di Renzo Balmelli
OSSESSIONE. Basta!!!!!!! Scritta così, con una sequela infinita di punti esclamativi, è l'invocazione più usata dai lettori per biasimare l'ossessiva rincorsa a Berlusconi come fosse un divo e non un politico decaduto in virtù di una sentenza che non è uno scherzo. Ovunque cada lo sguardo, i titoli si ripetono come tanti cloni. Berlusconi con la Pascale, Berlusconi con Dudù, Berlusconi sgrida Barbara, Berlusconi ad Arcore, Berlusconi a Palazzo Grazioli, Berlusconi in elicottero, Berlusconi a Milanello. Sì, davvero basta!! Non se ne può più. Per poi concludere con la domanda dalle cento pistole: ora che farà Berlusconi? Che volete che faccia. Niente, come ha sempre fatto, tranne curare i suoi interessi personali. Ma per quanto ovvia la risposta sia, stranamente però non figura da nessuna parte per un semplice motivo: la "deberlusconizzazione" del Paese è appena iniziata e non terminerà tanto presto.
VENTENNIO. Dopo la decadenza l'avventura politica di Silvio B. cambia, ma non finisce qui. Purtroppo. Chiuso un ventennio, c'è il rischio che se ne apra un altro ancor più turbolento e facinoroso. I sondaggi, ammesso e non concesso che siano veri, sembrano svelare una realtà difficilissima da rimuovere dal tessuto nazionale. Come un virus, il berlusconismo è dentro gli italiani. O perlomeno una parte di essi. E' il cosiddetto "mal du siècle" di cui parla Barbara Spinelli, ancora molto radicato in chi non ha altra ambizione se non di essere come il Cav. Tutt'altro che morta, l'eredità politica e culturale del ventennio - " è un'abitudine mentale, un credo epidemico" che non cesserà di intossicare il Paese senza uno spietato esame di coscienza. Impossibile? Una utopia? Forse no. Forse quel grande, stimolante laboratorio che è l'Italia può ancora sorprenderci.
VISIONI. Al Pd si offre la straordinaria possibilità di guidare la riscossa civile, economica e morale dell'Italia, Basta fare le scelte giuste. Non è la prima volta che ciò accade nella storia della sinistra e non è la prima volta, ahinoi, che l'obbiettivo viene mancato per le lotte intestine, come sta appunto avvenendo adesso in vista delle primarie. Ma quali scelte? Ai cittadini nauseati dell'insulso teatrino delle poltrone occorre offrire una vera alternativa. Un deciso salto di qualità rispetto alla tetraggine un po' wagneriana della decadenza dell'ex premier, consumata nella noia dei soliti slogan davanti a quattro gatti . Occorre un forte segnale di discontinuità, alla larga dalle larghe intese prima maniera. Il Pd torni insomma ad essere orgoglioso dei suoi valori e portatore di quelle visioni su come dovrà essere il Paese nei prossimi anni: visioni che sono la chiave di volta per una buona politica, al passo coi tempi.
ALLEANZA. Anche declinato nella lingua di Goethe, il matrimonio delle larghe intese tra SPD e CDU/CSU non è, come si suol dire, un viaggetto di tutto riposo. A dispetto della concretezza tedesca, avulsa dai bizantinismi all'italiana, la strada verso la grande coalizione resta in salita e al momento non offre ancora garanzie di riuscita, ancorché sia considerata su entrambi i fronti un'alleanza quasi indispensabile. Uscito dalle elezioni senza una maggioranza assoluta, lo schieramento della Merkel non è in grado di fare da solo. In casa socialdemocratica la scelta appare in un certo qual senso obbligata, ma la base, chiamata a decidere con un referendum dall'esito affatto scontato, rumoreggia nel timore di perdere consensi. La posta in gioco è dunque molto alta. A detta degli esperti si tratta di far nascere il nuovo governo o di ucciderlo prima ancora che venga alla luce.
EUROVOTO. Nelle trattative in corso a Berlino uno dei passaggi cruciali è rappresentato dalle opzioni in vista delle prossime elezioni europee, in programma a fine maggio. All'appuntamento mancano ancora sei mesi, ma le dinamiche comunitarie occupano ormai uno spazio fisso in tutti i paesi,, tanto da poter dire che la campagna elettorale batte ormai il pieno. In questo contesto, la maggiore preoccupazione è data delle ideologie subdole che si insinuano nei gangli vitali della società sull'onda di quella che si potrebbe chiamare l'internazionale del populismo: un'alleanza paradossale che mira a fare saltare il banco dell'integrazione e dentro la quale si muovono gli aspetti più inquietanti dell'euroscetticismo, dall'ostilità verso la libera circolazione alla paura degli altri, dai proclami nostalgici, alle tendenze xenofobe. Tutte incognite che verosimilmente non avranno la meglio, ma che rischiano di pesare sull'esito del voto fornendo alle formazioni nazional-populiste altro foraggio per le loro perniciose ideologie.
STRAGE. Vivere e morire in una fabbrica, come schiavi dell'era moderna. Siamo nel 2013, in un secolo di tecnologia avanzata, eppure può succedere che sette operai vadano incontro a una fine orribile, arsi vivi nell'incendio del capannone in cui lavoravano e vegetavano in condizioni di drammatico e criminale sottosviluppo. Erano cinesi, sfruttati all'inverosimile, capitati chissà come a Prato, fiorente cittadina toscana, tra i distretti tessili più grandi d'Italia. Quasi ogni giorno le cronache raccontano di situazioni di disagio al limite della sopravvivenza. In un paese civile è intollerabile che cose del genere possano proseguire senza regole, sullo sfondo spietato di una immensa, disumana illegalità. Dire adesso che era una tragedia annunciata e restare a guardare senza porre fine all'ignobile sfruttamento, sarebbe come uccidere una seconda volta quei poveri esseri umani alla deriva e privi di difese.