SPIGOLATURE
di Renzo Balmelli
IMBROGLI. Fra pochi giorni vedremo che Italia uscirà dalle urne, se sarà un Paese ancora segnato dal meteorite Silvio, oppure, all'opposto, capace di scuotersi e ripartire, liberandosi infine dalle bugie dell'infausta era berlusconiana, ma bugie seducenti agli occhi dei fans. E quindi doppiamente pericolose. L'ondata di scandali che si è abbattuta sulle elezioni evidenzia quanto sia diffusa l'illegalità e quanto sia impellente una colossale azione di bonifica all'interno di una struttura di potere in cui si ruba per comandare e si comanda per rubare. Se non è una nuova Tangentopoli è semplicemente perché l'attuale è la prosecuzione della vecchia con altri attori. Per rompere l'intreccio perverso della corruzione urge ricostruire un circuito di fiducia al fine di riportare serenità fra la gente, senza altri imbrogli, senza lettere sul rimborso fasullo dell'Imu e senza bunga-bunga.
INCUBO. Nella cancellerie occidentali si evita qualsiasi forma di ingerenza, ma a quanto pare di capire non lascia tranquilli l'ipotesi di vedere Palazzo Chigi ripiombare nel caos politico ed economico in cui l'ha lasciato il precedente governo dell'allegro sultanato di Arcore. Se per somma sventura dovesse materializzarsi l'incubo di un ritorno di Berlusconi, forte è il il timore che l'Italia ridiventi il partner inaffidabile e volubile che era ai tempi dell'ex premier e delle sue bizzarre esibizioni. Questi lunghi anni del Pdl ci hanno consegnato una situazione che assomiglia a una catastrofe etica e morale. Perpetuando l'avventurismo e la semplificazione populista del Cav, ormai irrecuperabile alla ragione e dilaniato dalla superbia, per il Paese sarebbe poi difficilissimo salvare la credibilità e il prestigio appena faticosamente ritrovati sul palcoscenico internazionale.
ABUSI. Quando le remunerazioni dei manager raggiungono vette da capogiro può succedere che anche i tranquilli cittadini svizzeri mettano da parte la tradizionale compostezza per dare libero corso alla loro indignazione. Sarà quindi un referendum che forse non è esagerato definire storico quello del 3 marzo sull'iniziativa del senatore Thomas Minder tesa a contenere un fenomeno in costante espansione. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la liquidazione di 72 milioni di franchi attribuita al grand patron della Novartis, il colosso mondiale dell'industria farmaceutica. Nel frattempo il compenso pattuito è stato congelato, ma non il disagio morale avvertibile nella Confederazione. Cifre siffatte oltre che nocive per la coesione sociale del Paese offendono coloro che nemmeno dopo intere generazioni riusciranno a vederne anche solo una frazione infinitesimale.
LOGORIO. Obama ha progetti ambiziosi come la mappatura un tantino fantascientifica del cervello che di sicuro lo esporrà a svariate critiche. Tuttavia per quanto dica o faccia, mai gli si potrà rimproverare di essersi arricchito alle spalle degli elettori. Pur essendo alla guida della maggior potenza mondiale, il suo emolumento è di 400 mila dollari l'anno, somma inferiore a quella di taluni deputati regionali e governatori italiani. In compenso governare l'America nell'era delle strategie globali è una missione che stanca e assorbe tutte le energie di chi lavora in un luogo dove ogni giorno si fa un pezzetto di storia. La constatazione è tanto più vera se si considera che dopo i ministri importanti, il Presidente ha dovuto rinnovare anche l'intero team dei principali consiglieri, ormai esausti. Alla Casa Bianca, diversamente dal felice teorema di Andreotti, il potere logora davvero che ce l'ha.
MANOVRE. Magari si fa peccato, ma la tentazione di pensar male è più forte della prudenza nel seguire le vicende che scuotono La7 e il Corriere della Sera alla vigilia delle elezioni. Le due testate sono al centro di manovre di mercato dai risvolti ancora poco chiari. Su entrambe ha provato a mettere le mano più di una volta l'ex premier che ora spera di rifarsi sotto. L'emittente televisiva passerebbe a un proprietario suo amico il quale assicura di voler rispettare la linea editoriale dei vari Lerner, Mentana e Santoro. Sempre che non siano promesse da Berlusconi. Al gruppo Corsera la crisi minaccia invece i periodici e centinaia di posti di lavoro, mentre direzione e redazione dell'ultra centenario quotidiano della borghesia milanese lottano a denti stretti per preservare l'indipendenza del giornale. Ma il paventato addio alla mitica sede di via Solferino preoccupa e fa pensare.
AUSPICIO. A grandi passi i giorni delle segretissime sedute del Conclave dentro la Cappella Sistina si stanno avvicinando. Sarà il solito scenario, oppure le dimissioni di Benedetto XVI hanno in parte già scompaginato le carte? A detta di autorevoli vaticanisti, dopo due Pontificati "stranieri" la Santa Sede sarebbe ormai sempre meno "italo ed eurocentrica", al punto che per la successione di Ratzinger non può fare a meno di guardare con attenzione a realtà finora poco considerate per la più alta carica. Il prossimo Papa sarà alla testa di 1 miliardo e 250 milioni di cattolici, la maggior parte dei quali (oltre un miliardo) vive lontano dal cupolone di San Pietro, in Asia, Africa, America latina, non di rado in condizioni difficili. Dal basso sale l'auspicio che volti e protagonisti nuovi sappiano cogliere l'anelito riformista, al passo con i tempi. Chissà se la Chiesa ne sarà capace.