di Renzo Balmelli
VALORI
Fino all’altro giorno erano spregevoli voltagabbana.Tornati nelle grazie della destra sono accolti coi guanti bianchi. Dini non è piu’ “il maggiordomo di Scalfaro”, come lo apostrofava Berlusconi. E Lambertow, di rimando, manco si ricorda che nemmeno un paio di mesi fa aveva schierato il suo movimento liberaldemocratico sulle posizioni del centro-sinistra. Il vero eroe in casa azzurra è pero’ un altro, è l’ex ministro della Giustizia, che é stato incensato dal Cavaliere : “Se non ci fosse stato Mastella , Prodi sarebbe ancora al governo e la riconoscenza. è uno dei valori che abbiamo”. Silvio, permetti una domanda. Se un esecutivo cade perché qualcuno ha “tradito” il patto con gli elettori, di quali valori parliamo? Si vede che a furia di abbracciare figliol prodighi (ma quanti ne ha la la CdL?) il leader di FI ha fatto un po’ di confusione. Chi l’avrebbe riportato senno’ sulla rampa di lancio di Palazzo Chigi?
VANITA’
In Italia non sono bastati quattordici anni di parole al vento per porre un argine alla vana retorica berlusconiana. Ai francesi sono occorsi pochi mesi per capire l’antifona e mostrare il primo, serio cartellino giallo a Sarkozy. In mancanza di meglio, il successore di Chirac é stato abilissimo a cavalcare la cronaca rosa, a sfoggiare un ricco repertorio di trovate mediatiche, a sparare raffiche di piani, progetti e annunci magniloquenti in tutte le direzioni.
Uno straordinario incantatore di serpenti, non c’é che dire. La ricetta pero’ già mostra la corda. L’Eliseo da bere sta esaurendo le scorte e il fascino indiscreto del gossip nulla ha potuto per contrastare la tirannide dei sondaggi. Il crollo di popolarità di Monsieur le Président è stato verticale, certificato dalle copertine dei principali settimanali.
L’EXPRESS
La grande delusione. Le Nouvel Observateur: pallone sgonfiato. Le Point: anatra zoppa. Alla fiera delle vanità non ci sono eroi e per Sarko le amministrative di marzo si annunciano a a tinte fosche.
RECORD
Ancora! Ormai lanciato a tutta birra verso le urne, il Cavaliere, senza cravatta, abito e camicia scuri, torna ad atteggiarsi a vittima delle persecuzioni giudiziarie. Uno sfruttatissimo leitmotiv che appartiene al suo repertorio da quando è sceso in campo. Detengo - dichiara ai giornali - il record, non mondiale, ma universale di provvedimenti subiti: 2.541 udienze e 93 procedimenti. Manca pero’ un dettaglio tutt’altro che trascurabile: in aula si é visto rare volte. Sarebbe questa, dunque, la grande novità della sua politica, tutta fatta di innovazioni e concretezza? Ma quando mai!