lunedì 6 ottobre 2008

Ritornava una rondine al tetto...

Veltoni cambia stle e milioni di elettori sperano che si inizi finalmente a rompere l’ipnosi del Cavaliere. Chissà!
di Renzo Balmelli
SCONGIURI - Oddio. A sentire gli analisti la vera recessione comincia ora. Senza essere esperti, avevamo intuito qualcosa del genere. Il dubbio si è fatto certezza quando nel bel mezzo dello tsunami che ha investito il mondo della finanza, Berlusconi ha garantito, mano sul cuore, che gli italiani non perderanno nemmeno un euro dei loro risparmi. Sapendo cosa valgono le promesse del Cavaliere, si dovrebbero cominciare a fare gli scongiuri. In effetti, visto il marasma in cui versano i mercati, sarebbe piu’ giudizioso non illudere chi rischia di pagare di tasca sua le follie dei semidei dell’olimpo di Wall Street. Questo crollo forse non avrà le conseguenze drammatiche come nel 1929, ma ci sta andando terribilmente vicino. Malgrado cio’ il capitalismo senza regole non dà segni di ravvedimento. Anzi. Con la scusa che l’economia deve salvarsi da sola, i padroni del vapore già intrecciano losche manovre per pilotare i cambiamenti in modo che nulla cambi. La crisi in corso celebra la fine del mercatismo, ma negli USA i liberisti a oltranza della base repubblicana si dannano l’anima per bloccare l’intervento salvifico dello stato che giudicano una deviazione verso il socialismo Intanto pero’, guarda caso, la sola industria a macinare utili è quella bellica, prova elquente delle storture “ideologiche” sulle quali si regge il sistema. Che la finanza avesse smesso di avere i piedi ben piantati per terra, lo sapevano tutti. Nessuno pero’ aveva valutato l’ampiezza devastante del fenomeno.

SADISMO - Quando la lotta alla criminalità diventa un bieco pretesto per racimolare consensi fondati su un clima di paura, le conseguenze si pagano a caro prezzo. E cosi’ è stato. Dal giorno in cui la destra è andata al potere, il giro di vite adottato dal governo italiano nei confronti dell’immigrazione ha cominciato a produrre danni sempre piu’ gravi. Il frutto avvelenato della "tolleranza zero" ha instaurato, poco alla volta, un clima culturale miserabile che alimenta il grande sport nazionale: la caccia al povero cristo, al “negro”. A Parma, nella civile Parma di Stendhal, di Verdi e delle violette - si compiono gesti ripugnanti di prevaricazione dell’uomo sull’uomo, gesti al limite del sadismo. In provincia come nelle metropoli, nella Treviso o nella Verona degli sceriffi leghisti come nella Roma di Alemanno e nella Milano della Moratti, si assiste a un delirio di norme incivili che aprono ferite profonde nel tessuto sociale. "Nel momento stesso in cui si riscrive la storia delle leggi razziali nell'urgenza di rivalutare il fascismo, si
testimonia - denuncia Curzio Maltese su Repubblica - quanto il razzismo sia una malapianta nostrana che apre la porta a ogni abuso". Una malapianta per la quale un sindaco di provincia o un vigile di periferia si sentono depositari di un potere di vita o di morte su un "negro". Brava questa maggioranza che alleva gli istinti peggiori!

IPNOSI - Mentre in Italia si rilasciano patenti di nobilità alla repubblica di Salo’, in Russia si riabilita il regime degli Zar. Quando Veltroni nella sua sofferta folgorazione sulla via di Damasco della politica accosta Putin a Berlusconi ovviamente coglie nel segno e lancia un messaggio sul rischio di un grave ritorno indietro capace di destabilizzare la democrazia. Il timore purtroppo è che il leader del Pd arrivi in ritardo sulla scena, ormai interamente presidiata, condizionata e declinata dal “delirio di onnipotenza berlusconiano”. Anche se non è il Ventennio (non ancora) l’allarme è sacrostanto. Il profilo del Cavaliere è di colui che ogni giorno, ormai sicuro dell’impunità, scommette sul suo ruolo decisionista e strattona le prerogative del Parlamento senza più nemmeno curarsi di salvare la forma. La disinvoltura con la quale ha deliberato uno stanziamento di 140 milioni di euro per soccorrere le finanze del comune di Catania, rovinate dall’incompetenza della destra, ne è una dimostrazione vistosa ed eloquente. Ora l’opposizione mostra di volere rialzare la testa per riprendere il combattimento e ridare dignità e visibilità all’Italia meno protetta. La manifestazione del 25 ottobre dovrebbe costituire lo spartiacque, un passaggio politico di grande importanza, l’inizio di una strategia durissima volta a rompere l’ipnosi del Cavaliere. Milioni di elettori sperano ardentemente che sia davvero cosi', che non si ripeta il fallimento delle ultime elezioni. Chissà! La voce della sinistra, come la rondine del Pascoli, pigola ancora troppo piano nel suo nido lontano per essere certi che la svolta si compia in nome di ideali comuni e condivisi. Ci vorrà tempo per recuperare la fiducia dopo i clamorosi errori che di fatto hanno consegnato il paese nelle mani di un "quasi-regime" la cui ombra si allunga. E si allunga, dicevamo, anche sul fallimento di Catania, che, per inciso, viene pagato dai contribuenti che hanno votato il signore di Arcore.