domenica 10 marzo 2013

Clausewitz

La guerra è nulla più che la prosecuzione della diplomazia con

altri mezzi. Difatti gli uomini continuano a spararsi addosso.

di Renzo Balmelli

PROIETTILI. Se von Clausewitz tornasse, avrebbe la conferma che talune sue intuizioni erano azzeccate quando affermava che la guerra non è nulla più che la prosecuzione della diplomazia con altri mezzi. Difatti gli uomini continuano a spararsi addosso. Sono soltanto cambiati i mezzi. Ora gli ordigni sono molto più sofisticati delle cannoniere, ma ammazzano come e più di prima. In aggiunta vi è un'arma tanto silenziosa quanto efficace: i computer con i quali dati e notizie usati in un certo modo diventano proiettili. Col terzo millennio è iniziata l'era della guerra cibernetica affidata a un esercito di hacker addestrati negli attacchi informatici in tutto il mondo. Cina e Stati Uniti sono già ai ferri corti per questa corsa alla supremazia di nuovo tipo che potrebbe causare danni devastanti alla rete dei siti sensibili.

________________________________

TRAMONTO. C'era una volta la "nobiltà nera" romana, rocciosa guardiana della tradizione alla corte pontificia, nonché protagonista delle cronache mondane e di alcune scene nei film di Fellini. Dello splendore gentilizio sono rimasti sbiaditi ricordi di cui rivive l'eco lontana nelle dimore avite dove i saloni si perdono a vista d'occhio. Sparito da tempo il suggestivo apparato barocco del cerimoniale, confinata nel museo la sedia gestatoria, anche la rinuncia di Benedetto XVI - come osserva il Corriere - ha disorientato le grandi famiglie aristocratiche travolgendole con l'impeto di "uno spartiacque profondo, traumatico, quasi insondabile". A loro dire quel gesto equivale al tramonto definitivo di un'epoca che difficilmente ritroverà l'antico splendore in un Conclave su cui si addensa l'ombra degli scandali e che ha ben altro a cui pensare.

ORO. Putin non farà come i cercatori che si spezzavano la schiena nel Klondike. Il presidente russo i lingotti li compera all'ingrosso per rimpolpare i caveau segreti di Mosca di cui già si favoleggiava alla corte degli zar e sotto il comunismo. E' una scelta in controtendenza rispetto ai maggiori centri finanziari che invece sono inclini a sbarazzarsi delle riserve aurifere in eccedenza. Chi è in vena di reminiscenze letterarie per capirci qualcosa potrà ispirarsi a Nastasya, l'eroina de L'Idiota, che per sfida gettava centomila rubli nel camino. Anche il leader del Cremlino avrà pensato che le banconote bruciano in fretta, mentre il metallo giallo è indistruttibile. Quanto sia vero però è tutto da dimostrare. La mitica età dell'oro sinonimo di abbondanza non è mai realmente esistita se non nei racconti come tema popolare di tipo leggendario.

CLANDESTINO. Nel mondo ci sono altri problemi. Bambini falcidiati dalla fame, violenze e prevaricazione. Ciò malgrado, non si esaurisce l'onda lunga dello sdegno per l'orso ucciso in Svizzera a sangue freddo. Quasi a voler smentire quell'iconoclasta di un Oscar Wilde (più conosco gli uomini, più amo le bestie), l'alzata di scudi degli umani non ha conosciuto frontiere. Nella Confederazione un deputato della destra ultra nazionalista, al colmo dell'indignazione, ha addirittura violato i sacri vincoli del patriottismo lasciandosi andare a giudizi infamanti sul suo Paese. Ciò che il povero plantigrado non sapeva era di essere un clandestino sconfinato senza documenti e quindi sottoposto a rigide restrizioni nella libertà di movimento. E la sua impertinenza gli è costata caro. Ora però nelle sue peregrinazioni lungo le vallate celesti saprà di non essere solo.

CHICCA. Tra i vari protagonisti dei fumetti, Topolino è probabilmente il personaggio che ha dato vita al maggior numero di interpretazioni critiche sul suo universo e, quindi, di riflesso, su quello del suo creatore, il discusso, controverso e geniale Walt Disney. Qualcuno ha detto che su Topolino si è scritto più che sui filosofi della scuola di Francoforte. Il ritratto che ne viene fuori non potrebbe essere più frastagliato: democratico, ma anche "fascista", politicamente scorretto, ma anche correttissimo. La discussione è destinata a ravvivarsi con l'arrivo di una vera chicca edita da Rizzoli: le primissime strisce firmate da Floyd Gottfredson, il grande disegnatore che decretò la fama di Mickey Mouse quando ancora non era una figura ben definita. Gli appassionati sperano tuttavia che la politica non interferisca in questo spazio di spensieratezza.