giovedì 2 ottobre 2014

Con i populisti che sbraitano, la solidarietà finisce in fondo a un cassetto.

Vite alla deriva

 

 

ABNEGAZIONE. Tranne le frasi di circostanza, l'UE guardava altrove mentre nel Mediterraneo si consumava la tragedia dei migranti, sottoposti a una costante e drammatica prova di sopravvivenza. In un anno ne sono annegati quasi tremila e solo l'Italia, mostrando il suo lato migliore, ha preso misure concrete per impedire che in mare muoiano altri esseri umani. Nel suo rapporto "Vite alla deriva". Amnesty International sottolinea lo spirito di abnegazione di chi opera nei centri di accoglienza italiani, ma esclude che Roma possa essere lasciata sola a gestire una tragedia di tale portata. Ma con i populisti che sbraitano, la solidarietà europea finisce in fondo a un cassetto.

 

ESEMPIO. Non poteva essere smentito dai negazionisti, poiché aveva visto con i propri occhi l'orrore infinito dei campi di concentramento nazisti. A 91 anni è morto a Roma Mario Limentani, uno degli ultimi sopravvissuti ai lager del Terzo Reich, spaventosa macchina di sterminio che ha marcato per sempre, con un'onta indelebile, chi l'ha ideata e chi ne è stato complice. Con lui scompare un testimone diretto della Shoah, una vittima della deportazione degli ebrei romani avvenuta con la collaborazione dei fascisti. Un  esempio e un monito per le nuove generazioni affinché la storia non si ripeta, proprio mentre assistiamo un po' ovunque a inquietanti rigurgiti nostalgici.

 

CORVI. Finora si sono trincerati dietro la comoda omertà della rete, coperti da sigle ed emoticon che comunque qualcosa lasciano trapelare della loro personalità. Sono i corvi dei social network che hanno fatto della xenofobia il loro credo e dell'antisemitismo la loro religione. Le loro fila si infittiscono di giorno in giorno e ora occorre capire se abbiamo a che fare con una internazionale dei balordi, che ringhiano ma solo a parole, o invece con gruppi strutturati, intenzionati a mettere in pratica il "sano ripulisti di zio Adolfo" che infarcisce i loro deliranti proclami. Coi tempi che corrono il rischio di un'ebola dei cattivi pensieri non è da prendere sottogamba.

 

SENATO. Ormai è una realtà consolidata pronta a scalare le istituzioni. A Parigi l'estrema destra francese ,consacrata primo partito dalle europee, si è vista  spalancare la porta del Senato e adesso si prepara a sfondare l'ultima che rimane: quella dell'Eliseo.  Più che politico, la Camera alta ha un grande valore simbolico, tanto da far compiere al Fronte Nazionale, grazie ai suoi due eletti, un passo decisivo verso il completo sdoganamento. Marie Le Pen già si muove da statista, mentre la sinistra, che al Senato  ha perso la maggioranza, raccoglie una nuova batosta. Le presidenziali del 2017 sono ancora lontane, non di meno per la gauche il campanello d'allarme è assordante.

 

ORDINE. Per i suoi detrattori repubblicani era un capo senza nerbo. Da quando Obama , come si conviene a un vero leader, ha  ripreso il controllo delle operazioni nel Medio oriente, i suoi avversari hanno fatto in fretta a cambiare casacca.  Per fortuna che Barack c'è,  e ci sarà per altri due anni, è ormai il leitmotiv ricorrente, quasi bastassero le incursioni aeree per estirpare la minaccia del califfato . Il presidente invece sa che per spegnere l'incendio occorre in primo luogo  rimuovere le macroscopiche ingiustizie che qui sono il brodo di coltura  del fanatismo. Ogni mossa quindi  non è tanto per la gloria, bensì per assicurare un ordine mondiale degno di questo nome.

 

CINEMA. Anche se a volte viene la tentazione, sarebbe irriverente, malgrado tutto, paragonare la politica  a un set del Far West. Qualche riferimento al cinema però c'è , grazie alla trovata mediatica di chiamare Trinità i protagonisti della scena romana : Renzi, Berlusconi, Grillo. Tuttavia , per restare in tema,  più che a Bud Spencer e Terence Hill, nell'ok corral di governo e opposizione, arroventato dal patto del Nazareno fonte di grosse frizioni, forse sarebbe più opportuno citare " Il buono, il brutto e il cattivo", nel quale ognuno può sbizzarrirsi ad attribuire i ruoli come nel capolavoro di Sergio Leone. Resta da individuare chi dei tre  sia il buono, il brutto e il cattivo.

 

CIARLE. Sembrano lontani, se non addirittura tramontati , i tempi in cui l'ex Cavaliere poteva permettersi di dettare la scaletta dei dibattiti televisivi, quasi fossero " cosa sua". Ci fu un periodo in cui i salotti buoni anche nel servizio pubblico erano come una terza camera di Forza Italia.  Oggi lo scenario è radicalmente mutato. In concomitanza con la crisi di certi attori politici, anche i talk show sono entrati a loro volta in crisi. Crisi di ascolti e di idee. Sulla ragione del crollo i massmediologi sono divisi, ma tutti sembrano concordare sul fatto che oltre alla formula, ormai invecchiata, sia venuta a noia la cosiddetta telecrazia  piena di ciarle,  di comparsate in video, ma vuota di contenuti.