di Renzo Balmelli
CATACOMBE. Guido Morselli non aveva una grande stima dei cortigiani, una galassia - diceva - che meritava di essere ricordata per le sue imprese pienamente futili. Oggi non tarderebbe a scoprire scatoloni di futilità nei polverosi magazzini del berlusconismo, vero e proprio fenomeno da Barnum della politica, di nuovo in pista per concedere l'ennesimo, tragico bis. Legioni di peones, caporali, indagati e amazzoni stanno risalendo dalle catacombe nel solco di quella sorta di (s)fascismo strisciante, di inno al nichilismo che si regge sul "tanto peggio, tanto meglio". Un gesto che svela gli aspetti eversivi di una campagna elettorale posta sotto l'insegna del peggior populismo di destra.
DEMAGOGHI. A preoccupare non è tanto il ritorno di Berlusconi, dinosauro ormai ridotto a caricatura di se stesso, quanto l'ampiezza del suo lascito. Quel certo modo di fare politica che ha scandalizzato mezzo mondo e pervaso il Paese lasciandovi tracce piuttosto vistose. Quanto conteranno ancora? Sebbene la bocciatura di Europa, mercati e sondaggi sia corale, non è una ragione per stare tranquilli. Qualunque siano le difficoltà, c'è un settore dell'Italia che non cambia e che per tornaconto rincorre le false promesse piuttosto che ragionare con la propria testa. Demagoghi e spacciatori di paradisi artificiali hanno ancora un certo seguito anche perché la storia, ahinoi, non sempre è maestra di vita.
IL TEPORE MEDITERRANEO. Nascere in Svizzera è come vincere un terno al lotto. Ne è convinto l'Economist dopo avere spulciato, confrontato e analizzato migliaia di dati. L'unica a stare a ruota della Confederazione è l'Australia, ribattezzata "Australia felix", mentre l'Italia è ventunesima. Per addolcire la pillola, le contrade del sud potranno comunque consolarsi con Goethe e il suo famoso "kommt in das Land, wo die Zitronen blühen". Come dire che per una vita felice, tranquilla e di qualità contano pure altre cose oltre alle statistiche. Accanto ai grandi exploit, il tepore del sole mediterraneo e il profumo degli agrumi possono essere un gradevole antidoto alla morsa del gelo che paralizza il corpo, ma soprattutto l'anima.
LO STRANIERO. Per molti è diventato il colpevole per antonomasia di tutti i mali della società sebbene sia egli stesso la prima vittima del neo liberismo senza freni. La sua presenza fa binomio con disoccupazione secondo un accostamento arbitrario che la destra nazionalista e xenofoba cavalca senza pudore. Essere straniero quando la congiuntura va male significa in molti casi dover affrontare un carico di pregiudizi dettato in larga misura da considerazioni di carattere emotivo. Anziché indagare a fondo sulle reali ragioni del disagio, è più facile e comodo trovare il capro espiatorio in un contesto sociale che vede l'indifferenza rispetto all'umanità prevalere sulla solidarietà tra gli uomini.
PROMESSA. Non sarà perfetta la costruzione europea. D'accordo. Ma senza l'Ue la storia del Vecchio continente degli ultimi sessant'anni forse sarebbe stata ancora condizionata e penalizzata dalle antiche rivalità. Quanti contestano il Nobel per la pace attribuito all'Unione Europea chiedendosi quali guerre essa abbia mai troncato o evitato, non hanno capito nulla. Il progetto europeo ha dimostrato che è possibile stare insieme anche nel cuore della più grave crisi di questo secolo senza che da qualche parte si oda il tintinnio delle sciabole. A Oslo i nemici di un tempo hanno intrecciato le mani rinnovando la solenne promessa che i padri fondatori fecero in Roma, dove l'UE ha le sue radici: mai più guerre fra noi! E dite se è poco.