di Renzo Balmelli
FANTASMA - Non che avessimo dubbi, ma il "fora dai ball" di Bossi era solo l'antipasto. Il piatto forte porta la firma di Roberto Castelli: dobbiamo respingere gli immigrati, ma non possiamo sparargli, almeno per ora! A quando i Lager? Un fantasma si aggira tra noi portandosi appresso un carico di ideologie bacate che nulla hanno perso della loro devastante efficacia. Unità, solidarietà e accoglienza , i principi attorno al quale fa perno l'Europa uscita dalla guerra, segnano il passo . Di questi tempi calamitosi resi ancora piu' cupi dalla difficoltà di spezzare il muro dell'indifferenza trionfa che sa vellicare gli istinti piu' riposti.
SCANDALO - Prima che arrivasse Berlusconi nessuno aveva dubbi che l'Italia avesse una vera democrazia. La spudoratezza del processo breve, in verità uno stratagemma per sterilizzare i procedimenti a carico del Cavaliere, ha infranto molte certezze. A Frank Capra sarebbe piaciuta l'opposizione che in aula ha letto gli articoli della costituzione per salvare il paese dall'abisso. Manca pero' il lieto fine del celeberrimo " Mr. Smith va a Washington", metafora della lotta al malcostume. E' cosi' passato un fumoso impianto giuridico che fa gridare allo scandalo per l'uso spregiudicato del parlamento e per l'oltraggio al principio della legge uguale per tutti. Se il Cavaliere cercava un giudice a Berlino, l'ha trovato a Roma dove ha reinterpretato la citazione brechtiana con un comportamento al limite dell'eversione. Cioè giudice di se stesso.
ALLARME - Per la destra chi canta fuori dal coro è figlio di Stalin. E' pero' improbabile che nell'albero genealogico della Marcegaglia e di Montezemolo vi sia anche un solo, lontanissimo grado di parentela col dittatore georgiano. Il loro grido d'allarme sullo stato dell'economia e quindi del paese è percio' uno schiaffo che brucia al governo, capace di interessarsi soltanto degli affari propri, ma poco attento agli affanni delle nuove generazioni. Per i giovani l'obiettivo di trovare un lavoro adeguato al titolo di studio è sempre più un miraggio. La ricetta di Silvio: battute sul bunga-bunga e barzellette spinte, specchio inesorabile di una coalizione allo sbaraglio e irriformabile.
STATUA - Se non avesse vinto la dura battaglia della finanziaria grazie alle sue risorse di statista e paziente mediatore , Obama avrebbe chiuso non soltanto la Statua della Libertà per mancanza di fondi, ma probabilmente anche la sua carriera. Sarebbe stato uno smacco difficile da gestire a 150 anni dalla Secessione che cambio' gli Stati Uniti e all'inizio della lunga volata per le presidenziali dell'anno prossimo. Stavolta il Tea Party che mastica livore da mane a sera contro l'intruso di colore alla Casa Bianca e ha giocato la partita in chiave elettorale , ha dovuto arrendersi alla forza del mito Senza la statua che accoglie i viaggiatori, la sinfonia del Nuovo Mondo sarebbe stata un' accozzaglia di suoni cacofonici.
BUGIE - Se è vero che le bugie sono la verità in maschera, in Giappone c'è voluto piu' di un mese per svelare il volto della catastrofe nucleare seguita al terribile terremoto. Soltanto a fatica le ammissioni degli esperti sono emerse dal cumulo di bugie su quanto è realmente accaduto a Fukushima e dintorni. Vista la dimensione dell'inquinamento, uguale o forse ancora piu' vasto di Chernobyl , vi è stato un gioco a rimpiattino con la salute della popolazione che ha del criminale. Già era scarsa la fiducia della gente nell'atomo; adesso le gravissime omissioni non faranno che alimentare la diffidenza e il sospetto verso la scarsa considerazione in cui è stata tenuta l'esistenza di milioni di individui a fronte di lobby e interessi inconfessabili.
