martedì 17 maggio 2011

Eversione ed eccessi

Una destra occidentale ricca ovunque di cialtroni in libera uscita

di Renzo Balmelli

EVERSIONE - I magistrati sono un "cancro" , la "metastasi" è Ilda Bocassini. Nell'area democratica una siffatta eruzione di violenza squadrista avrebbe generato una corale reazione di sdegno. Non in Italia, purtroppo, dove Berlusconi e la Santanché, raffinata signora che non vuole mai arrivare seconda nella gara all'eversione, possono continuare a prodursi impunemente nella demonizzazione di chi non è piu' considerato un avversario, ma un nemico da abbattere con tutti i mezzi. E non è finita. Oltre la metafora orribile del bisturi risolutivo esistono soltanto l'abominio della morale e la voragine della ragione verso cui scivola inesorabilmente la deriva della destra tra le complicità ed i colpevoli silenzi di un paese-sistema ormai narcotizzato da vagonate di gossip e cialtroni in libera uscita.

QUALITA' - La campagna elettorale per le amministrative ha mostrato il volto peggiore della maggioranza cui è affidato il governo del paese. Da Milano, con Napoli e Torino città chiave della consultazione, arriva un esempio allarmante del carattere feroce di una contesa che si nutre di veleni e menzogne. La macchina del fango contro il candidato dell'opposizione Pisapia messa in moto del premier e che ha avuto in Letizia Moratti un cavallo di Troia compiacente e disponibile ad affondare i denti sull'avversario, è la dimostrazione eloquente di come si costruisce una fucilazione politica e mediatica su un cumolo di bugie. Se Peppone e Don Camillo avessero potuto assistere assistere allo scempio di cui soffre la lotta politica sarebbero rientrati di corsa nella loro realtà romanzesca. Ai loro tempi magari se le davano anche di santa ragione, ma alla fine a prevalere era sempre e comunque la consapevolezza di operare per il bene comune. Oggi predomina l'edonismo di stampo berlusconiano. La scalata al potere per l'occupazione dell'ambito seggio è diventata una febbre di scalata sociale intrisa di strafalcioni, ambigue connivenze e un vistoso calo di qualità. Tanto da ricordare come la contesa elettorale dopo gli scontri epocali del passato tra democristiani e comunisti abbia preso davvero una brutta china. Ridateci Brescello!

GAUCHE - A un anno dalle presidenziali del 2012 la sinistra francese da il via all'operazione nostalgia per rilanciare il mito di Francois Mitterrand, tenuto a lungo in naftalina quasi fosse una presenza ingombrante e dolorosa nel ricordo dei passati successi. A Parigi correva il 10 maggio 1981 quando il primo e finora unico Presidente socialista della Quinta Repubblica varcava la soglia dell'Eliseo. Trent'anni dopo l'uomo della gauche capace di vincere per due volte le elezioni torna a essere l'icona del PS che mira a recuperare il tempo perduto dopo una lunga traversata del deserto. La speranza è di rinnovare il miracolo della "force tranquille" che ha cambiato per sempre la storia del paese. A maggior ragione nell'ora in cui lo spettro dell'estrema destra incombe sui destini della Francia.

ECCESSI - Si dice che l'unica cosa che l'uomo impara dalla storia è che non impara nulla dalla storia. Se è vero, allora si puo' ben dire che in quest'ottica gli squali dell'alta finanza non hanno rivali. Da un po' di tempo, smesso il saio del falso penitente, sono tornati a spadroneggiare e non fanno mistero della loro avidità strutturale. L'economia reale ha ancora la febbre, la disoccupazione resta elevatissima, ma i manager di Wall Street si regalano retribuzioni in oro zecchino che vanno dai 50 ai 90 milioni di dollari all'anno. E sulle altre piazze i loro colleghi non sono da meno. I trattamenti principeschi fanno riemergere i vecchi eccessi del capitalismo senza regole che premia le solite caste di privilegiati e acuisce in modo vistoso le ingiustizie, gli stenti e le contrazioni dei redditi per chi è nato nel cono d'ombra del benessere.