Sarebbe l'ennesima trovata nel festival delle rottamazioni, una parola magica entrata nell'uso con l'imprinting di Renzi. Un termine che incanta e illude, ma non convince. Nella generale confusione, il rischio maggiore è che a furia di rottamare si finisca con lo smarrire la "diritta via".

 

RISPETTO. A prescindere dai contrasti con Mosca a proposito dell'Ucraina, c'è qualcosa di stonato nella mancata partecipazione dei leader occidentali alle manifestazioni per i 70 anni della vittoria sovietica sulle orde hitleriane. Nell'intento di mandare un monito a Putin per l'annessione della Crimea, il non inchinarsi alla memoria e al sacrificio di milioni e milioni di cittadini e soldati russi, senza i quali saremmo ancora qui a fare il saluto nazista, non è stato molto rispettoso. Se siamo liberi e se l'Europa non ha mai conosciuto un periodo di pace così lungo, lo dobbiamo anche a loro. Oggi il Cremlino torna a impensierire, è vero. Ma proprio in virtù della dolorosa esperienza del passato dovrebbe prevalere la consapevolezza che qualsiasi conflitto si risolve solo col dialogo e la diplomazia.

 

ATROCITÀ. Quando viene sospinta oltre i limiti tollerabili, la Realpolitik si trasforma nella madre delle peggiori atrocità. A tale proposito è tristemente emblematico il caso della Siria, paese di cui , per ragioni inconfessabili, si parla sempre meno anche se vi si consumano quotidianamente spaventose prevaricazioni dell'uomo sull'uomo. Dobbiamo alla provvida iniziativa del Corriere della Sera, del suo inviato Lorenzo Cremonesi e alle organizzazioni umanitarie se stragi e massacri riescono a rompere la congiura del silenzio sulle nefandezze di Assad, promosso a scomodo alleato dall'ondivaga e incerta comunità occidentale , per arginare il fanatismo jihadista. Mentre prosegue la carneficina dei civili, tanta durezza e tanto cinismo caricano di oscuri presagi il futuro dell'umanità.

 

SFIDA. Dopo le elezioni nel Regno Unito, si apre una stagione in cui la sinistra non deve arrendersi, ma all'opposto dare il meglio di se. Ancorché frenati dal maggioritario puro, i laburisti sono in crescita di consensi e il verdetto delle urne conferisce loro un ruolo fondamentale per misurarsi con il governo Cameron che avendo cambiali e promesse da onorare premia non soltanto gli euroscettici, ma addirittura gli eurofobici. Nella sfida, ora non più circoscritta alla sola Gran Bretagna, ne va anche dell'avvenire di tutto il continente dove i solerti becchini dell'integrazione , in attesa del referendum britannico, già preparano la fossa della moneta unica e dell'UE. Sugli eredi di Miliband, custodi di un ideale che a dispetto dei menagramo non muore, grava l'impegno di fronte alla storia di salvare dal macero le conquiste comunitarie, garanti di stabilità e democrazia.

 

LINCIAGGIO. In Italia sono poche le persone sottoposte allo stillicidio di un incessante linciaggio mediatico e morale come quello riservato a Cécile Kyenge, l'esponente politica che agli occhi dei suoi irriducibili avversari, tutti rigorosamente di destra, ha la duplice colpa di essere donna di colore iscritta al Pd e promotrice di un modello di integrazione dal volto umano. Quando era in governo non le è stato risparmiato nulla e ora che l'ex ministro siede al Parlamento di Strasburgo la musica non è cambiata. Avendo risposto per le rime alle tardive scuse di Borghezio, sui blog contro di lei si è scatenata l'ennesima ordalia con l'invito a cacciare " questo sgorbio" che " assomiglia molto all'orango". Ma se già il leader della Lega apostrofa il ministro Boschi definendola " sculettante", è poco probabile che in questa galassia le cose migliorino.

 

SVASTICA. Ma che razza di genitori saranno mai quelli che inoculano nel figlioletto di quattro anni le bacate ideologie che imperavano ai tempi di Mussolini? E' successo in quel di Cantù dove si è scoperto che il bimbo, iscritto alla scuola materna, aveva la singolare abitudine di salutare le maestre ed i compagni facendo il saluto fascista. All'inizio nessuno ci ha fatto caso, pensando fosse una fanciullesca, innocua esuberanza. Ma poi la verità è venuta a galla. Glielo hanno insegnato mamma e papà col pretesto che quelle erano le loro idee politiche, rivendicando con fierezza l'uso di una pratica in auge nel Ventennio per dare al figlio un'educazione rigorosa. Il padre ha addirittura rincarato la dose mostrando la svastica tatuata sul braccio. E pensare che c'è pure chi li difende!

 

FARO. Trollope, Dumas, Mérimée, Vasquez Montalban, Camilleri, Giménez Bartlett e molti, moltissimi altri ancora, classici e contemporanei, giallisti e acuti esploratori dell'anima. Sono numerosi, italiani e stranieri, gli autori che in comune hanno la magica S della Sellerio, la casa editrice di Palermo che li ha lanciati o rilanciati con gli inconfondibili volumetti "blu" tenuti a battesimo nel 1979 da Leonardo Sciascia. Il millesimo volume della collana " Memorie", in uscita fra qualche giorno al salone del libro di Torino, rende omaggio alla scommessa vinta da donna Elvira, Elvira Sellerio, scomparsa cinque anni fa, che quella iniziativa volle, fortemente volle, nel solco della grande tradizione letteraria della Sicilia, più forte dei luoghi comuni. Mille copertine rimaste nella memoria come un faro che acceso sull'isola illumina la cultura universale.