Se in tre mesi il centrosinistra è riuscito a scavare uno solco di oltre sei punti rispetto alla maggioranza, questo come minimo significa che la pazienza dei cittadini è agli sgoccioli. di Renzo Balmelli SORPASSO. Diamo ai sondaggi cio' che è dei sondaggi, e agli elettori cio' che è degli elettori. Spesso le loro strade divergono in modo tale da creare sorprese clamorose. Se pero' in tre mesi il centrosinistra è riuscito a ribaltare il quadro d'insieme, a passare in testa nella preferenze ed a scavare uno solco di oltre 6 punti con la maggioranza, come minimo significa che la pazienza dei cittadini è agli sgoccioli. Il declino della destra trova poi altri riscontri nella caduta libera del premier e nel calo vistoso della fiducia scesa ormai sotto lo zoccolo duro. Molto apprezzata è invece l'idea di un governo istituzionale per uscire dalla crisi e condurre l'Italia a nuove elezioni. Ed è questo un dato significativo, che evidenzia quanto sia sentita la voglia di cambiamento al termine del viaggio nella lunga notte berlusconiana.
SVOLTA. Anche nelle democrazie scandinave, considerate all'avanguardia nel campo della parità tra i sessi, a volte resistono pregiudizi duri a morire. Ne sa qualcosa Helle Thorning-Schmidt, 44 anni, capo del Partito socialdemocratico danese, veniva considerata troppo bella, alta, bionda e alla moda per poter essere di sinistra e ricoprire la carica politica più ambita del Paese. E invece dopo dieci anni di supremazia borghese, giunta ormai a un punto morto Thorning-Schmidt, che la stampa aveva ribattezzato "la Gucci rossa", ce l'ha fatta. Sarà la prima donna a ricoprire la carica di primo ministro nella storia della Danimarca. Non era facile attuare una "svolta rossa" sotto il peso della crisi economica e con la zavorra della destra nazionalista che ha condotto una campagna all'insegna della paura. Con la vittoria del centrosinistra a Copenaghen è stata scritta una pagina di storia che, sommata ai buoni risultati della SPD in Germania, dovrebbe avere ricadute positive anche sul quadro politico europeo (e quindi anche italiano). FUGA. Parlare di Berlusconi è imbarazzante. Ormai è talmente screditato da non risultare credibile nemmeno quando vola all'estero per una missione di ordinaria amministrazione. Cio' che la gente vede è l'immagine di un uomo in fuga dalla giustizia. A volte ormai sembra di sparare sulla Croce Rossa. Ma il Cavaliere, pur prigioniero del suo ego sconfinato, non è, come si tende a pensare, un uomo solo al comando, no, è il prodotto di un sistema politico-mediatico viziato, che lo ha sempre applaudito, blandito e assolto anche quando ne combinava di tutti i colori. Insomma uno funzionale all'altro, nel solco di un'anomalia tutta italiana, l'anomalia delle buffonerie e dei baccanali al potere, che destabilizza il paese.
DISAGIO. Poco alla volta se ne stanno accorgendo anche gli osservatori che di solito misurano i giudizi col bilancino del farmacista e passano ore su un aggettivo o una frase nell'esercizio bizantino del dire e del non dire. Pure loro cominciano a scrivere, senza troppe perifrasi, che questo governo e questa maggioranza, dopo una manovra degna di Fregoli, dopo la bufera giudiziaria con i magistrati di Napoli, dopo il caso Tarantino-Lavitola e dopo lo scontro con il Quirinale, sono prigionieri di una situazione ormai insostenibile. C'è quindi da chiedersi quanto possa andare avanti il disagio senza provocare danni seri all'Italia. Invero, domanda pletorica. L'impressione è che il disastro sia stato fatto e resti soltanto da attendere la liberazione da questa ingloriosa via crucis.
SCHIAFFO. Brooklyn era democratica da quasi un secolo. Ora lo storico quartiere italo-americano di Nuova York è stato espugnato dai repubblicani e lo schiaffo ha lasciato il segno. Da troppo tempo ormai contro il primo presidente di colore alla Casa Bianca, portatore di speranze inaudite, si moltiplicano i segnali di sfiducia, senza che il suo staff sia riuscito a escogitare le giuste contromisure. Come si stanno mettendo le cose, la rielezione di Obama non è ancora compromessa, ma neppure scontata. I suoi principali avversari tuttavia non sembrano i predicatori del Tea Party , che comunque non hanno un candidato capace di fare la differenza. L'impresa piu' ardua per il leader democratico adesso consiste nel riconquistare il sostegno dei suoi alleati nell'area liberal che si sentono delusi, traditi, e potrebbero voltargli le spalle.
FIGURACCIA. Sarebbe piaciuta a Kafka l'incredibile disavventura occorsa all'UBS. La maggiore banca svizzera impone ai suoi collaboratori severe regole nella scelta dell'abbigliamento e persino degli occhiali, ma riesce a farsi soffiare due miliardi di dollari, che non sono bruscolini. Alla faccia dei controlli. Messo a segno nella sede londinese da un dirigente scaltro e senza scrupoli, il colpo grosso oltre al danno è valso all'istituto anche la beffa della pessima figura che ne scalfisce l'immagine già compromessa in passato da altre operazioni di dubbia pertinenza. Da quanto si vede la lezione pero' non è servita e ora, a un mese dalle elezioni federali, l'ingente truffa ripropone in termini che forse non è esagerato definire drammatici il dibattito su etica e finanza nel cuore del segreto bancario. Dibattito dal quale la politica non ha il diritto di chiamarsi fuori. |
martedì 20 settembre 2011
Diamo ai sondaggi cio' che è dei sondaggi
16:31
Renzo Balmelli