mercoledì 21 gennaio 2009

Grandi e piccoli cortocircuiti della ragione

di Renzo Balmelli
FOLLIE - Cento milioni di euro per un giocatore di pallone. E’ la somma che il Manchester City è disposto a pagare per avere l’attaccante del Milan, Kakà. Follie da nababbi che irridono la sorte dei poveri cristi. Da “metafora della vita” il calcio diventa metafora della vergogna.

SHOAH - Bestia infame l’antisemitismo che si insinua subdolamente , col suo carico di orrori, nella polemica sulla guerra in Medio Oriente. Dalla destra reazionaria arrivano slogan aberranti e controproducenti, come quello sentito in Olanda: “ Viva Hamas, ebrei in camera a gas”. Nel contesto attuale la politica di Israele non è esente da critiche, si puo' diresenza timore, ma nel cortocircuito della ragione non va dimenticata mai la Shoah, il male assoluto, il buco nero nella coscienza dell’Occidente. Contestare il Giorno della memoria è una scelta sciagurata che getta fango sulle vittime dell’Olocausto.

FINESTRA DI SPERANZE - A pochi giorni dall’insediamento, nel pieno della stagione celebrativa per la sua elezione, tutti sperano che con Obama nulla sia piu’ come prima. E si capisce. Otto anni di Bush sarebbero troppi per chiunque. Gli USA sognano ora una svolta di stampo kennedyano che riscatti il paese dalla crisi morale e lo aiuti a recuperare il prestigio andato perso nello scannatoio guerrafondaio. La sfida non è comunque vinta in partenza in una società sempre piu’ complessa e dove ogni problema è una priorità spesso drammatica. L’obbiettivo verso cui tendere è un mondo migliore, con piu’ uguaglianza, giustizia e libertà. La gente è convinta che Obama sia la persona adatta a costruire un modello laico di “governance” mondiale capace di rompere con i vecchi schemi. Si tratterà di gestire con sagacia le trasformazioni e le novità che riguardano le aspirazioni di milioni di individui, proponendo una visione piu’ solidale e piu’ umana della politica. Altrimenti l’ordine internazionale andrà in pezzi, provocando un disastro irrecuperabile. Henry Kissinger, che non è tenero con i democratici, nel commento sulla Stampa, pensa che l’impresa non sia fuori portata. A suo parere sarà già un grande successo se gli Stati Uniti ed i loro partner potenziali, spesso vincolati ai processi politici interni, coglieranno un’opportunità unica di trasformare un momento di crisi in una finestra di speranza per tutta l’umanità. La storia, che ormai ha imparato a correre, darà presto i suoi primi responsi.

ELEMOSINA - A dispetto degli ottimisti del bicchiere mezzo pieno, la crisi fa sul serio e morde nella carne viva dei piu’ sfavoriti. Anni di follie, di sperperi, di operazioni avventate, di manager farfalloni stanno mettendo a dura prova anche le nazioni meglio attrezzate per fronteggiare l’emergenza. E non di rado la via d’uscita dall’emergenza è la fuga nella depressione, se non addirittura nell’elemosina . Sul versante opposto suonano come una presa per i fondelli le promesse di facili guadagni che mai andranno nella direzioni cara a Robin Hood. I poveri - diceva Brecht - vogliono la giustizia, i ricchi preferiscono l’ingiustizia. Se queste sono le premesse, il 2009 rischia di essere addirittura peggiore di quanto pronosticano gli esperti.

ANTOLOGIA DEI VINTI - Bocca di rosa era esecrata dai body guard del falso moralismo. Fu cosi’ che Fabrizio De André, di cui si ricorda il decennale della morte, fini’ nel tritacarne degli indagati, spiato e schedato per il suo vitale e provocatorio anticonformismo. Sul suo conto i pedanteschi revisori delle pseudo virtu’ costruirono un castello di menzogne e di sospetti senza avere uno straccio di prove. Che spreco di materia grigia! Nell’intera opera dedl cantautore genovese, refrettario alle verità ufficiali, cio’ che davvero contava non è mai stata la politica in doppiopetto, bensi’ la vicenda umana degli “ antieroi” smarriti nel labirinto della quotidianità. Non lo capirono i malevoli investigatori , professionalmente inadeguati, disponibili a dare corpo ai fantasmi dei loro superiori in un pauroso deficit di cultura democratica. Per fortuna, la miopia degli ottusi censori non impedi’ a Marinella e tante altre ballate di entrare a pieno titolo nel patrimonio musicale italiano.