venerdì 13 febbraio 2015

Pieno di difetti, ma…

di Renzo Balmelli 
 
AFORISMA. La democrazia è un sistema pieno di difetti, ma insostituibile fino a quando non si troverà qualcosa di meglio. Piace pensare che l'aforisma di Churchill si adatti molto bene all'UE, solida e infaticabile garante della pace così come la vollero i padri fondatori dopo la tragedia nazi-fascista. Sarà pure imperfetta, ma in giro, francamente, di meglio non si vede niente. All'opposto ora si odono invece le lugubri sirene dell'estrema destra intenta a vellicare i peggiori istinti revanscisti per fare voti. Con i conflitti che dall'Ucraina al Califfato incombono alle nostre porte, lo smembramento dell'Europa nel solco di un' ideologia bacata sarebbe una catastrofe mondiale.
 
ANTICORPI. In Francia regge "lo spirito dell'11 gennaio" creatosi dopo la storica manifestazione in risposta agli attentati. Caricate di significati che andavano oltre il contesto regionale, le elezioni nel Doubs hanno mostrato grazie al successo al fotofinish, ma politicamente cruciale del socialista Frédéric Barbier, che l'esagono ha ancora in se gli anticorpi per sventare derive pericolose. Stavolta non hanno funzionato ne le ricette fascistoidi della Le Pen, che ora mastica amaro, ne le ambiguità di Sarkozy che sceglie sempre la " rupture" con il passato, ma non dice mai come. A Hollande e alla "gauche" si offre una grande 'opportunità di riconquistare il cuore dei francesi.
 
MATTEO. Prevedere in quale direzione si muoverà l'Italia post-Nazareno a trazione renziana è difficile. Nessun Paese, d'altronde, neppure il più stabile, può considerarsi al riparo dagli scossoni congiunturali. Sia come sia, all'inizio di un nuovo settennato, i problemi veri da affrontare non sono certo le paturnie del Berlusconi "salvinizzato", che passa da un Matteo all'altro trovandosi solo all'interno della sua destra un tantino decrepita. A incombere sono altre sfide, dalla lotta alla corruzione e l'evasione fiscale con i loro effetti devastanti sulla crescita, al contrasto della mafia di cui ha duramente sofferto il Presidente Mattarella. Gli ex hanno già avuto e ne hanno fatto un cattivo uso.
 
OLTRAGGIO. E' una questione di rispetto verso la dignità umana: per questo non vanno concesse attenuanti a chi infanga una persona per il colore della sua pelle. Risulta quindi del tutto incomprensibile " l'assoluzione morale "accordata dalla giunta per le immunità del Senato al leghista Calderoli che aveva dato dell'orango all'ex ministro Cécile Kyenge. E non meno sconcertante è stata l'adesione iniziale di alcuni senatori dem. L'oltraggio fatto a una signora per gli irripetibili insulti razzisti di cui è stata oggetto durante la sua esperienza di governo e che trovano ancora oggi ampio spazio sui blogger xenofobi non si cancella con un eventuale, tardivo dietrofront.
 
RIFLESSIONE. Nella nuova edizione curata da Bompiani, torna in libreria " Lo straniero", di Albert Camus, il romanzo che rivelò lo scrittore futuro premio Nobel al mondo letterario internazionale. A settant'anni e passa dalla prima pubblicazione il lettore di oggi rimane colpito con la stessa intensità dalla tematica esistenzialista su cui l'autore getta uno sguardo ironico e cinico, fino al drammatico esito finale. Siamo di fronte a un cittadino che non cessa d interrogarsi, un cittadino della riflessione continua, si legge nella bella introduzione ancora riservata che ne fa Roberto Saviano, preceduta da un titolo emblematico: quando Camus ci insegnò che siamo noi "Lo straniero".
 
RIPICCHE. Complici la crisi, le tensioni nel mondo del lavoro, il problema dei frontalieri, le brecce nel segreto bancario, la black list dei paradisi fiscali su cui Roma si ostina a mantenere la Svizzera e molto altro ancora, inclusi i politici dell'area populista che soffiano sul fuoco delle ripicche, sta di fatto che ormai il barometro delle relazioni tra il nord Italia e Ticino volge al brutto. Stranamente nemmeno l'appartenenza a un comune ceppo culturale sembra in grado di ammorbidire il clima, tanto da far venire in mente i polli di Renzo anziché i rapporti di buon vicinato. Il Manzoni, che studiò in collegio a Lugano, si sta rigirando nella tomba.
 
FURTO. Ciò che lascia perplessi nella gigantesca frode fiscale battezzata "Swissleaks" è che sia stato un furto, quello della famigerata "lista Falciani", a svelare l'esistenza di un altro furto gigantesco ai danni dell'erario e quindi della società. Ci si chiede da che parte guardassero coloro che avrebbero dovuto vigilare e prevenire la piena di quel fiume di denaro, non di rado di origine illecita, affidato alla britannica HSCB e confluito nei compiacenti forzieri elvetici. Nel rispetto dell'etica non sarebbe male se qualcuno, invece di accanirsi contro i lavoratori, promuovesse un'iniziativa contro l'immigrazione di massa degli evasori. Già, ma quelli chi li tocca!
 
CANZONETTE. Senza voler fare della sociologia da strapazzo, basta confrontare le prime, tremolanti immagini in bianco e nero con gli schermi ultra sofisticati di oggi per intuire la portata dei cambiamenti epocali che il Festival di San Remo ha attraversato con disinvoltura  tra gossip, polemiche, gaffes e rispetto della tradizione  nei suoi  65 anni di esistenza. Ad ogni edizione lo si da per morto, si giura che sarà l'ultima, che un giro di interessi da capogiro gli sta succhiando l'anima, ma  per cinque serate a tenere banco sul palco dell'Ariston è un manifestazione canora, forse un po' anacronistica, arrivata  all'età della pensione. Saranno solo canzonette, ma qualcosa dovrà pur dire se ancora non si spengono le luci della ribalta.
 
STRAGE. "Spiace, ma se lo sono voluto loro, e la colpa è del buonismo di sinistra". Vengono i brividi e si resta letteralmente sbigottiti nel leggere le farneticazioni di non pochi lettori, sicuramente avvelenati da una certa propaganda, nel commentare l'ultima strage di migranti nel Mediterraneo. E' la conseguenza perversa del livore che porta a considerare i profughi alla stregua di rifiuti umani, senza nessuna funzione utile, dimenticando volutamente di avere a che fare con persone in carne e ossa, con un'anima, che soffrono pene indicibili, pagano per l'avidità altrui e chiudono la loro esistenza sepolte nei fondali, sotto tonnellate di acqua. L'assuefazione alla tragedia sembra raggelare i cuori.