mercoledì 25 maggio 2011

Nel paese in cui fioriscono i limoni

L'esito delle consultazioni amministrative è stato come una riscoperta della politica e con essa de diritto di pensare che, anche in Italia, cambiare si può. Apprezziamo questo breve attimo di soddisfazione, prima della prossima ondata di fango in arrivo da una destra berlusconiana sempre più allo sbando.

 

di Renzo Balmelli 

 

CAMBIARE - Aspettiamoci di tutto, di piu', di peggio dalla destra inviperita dalla batosta delle amministrative e sull'orlo di una crisi di nervi. Vinte alla grande Torino e Bologna, stanno ora per abbattersi sull'opposizione altre vagonate di fango e di menzogne in vista del decisivo secondo tempo di Milano e Napoli. E chissà che questa volta, considerata l'importanza della posta in palio, nel centrosinistra, spesso indebolito dalla litigiosità, non prevalga finalmente lo sforzo unitario che puo' valere una vittoria insperata. Auguriamocelo. L'esito della consultazione - ha scritto Ezio Mauro - è stato come la riscoperta della politica. E con la politica è tornato il diritto di pensare che cambiare si puo', perché l'Italia non è di Berlusconi. Carpe diem.

 

FRODI - La telecrazia è il contrario della democrazia e Berlusconi se ne serve senza ritegno. Grazie a una rete di direttori compiacenti, in un sol colpo il Cavaliere ha occupato RAI 1, RAI 2, tre Mediaset e il Giornale radio con una prestazione elettorale senza contraddittorio che non solo ha annientato la realtà, ma era talmente demogogico da offuscare persino la pessima fama del dittatore Lukashenko, padrone della Bielorussia. L'Italia non è una dittatura, ma sarebbe interessante sapere cosa ne pensa la gente sia di un premier sia di una televisione di Stato (tranne Rai 3) coalizzati nel mantenere illusioni che si sono rivelate vere e proprie frodi. Ebbene, a giudicare dal clamoroso fallimento del rancoroso Sgarbi , mandato in avanscoperta sulla Uno per preparare il terreno a Silvio B., pare che l'assioma di Abramo Lincoln sia ancora valido: "Si può ingannare tutto il popolo per un po' di tempo, si può anche ingannare una parte del popolo di tanto in tanto, ma non si può ingannare tutto il popolo tutto il tempo".

 

ANALISI - All'indomani del terremoto, la Lega usa parole che esprimono amarezza ed equivalgono a un giudizio negativo sull'operato del presidente del Consiglio. Ormai la sconfitta non puo' restare orfana a lungo e le convulse scosse di assestamento post-elettorale dicono che nella maggioranza si arriverà presto alla resa dei conti. L'analisi del voto indica d'altronde che quella del Pdl è stata in primis la disfatta del presuntuoso, caudillesco referendum su se stesso indetto dal premier. Battuto cinque volte in aula, il governo tanto bene non sta, ed è singolare che il Cavaliere per giorni e giorni non abbia sentito il dovere anche istituzionale di un'assunzione di responsabilità in prima persona.

 

SESSO - Dalla "profonda sobrietà" dei festini di Arcore alle alcove vip di New York, sulla scena mondiale proseguono le rappresentazioni del binomio sesso e potere . Come in un teatro dell'assurdo, il triste canovaccio propone strampalati personaggi legati a una visione feudale del rapporto ancillare, a una concezione da signorotto uso a rivendicare lo jus primae noctis. Ancora piu' sconfortante è vedere come i protagonisti abbiano perduto ogni ritegno. Si dice che dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna. O forse una grande cortigiana. Ma nella loro maleducata incontinenza, né Berlusconi né Dominique Strauss-Khan risultano essere grandi uomini.

 

EVASIONE - Sotto la penna magistrale di un Leopardi dei nostri tempi formerebbero un trattato di operette "immorali". Sono buffe le ricorrenti baruffe italo-svizzere sui paradisi fiscali che non interessano nessuno, se non la solita casta di privilegiati. Ci si accapiglia con toni altisonanti, ma la realtà è un'altra, diversa. La realtà è che Tremonti fa il ministro di un premier teoreta dell'evasione fiscale e che i compiacenti caveau elvetici, a dispetto degli slogan, non sono templi di virginale purezza finanziaria. Entrambi risultano percio' poco credibili, tanto piu' che a naufragare in questa specie di batracomiomachia tra milionari saranno sempre e comunque i frontalieri, già infangati dalla destra becera e xenofoba che li paragona a ratti famelici, ma che accoglie a braccia aperte i capitali in fuga.

 

VACANZE - Di Deutschland über alles ne è bastata una e nessuno, tranne i vaneggiamenti di Lars von Trier a Cannes, ha chiesto il bis. Quindi mal si capiscono, se non con motivazioni squisitamente elettorali, i sussulti di Angela Merkel sulla presunta supremazia teutonica nella capacità di lavorare e di produrre rispetto al sud dell'Europa. Secondo lei la quantità di vacanze andrebbe resa più "tedesca" ovunque. . . Tutto si complica, però, quando si scopre che i finlandesi – nordici, efficienti e solidissimi nell'euro – si godono come minimo 40 giorni di riposo all'anno e sono tra i piu' festaioli del continente. Forse Frau Merkel prima di esternare avrebbe dovuto rileggersi le deliziose pagine di Goethe sul "paese in cui fioriscono i limoni" (das Land wo die Zitronen blühen) e dove la qualità della vita non si misura con i soli criteri della competitività.

 
VOLANTE - Quando ha fatto l'elogio della "primavera araba", Obama non immaginava che le sue parole avrebbero sollevato una mezza rivoluzione nel regno saudita, oscurantista e maschilista. Invece è successo. Sebbene filtrati dalla censura, il messaggio della Casa Bianca e l'eco delle piazze in rivolta hanno infuso coraggio alle donne di Ryad , soffocate da un sistema che preclude loro financo la patente senza il consenso dell'uomo. Si è cosi' formato un movimento femminile deciso a spezzare le catene e determinato a mettersi al posto di guida. Agli sceicchi non garberà, ma la curiosa idea del volante elevato nella circostanza a simbolo del cambiamento ha una forza intrinseca che nella sua semplicità sembra destinata a cambiare il corso della storia senza che nessun monarca assoluto riesca a impedirlo.