REPULSIONE - Offende, offende due volte la barbara uccisione del volontario italiano Vittorio Arrigoni. Al di la del cordoglio, di cui l'ADL si fa interprete, suscita repulsione e rabbia il pensiero che a condannare a morte l'attivista di Besana Brianza siano stati i Salafiti, una scheggia impazzita di quel popolo palestinese al quale ha dedicato la sua vita. Era un pacifista senza se e ma Vittorio Arrigoni , un alfiere dei diritti umani con la vocazione per l'utopia che è tra i sentimenti piu' nobili e degni di rispetto. La sua missione era stare accanto ai piu' deboli, ai derelitti della terra finiti nello spietato ingranaggio della prevaricazione dell'uomo sull'uomo. Per aiutare pescatori , contadini e i bambini usciti traumatizzati dall'assedio israliano di Gaza non esitava a spingersi dove si spara e dove non è raccomandabile arrivare. Ma dove arriva la mano spietata del terrorismo di Al Qaida. Per la causa aveva deciso di restare "all'inferno" incurante delle minacce, che gli sono state fatali in questa parte del mondo dove la pace è soltanto una parola scritta sulla sabbia.
INFAMIA - Una delle immagini piu' drammatiche del Novecento è la foto della bimba vietnamita ustionata dal napalm. Quando si inizia una guerra non si sa mai dove si arriverà e quindi è di grande interesse la mostra al Palazzo Ducale di Genova che si propone di indagare a fondo sulla peggiore invenzione dell'uomo. La sua smisurata assurdità è d'altronde ben riassunta dal pensiero di Von Clausewitz che la definiva la prosecuzione della politica con altri mezzi. Ossia un macello legalizzato. Macello che prosegue tuttora sotto la copertura di termini talmente ipocriti da risultare insultanti: chirurgica, assimetrica, umanitaria. Ma dalla notte dei tempi alla Libia del 2011 nessuna moderna etichetta riuscirà mai a edulcorare l'infamia della guerra e dei suoi venditori di morte.
FANTASMA - Non che avessimo dubbi, ma il "fora dai ball" di Bossi era solo l'antipasto. Il piatto forte porta la firma di Roberto Castelli: dobbiamo respingere gli immigrati, ma non possiamo sparargli, almeno per ora! A quando i Lager? Un fantasma si aggira tra noi portandosi appresso un carico di ideologie bacate che nulla hanno perso della loro devastante efficacia. Unità, solidarietà e accoglienza , i principi attorno al quale fa perno l'Europa uscita dalla guerra, segnano il passo . Di questi tempi calamitosi resi ancora piu' cupi dalla difficoltà di spezzare il muro dell'indifferenza trionfa che sa vellicare gli istinti piu' riposti.
SCANDALO - Prima che arrivasse Berlusconi nessuno aveva dubbi che l'Italia avesse una vera democrazia. La spudoratezza del processo breve, in verità uno stratagemma per sterilizzare i procedimenti a carico del Cavaliere, ha infranto molte certezze. A Frank Capra sarebbe piaciuta l'opposizione che in aula ha letto gli articoli della costituzione per salvare il paese dall'abisso. Manca pero' il lieto fine del celeberrimo " Mr. Smith va a Washington", metafora della lotta al malcostume. E' cosi' passato un fumoso impianto giuridico che fa gridare allo scandalo per l'uso spregiudicato del parlamento e per l'oltraggio al principio della legge uguale per tutti. Se il Cavaliere cercava un giudice a Berlino, l'ha trovato a Roma dove ha reinterpretato la citazione brechtiana con un comportamento al limite dell'eversione. Cioè giudice di se stesso.
ALLARME - Per la destra chi canta fuori dal coro è figlio di Stalin. E' pero' improbabile che nell'albero genealogico della Marcegaglia e di Montezemolo vi sia anche un solo, lontanissimo grado di parentela col dittatore georgiano. Il loro grido d'allarme sullo stato dell'economia e quindi del paese è percio' uno schiaffo che brucia al governo, capace di interessarsi soltanto degli affari propri, ma poco attento agli affanni delle nuove generazioni. Per i giovani l'obiettivo di trovare un lavoro adeguato al titolo di studio è sempre più un miraggio. La ricetta di Silvio: battute sul bunga-bunga e barzellette spinte, specchio inesorabile di una coalizione allo sbaraglio e irriformabile.
STATUA - Se non avesse vinto la dura battaglia della finanziaria grazie alle sue risorse di statista e paziente mediatore , Obama avrebbe chiuso non soltanto la Statua della Libertà per mancanza di fondi, ma probabilmente anche la sua carriera. Sarebbe stato uno smacco difficile da gestire a 150 anni dalla Secessione che cambio' gli Stati Uniti e all'inizio della lunga volata per le presidenziali dell'anno prossimo. Stavolta il Tea Party che mastica livore da mane a sera contro l'intruso di colore alla Casa Bianca e ha giocato la partita in chiave elettorale , ha dovuto arrendersi alla forza del mito Senza la statua che accoglie i viaggiatori, la sinfonia del Nuovo Mondo sarebbe stata un' accozzaglia di suoni cacofonici.
BUGIE - Se è vero che le bugie sono la verità in maschera, in Giappone c'è voluto piu' di un mese per svelare il volto della catastrofe nucleare seguita al terribile terremoto. Soltanto a fatica le ammissioni degli esperti sono emerse dal cumulo di bugie su quanto è realmente accaduto a Fukushima e dintorni. Vista la dimensione dell'inquinamento, uguale o forse ancora piu' vasto di Chernobyl , vi è stato un gioco a rimpiattino con la salute della popolazione che ha del criminale. Già era scarsa la fiducia della gente nell'atomo; adesso le gravissime omissioni non faranno che alimentare la diffidenza e il sospetto verso la scarsa considerazione in cui è stata tenuta l'esistenza di milioni di individui a fronte di lobby e interessi inconfessabili.
REPULSIONE - Offende, offende due volte la barbara uccisione del volontario italiano Vittorio Arrigoni. Al di la del cordoglio, di cui l'ADL si fa interprete, suscita repulsione e rabbia il pensiero che a condannare a morte l'attivista di Besana Brianza siano stati i Salafiti, una scheggia impazzita di quel popolo palestinese al quale ha dedicato la sua vita. Era un pacifista senza se e ma Vittorio Arrigoni , un alfiere dei diritti umani con la vocazione per l'utopia che è tra i sentimenti piu' nobili e degni di rispetto. La sua missione era stare accanto ai piu' deboli, ai derelitti della terra finiti nello spietato ingranaggio della prevaricazione dell'uomo sull'uomo. Per aiutare pescatori , contadini e i bambini usciti traumatizzati dall'assedio israliano di Gaza non esitava a spingersi dove si spara e dove non è raccomandabile arrivare. Ma dove arriva la mano spietata del terrorismo di Al Qaida. Per la causa aveva deciso di restare "all'inferno" incurante delle minacce, che gli sono state fatali in questa parte del mondo dove la pace è soltanto una parola scritta sulla sabbia.
INFAMIA - Una delle immagini piu' drammatiche del Novecento è la foto della bimba vietnamita ustionata dal napalm. Quando si inizia una guerra non si sa mai dove si arriverà e quindi è di grande interesse la mostra al Palazzo Ducale di Genova che si propone di indagare a fondo sulla peggiore invenzione dell'uomo. La sua smisurata assurdità è d'altronde ben riassunta dal pensiero di Von Clausewitz che la definiva la prosecuzione della politica con altri mezzi. Ossia un macello legalizzato. Macello che prosegue tuttora sotto la copertura di termini talmente ipocriti da risultare insultanti: chirurgica, assimetrica, umanitaria. Ma dalla notte dei tempi alla Libia del 2011 nessuna moderna etichetta riuscirà mai a edulcorare l'infamia della guerra e dei suoi venditori di morte.